Capitolo trentuno ; non sono come le altre

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La mattina seguente, quando mi sveglio, io, Noemi Sabatini Sætre, sono nello stesso letto di Paulo Dybala.

Nel mio letto, per la precisione.

«Lo sai che sei la prima ragazza con cui dormo abbracciato e basta?» dice all'improvviso «Insomma, niente sesso né altro. Sei la prima»

«E tu lo sai che dovresti farti una bella doccia? Puzzi da morire» sbuffo.

Cerco di scostarmi dal suo corpo coperto solo da un paio di pantaloni grigi della tuta e una maglietta bianca a maniche lunghe, ma lui, invece di allontanarsi, si avvicina ancora di più a me.

«Non potremmo farcela insieme?» propone, portando un braccio attorno alla mia vita, tenendomi stretta a lui.

«Ah-ha, ma anche no, maiale che non sei altro» ribatto, girando il capo verso di lui e facendogli la linguaccia.

Paulo sospira e poi circonda le mie spalle con il braccio libero, iniziando a giocare con delle ciocche dei miei capelli, avvolgendoli intorno alle sue dita.

Nella camera cala il silenzio.

Non uno imbarazzante, opprimente o pressante...semplicemente silenzio.

Pieno di parole non dette, di pensieri nascosti e celati a causa della paura di pronunciarli ad alta voce.

«Comunque mi dispiace» dice ad un tratto.

Io mi volto di scatto verso di lui e i nostri occhi si incrociano, facendomi provare per l'ennesima volta, le famose "farfalle nello stomaco".

O meglio, nel mio stomaco c'è un intero zoo, visto che penso che le farfalle non bastino per descrivere ciò che provo quando sto con il numero dieci.

«Per cosa?» domando.

Lui distoglie immediatamente lo sguardo e inizia a fissare un punto indistinto del soffitto bianco sopra di noi.

«Per quello che ho fatto. Per come ti ho rovinato la vita» risponde.

Quelle parole mi fanno quasi spalancare la bocca.

«Cosa stai dicendo?» chiedo, sbarrando gli occhi.

«Per quello che ho combinato con Oriana, per ciò che ti ho raccontato ieri. Ti ho messo contro tutta la tua famiglia materna, la tua sorellastra compresa.» spiega e il tono di voce è più nervoso che mai.

«Ho rovinato la tua vita perché...come farai tu adesso con i soldi? Come farai a pagare le bollette di questa casa enorme da sola e senza lavoro? E per l'università? Chi ti pagherà la retta? E l'abbonamento per il Frecciarossa che prendi ogni mattina?» aggiunge.

Io inizio a tormentarmi il labbro inferiore, mordicchiandolo più e più volte. «Non lo so nemmeno io, Paulo...la verità è che non so niente»

«In realtà, io una soluzione ce l'avrei...» sussurra subito, quasi interrompendomi.

«Sarebbe?»

«Lascia che io ti aiuti» mormora.

«In che senso?» mi metto seduta, alzandomi e poggiando la schiena sulla testiera del letto. Lui  si volta a guardarmi, poggiando il mento sul palmo della sua mano.

«Visto che sicuramente non accetterai mai di venire a vivere da me, in modo da vendere questa casa e non dover più pensare alle bollette...potrei aiutati a pagarle e magari darti i soldi per l'abbonamento del treno e la retta dell'Universit-»

«Non ci pensare nemmeno.» lo fermo, secca.

Lui alza gli occhi al cielo. «Sapevo che avresti reagito così...»

«Cosa pretendi? Non ho intenzione di farmi mantenere da te.»

«Mantenere? Sei seria, Noemi? Io non voglio mantenerti, voglio solo aiutarti!» alza la voce.

«Non è giusto. Devo riuscire a cavarmela da sola, io...»

«Non è vero! Non devi sempre rimboccarti le maniche e lavorare tu per cento persone! Non è giusto! Qualche volta devi anche lasciare che qualcuno ti prendi per mano e ti aiuti!» ormai sta praticamente gridando, anche se sembra non accorgersene.

«La vita non è giusta per nessuno, se non te ne fossi accorto...» abbasso lo sguardo ma lui continua insistentemente a guardarmi, facendomi capire che la conversazione non è affatto finita qui.

Sbuffa, per poi mettersi seduto affianco a me.

Prende le mie mani fra le sue, intrecciando le nostre dita.

Paulo mi squadra da capo a piedi, gli occhi verdazzurri che tanto mi fanno impazzire e dice:«Visto che il casino con la tua famiglia l'ho creato io, lascia almeno che ti aiuti almeno all'inizio, okay?»

«Ti presterò dei soldi e poi, quando sarai arrivata ad un momento stabile della tua vita dove non ne avrai più bisogno, me li restituirai tutti, fino all'ultimo centesimo, se ti va anche con gli interessi. Va bene?»

Non so cosa fare, come rispondergli.

«Dai, ora sorridimi e dimmi che questa soluzione ti va bene. Fallo per me» un sorriso disarmante compare sul suo volto.

È così bello: di una bellezza rara, quasi indescrivibile, che ti toglie il fiato ogni volta che lo guardi.

Quasi dolorosa.

«Dai, Noemi Sætre, in questo modo nessuno toccherà il tuo titolo di "femminista perfetta". È un semplice prestito di soldi, niente di più niente di meno. Anzi, sei una donna che fa affari con un calciatore miliardario! Dovresti andarne fiera!»

Alla fine, annuisco.

Scuoto la testa più volte in avanti e in dietro, con vigore, come se potessi pentirmi da un momento all'altro della mia scelta.

«Visto, abbiamo risolto. Almeno per adesso sei al sicuro»

Quelle parole provocano mille brividi lungo tutta la mia spina dorsale. Sento la pelle d'oca ricoprire ogni centimetro del mio corpo e aumentare ancora di più quando realizzo che è Paulo a farmi questo effetto.

Solo lui ci riesce.

«Grazie...» dico dopo alcuni minuti.

«Oddio, credo di non credere alle mie orecchie! Mi stai ringraziando? Noemi Sabatini Sætre mi sta ringraziando?!» esclama, con la voce piena di ironia.

«Ah-ha-ah, che simpatico che sei, Dybala» ridacchio con sarcasmo per poi, dopo solo due secondi, tirargli un cuscino in pieno viso.

«Di solito tutte le ragazze con cui dormo, la mattina mi svegliano con la colazione a letto, non tirandomi una cuscinata in faccia»

Scoppio in una fragorosa risata:«Ora andremo giù a prepararla insieme, la colazione. Io non ti porterò né ti farò un bel niente» mi alzo definitivamente dal letto, poggiando i piedi sul pavimento freddo della stanza.

«E poi ormai dovresti aver capito che non sono una ragazza come tutte le altre

La risposta di Paulo arriva alle mie orecchie come un misero sussurro:«No, infatti, non lo sei».

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now