Capitolo otto ; sorprese inaspettate

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-Buongiorno Noemi- la voce di Paulo al mattino è roca e mi fa venire la pelle d'oca.

-Mhh- mugugno per poi stropicciarmi gli occhi come una bambina piccola, impedendogli di avvicinarsi a me e lasciarmi un bacio sulla fronte. -'Giorno-

-Che ore sono?- domando prima di sbadigliare sonoramente.

-Le sei e mezza.- risponde -non credo sia un problema se per una volta invece di arrivare alle otto e mezza all'università, arrivi alle nove- aggiunge.

-Invece sì, lo è- borbotto per poi mettermi seduta sulla testiera del letto per stiracchiarmi meglio la schiena.

-Sembri un gatto quando lo fai- dice ad un tratto.

-Cosa?- chiedo, la voce ancora assonnata.

-Quando ti stirasci- 

-Si dice stiracchi, non stirasci- lo correggo -Sei proprio uno sgrammaticato-

-Non è colpa mia se non sono cresciuto in Italia-

-Nemmeno io l'ho fatto- ribatto.

-Beh, però tu hai preso corsi di italiano al liceo per andare all'università in Italia. Io no. Però mi ami lo stesso- sorride malizioso.

-Forse sì, forse no, chi lo sa- ridacchio. Paulo si siede difronte a me sul letto e si posiziona in mezzo alle mie gambe nude, coperte ancora dal lenzuolo.

-Allora non ti dico la proposta che mi era venuta in mente- mormora, ad un centimetro dalle mie labbra.

-Spero tu non mi voglia chiederti di sposarti- rido e intanto lui si fa sempre più vicino al mio viso.

-Non credo sia ancora il momento, sai? Però se proprio ci tieni...- sussurra provocandomi mille brividi lungo tutto il corpo.

-Dai, smettila di fare il cretino e dimmi quale brillante idea ti è venuta in mente questa volta-

Gli angoli della bocca di Paulo si alzano verso l'alto, facendolo sembrare un bambino e ringiovanendo il suo viso di almeno una decina d'anni.

-Avevi in mente di fare qualcosa durante le vacanze di Pasqua?-

Quella mi coglie completamente di sorpresa.

-Non siamo nemmeno a metà marzo, quindi no, non ho ancora nessun piano per Pasqua, che domande sono!- anche il mio, di volto, si apre in un sorriso nonostante non ne capisca bene il motivo; forse è solo che stare con Paulo mi rende così allegra e felice, chi lo sa.

-Ora io ti faccio una proposta però tu mi devi promettere che non mi picchierai, okay?- 

-Ah, no. Io non ti prometto un bel niente- controbatto e lui scoppia a ridere per poi farmi la linguaccia.

-Che ne dici di andare in Argentina?- 

Boom. La bomba è stata lanciata.

-In Argentina?- ripeto.

-Sì, proprio lì.- risponde. I suoi occhi sembrano come illuminarsi. -Quando mia madre è venuta qui, per Natale, ti ha conosciuto come la sorella della mia ragazza, perché a quei tempi stavo ancora con Oriana. Ora voglio poterti presentare come la mia ragazza ufficiale e farti conoscere tutta la mia famiglia, i miei fratelli e i miei amici più stretti lì in Argentina come si deve-

Credo mi stia per esplodere il cuore nel petto. Mi sembra che quest'ultimo, infatti, abbia già perso due o tre battiti nel giro di trenta secondi.

-Paulo, io...ne sarei onorata- il suo sguardo, a quelle parole, sembra illuminarsi ancora di più di gioia e di felicità. -Ma tu sai che c'è la possibilità che Oriana lo venga a sapere e che...-

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now