Capitolo ventisette ; paura dei giornali

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Trovo la casa di Paulo non molto diversa da come me l'aspettavo.

I colori predominanti sono il bianco e il nero -ma del resto, c'era da immaginarselo- e la maggior parte dei mobili sono ultra moderni.

Un esempio è il divano color pece in salotto, sul quale Paulo mi fa cenno di accomodarmi dopo essermi tolta il cappotto ed averlo appoggiato sull'appendiabiti.

«Non mi piacciono i divani in pelle» sbuffo, quando mi siedo.

Lui inarca un sopracciglio. «Perché?»

«Perché sono scomodi e quando ti ci stendi l'estate, sudi il doppio»

L'argentino alza gli occhi al cielo e poi si siede accanto a me, prendendo in mano il telecomando del televisore (probabilmente un'edizione limitata, visto che non ho mai visto una tv a schermo piatto talmente grande).

«Non finirai mai di sorprendermi, Noemi Sabatini» sospira e poi accende quest'ultima, tenendo però, il volume al minimo, segno che vuole continuare a parlare.

Alzo le mani verso l'alto, trionfante. «È uno dei miei tanti talenti»

Paulo si volta a guardarmi e noto subito un sorriso impercettibile nascere sulle sue labbra. «Ne hai altri?»

«Oh sì, so azzittire i calciatori egocentrici e sbruffoni e mettere loro i piedi in testa. So cucinare un'ottima carbonara che gli atleti non possono mangiare e...ah! So farmi uscire l'acqua dal naso mentre bevo»

Il numero dieci scoppia irrimediabilmente a ridere e la sua risata è così bella, così cristallina, che fa sorridere anche me, anche se cerco di nasconderlo.

Poi però, il momento delle risate sembra finire, e uno strano silenzio cala sulla stanza.

Non è opprimente, pressante o imbarazzante: semplice e puro silenzio, eppure rende tutto così serio da sembrare insostenibile.

«Paulo» sussurro «Posso sapere la verità?»

Quest'ultimo punta i suoi occhi nei miei. Verdazzurro e il colore del cielo si mischiano ancora una volta, facendo rimanere legati i nostri sguardi, incastonati l'uno nell'altro.

«La verità su cosa?» chiede.

È come se la televisione accesa non esistesse più, perché ci siamo solo io e lui al mondo: io, Paulo e nessun altro.

«Perché a Capodanno, tu e Oriana eravate qui a Torino e non a Dubai?»

Boom. La bomba è stata lanciata.

Lui rimane in silenzio per un paio di minuti, pensando a lungo alla risposta da darmi.

«È complicato» mormora, alla fine.

«Beh...spiegamelo»

Lui sospira e si passa due dita fra i capelli, facendomi pensare a quanto vorrei farlo io al posto suo, ma rimango zitta e naturalmente non do voce ai miei pensieri.

«Diciamo che le cose fra me e Oriana non vanno bene già da un po' di tempo. Più o meno da una settimana prima che arrivaste voi qui, a Torino» dice, facendomi sussultare.

Allora non è tutta colpa mia se si sono allontanati?

«Quindi so cosa stai pensando, Noemi, e no, non è colpa tutta colpa tua se io e la tua sorellastra siamo arrivati quasi arrivati al capolinea della nostra relazione. Io e Oriana non andiamo d'accordo da praticamente due mesi e mezzo e per me la situazione sta diventando insostenibile. Litighiamo in continuazione, non riusciamo più ad avere una conversazione civile e quella sera...» fa una pausa.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now