Capitolo diciannove ; perdono o no?

2K 87 8
                                    

L'argomento "Allegri" è diventato come un tabù nei giorni seguenti.

Paulo non ne vuole parlare né anche solo sentir nominare il nome e perciò io ho accettato di non tirare fuori il tema finché lui non se la sentirà.

D'altronde, non è questo il motivo per il quale avevamo discusso? Ognuno hai i suoi tempi e dobbiamo aver fiducia nel fatto che prima o poi, l'altro riuscirà a parlarne tranquillamente e a cuor leggero.

L'unica cosa è che non avere una minima idea di come si stia sentendo in questo momento mi sta uccidendo lentamente.

È triste? È contento? È giù di morale ma comunque felice perché sta per cominciare una nuova era alla Juventus?

Non lo so, non lo so, non lo so. E ciò non fa altro che tormentarmi sempre: mentre vado all'università in treno (con la pioggia nonostante siamo a maggio), mentre faccio la doccia, prima di addormentarmi...

All'improvviso suona il campanello.

Dato che io sono in camera a finire di prepararmi per la cena con la mia famiglia (dopo mesi che non la vedo al completo, poiché ho rivisto solo Oriana, dopo...quello che è successo), Paulo va ad aprire.

Dopo averlo fatto, si fionda nella nostra camera da letto. Mi guarda e fa un piccolo sorriso.
-Sono loro-

Immediatamente il panico mi assale. -Di già? Non dovevano arrivare alle otto?-

-A quanto pare volevano farti una sorpresa e sono venuti con mezz'ora d'anticipo. Tanto le cose da mangiare sono pronte- si avvicina a me e mi abbraccia da dietro.

Io e Paulo, stretti l'uno all'altro, ci guardiamo negli occhi attraverso lo specchio, visto che io ero lì difronte per finire di mettermi il correttore sotto le occhiaie, che però sono talmente grandi che quando lo metto mi fanno male (colpa dell'arrivo della sessione estiva di luglio).

-Grazie al cavolo. Io, te, Manon e Federico siamo stati un pomeriggio intero a preparare tutte quelle cose- Paulo ridacchia a quelle parole.

-Sicuramente saranno buonissime. Comunque credo che Fede stia iniziano a provare qualcosa per la tua amica. Lo devo frenare, vero?-

Mi volto verso di lui e lo guardo dritto in quegli occhi verdazzurri che tanto amo -Purtroppo sì. Manon ha appena iniziato ad uscire con quella ragazza del corso di diritto francese, Mia. Anche se mi dispiace tanto, povero Berna-

Suona di nuovo il campanello, questa volta della porta di casa e non del cancello fuori. Il numero dieci ride per la mia faccia terrorizzata e mi prende per mano, per poi trascinarmi per il lungo corridoio di casa sua, oramai nostra.

Decido io di aprire nonostante le mani tremanti.

-Comunque volevo dirti che sei bellissima- sussurra al mio orecchio l'argentino -Andrà tutto bene. Hai me al tuo fianco, ricorda. Ti amo-

Sorrido istintivamente a quelle parole anche se so che lui, essendo dietro di me, non può vedermi.

E poi ecco i miei genitori e Oriana.

Devo dire che nonostante tutto, non sono cambiati così tanto. Forse c'è qualche ruga in più sul volto di mia madre, e il mio patrigno ha un po' di capelli bianchi in più, eppure a me sembrano sempre uguali, sempre gli stessi.

Per non parlare di Oriana che diventa più bella ogni giorno che passa. Questa sera indossa un paio di stivaletti neri, gonna in pelle del medesimo colore e una maglia rosso fuoco a maniche lunghe con uno scollo a cuore.

Insomma, tutto il contrario mio che indosso delle converse bianche, un paio di jeans blu scuro a zampa di elefante e una semplice maglia a maniche lunghe con righe bianche e nere.

E poi, così, improvvisamente, mia madre, dopo avermi squadrato a lungo, si getta verso di me, stringendomi in un abbraccio.

-Quanto mi sei mancata, nena. Sei diventata ancora più bella. Sei uguale a tuo padre- mormora e sembra come sul punto di piangere -Avete gli stessi occhi e lo stesso colore di capelli. Lui sarebbe fiero della donna che sei-

Noto Oriana sorridere dolcemente dietro il mio patrigno, il quale, non appena mia madre si allontana da me, mi abbraccia anche lui, sorprendendomi molto perché di solito non aveva mai avuto grandi dimostrazioni d'affetto nei miei confronti, nemmeno quand'ero più piccola.

-Abbiamo tutti sentito la tua mancanza, Noemi- dice.

Anche Oriana mi stringe forte a sé per poi entrare in casa e lasciare il giubbotto sull'attaccapanni, così come fanno i nostri genitori subito dopo aver salutato ed abbracciato Paulo come se fosse loro figlio.

E così, nel mentre che tutti insieme ci sediamo a tavola nella sala da pranzo, il numero dieci si volta verso di me e mi rivolge un grande sorriso -Credo che ti abbiano perdonato- dice mentre andiamo in cucina per prendere le pietanze da portare a tavola -Anzi, credo non siano mai stati arrabbiati-

-Sono stata fortunata- sospiro.

-No, te lo meriti. Anche se tu meriti sempre e solo il meglio-

-Come siamo sdolcinati, oggi- mimo con il labiale mentre ci risediamo a tavola con gli altri.

Lui si limita ad alzare gli occhi al cielo a quelle parole e a farli roteare, per poi iniziare una conversazione con il mio patrigno sulla nazionale argentina di quest'anno.

Oriana si unisce ed inizia a parlare di quanto secondo lei sia guapo Lautaro Martínez facendo ridere nostra madre, che però confessa di essere d'accordo con lei.

Mi ritrovo ad osservare Paulo sorridere mentre chiacchiera con la mia famiglia e a pensare a quanto io effettivamente lo ami.

Come potrei vivere senza di lui?
Allora sorrido anch'io e il numero dieci se ne accorge.

Intreccia le nostre mani sopra il tavolo e rivolge uno sguardo come per chiedere il permesso ai miei genitori.

E loro sorridono come non gliel'avevo mai visto fare prima, specialmente mia madre, il quale sorriso è così...materno e dolce da scaldarmi il cuore.

-Siamo tutti e tre felicissimi per voi. Ci siete mancati tanto, tutti e due. Ho detto a mamma e papà la stessa cosa che ho detto a voi in Argentina: la cosa più importante è che siate felici. E poi siete fatti l'uno per l'altra- dice Oriana sorridendo.

Allora guardo di nuovo Paulo, questa volta di nascosto e sorrido timidamente.

Sta andando tutto bene. Proprio come lui mi aveva detto.

Forse troppo bene.

Ciao ragazze🌸, perdonatemi per il capitolo non molto lungo (ma non sapevo che altro aggiungere e pensavo che poi l'avrei rovinato) e perché sicuramente sarà pieno di errori di sintassi. Questo perché ultimamente ho proprio la testa da un'altra parte, fra compiti in classe, versioni di greco e latino, esami di lingue (con insegnati private) e il mio stato mentale che...meglio lasciar perdere. Posso solo dirvi che si tratta di una cosa abbastanza seria che però non ho voglia di sbandierare così, in uno spazio autrice, per privacy. Spero possiate capirmi e sono sicura che lo farete.❤️
Nonostante ciò (smetto di lamentarmi) spero che il capitolo vi sia piaciuto. Cosa ne pensate? E soprattutto, cosa pensate del fatto che Paulo non voglia parlare dell'argomento "Allegri"? Pensate ci stia nascondendo qualcosa? E invece, siete contente che finalmente Noemi si sia riconciliata con la propria famiglia?
Non vedo l'ora di leggervi☁️.
Un bacio grande e un abbraccio,
Lavinia.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora