Capitolo quindici ; non ti fidi di me

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Sto andando dalla ginecologa.

Alla fine non è passata una settimana, ma ben due, in cui il signore oscuro non mi è venuto a far visita, perciò alla fine ho ceduto e ho deciso di prenotare una visita all'ospedale di Torino per farmi vedere da qualcuno.

Ho preferito non dirlo a Paulo per evitare di farlo preoccupare inutilmente e ho chiesto a Manon di accompagnarmi.
Quest'ultima ha accettato immediatamente e perciò adesso ci ritroviamo in sala d'attesa ad aspettare che sia il mio turno.

-Noemi Sabatini Sætre, tocca a lei- mi chiama un'infermiera uscendo da una stanza.

Gli ospedali non mi piacciono. Mi dispiace dover rispettare questo cliché ma purtroppo è sempre stato così. Soprattutto questo non mi piace per niente. È tutto così bianco, quasi accecante e così spoglio che mi mette una tristezza indescrivibile.

Mi scambio uno sguardo con Manon al mio fianco e poi insieme entriamo dalla porta da cui era uscita l'infermiera per chiamarmi.

Una dottoressa, che presuppongo essere la ginecologa, è seduta dietro una scrivania e sta scrivendo qualcosa al computer. È platinata, proprio come me, anche se si capisce subito che è tinta. I suoi occhi sono verde smeraldo, eppure mi trasmettono una sensazione di inquietudine anziché di calma.

-Buon pomeriggio- la sua voce è fredda, distaccata.

-Salve- io e la francese rimaniamo ferme, immobili accanto alla porta dalla quale siamo entrate.

-Come mai siete qui?- domanda seccamente.

Dev'avere avuto una giornata di merda, per usare questo tono con delle pazienti.
Cerco comunque di rimanere educata e prendo un bel respiro prima di parlare.

-Non mi viene il ciclo-

-Da quanto?- chiede l'infermiera che ci ha chiamato seduta accanto alla dottoressa molto simpatica.
-Da due settimane e qualche giorno- rispondo.

-Hai fatto un test di gravidanza?-

Guardo Manon di scatto, allibita.
No, non può essere.

-No, non l'ho fatto- sospiro, iniziando a mordermi l'interno guancia per il nervosismo.

-Eh, fallo! Cosa aspetti? La carrozza?- sbuffa la ginecologa -Queste giovani d'oggi!-

-Andate immediatamente alla farmacia qui affianco e compratene uno!- esclama, scazzata -Se il risultato sarà positivo, tornate qui-

A quella risposta così acida, mi volto verso la porta, la apro e faccio segno a Manon di uscire.

-Dottoressa, stia tranquilla che non tornerò mai più da lei. Si inietti una dose di camomilla invece di trattare male le sue pazienti- dico freddamente. Esco per poi sbattermi con tutta la forza che ho in corpo la porta alle spalle.

-Sei stata grande!- ride Manon non appena varchiamo il portone di quel maledetto ospedale. -Ora però devi fare il test-

-Lo so, lo so...- alzo gli occhi al cielo. -Però possiamo comprarlo e farlo a casa mia invece che nel bagno della farmacia? Mi sentirei più a mio agio. Possiamo andare anche da me, se vuoi, tanto Paulo tornerà questa sera verso le nove dagli allenamenti e adesso sono solo le sei-

La francese rotea gli occhi. -Eh, va bene. Accetto-

*

-Ti prego leggilo tu, io non ce la faccio- mormoro porgendo quell'aggeggio infernale (sotto forma di una specie di termometro) a Manon.

Siamo nel bagno enorme della casa di Paulo e la mia amica, all'intero, sembra ancora più piccola viste le dimensioni della stanza.

-Okay, se non ce la fai...- lo prende.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now