Capitolo ventitrè; è meglio Dubai o Torino?

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Sono passati sei giorni dall'ultima volta che ho parlato con Paulo.

Ho passato le mie vacanze di Natale ad uscire in centro un giorno sì e uno no, sempre con Alvaro (ovviamente solo come amici) e a parlare con lui del più e del meno (argomenti come il meteo compresi).

«Ehi, ciao Noemi. Io sono davanti al cancello di casa tua, quando sei pronta, esci, che andiamo» dice Alvaro al telefono.

«Due minuti e arrivo» sospiro.

Indosso un paio di stivaletti invernali neri, le calze color carne e un semplice vestito di velluto bianco panna, senza spalline e con uno scollo a cuore.

Durante queste uscite pomeridiane e a volte anche serali, il numero nove mi ha raccontato della sua infanzia, di come è nata la sua passione per il calcio e di come è arrivato fino a giocare nella Juventus, e devo dire che mi è piaciuta molto la sua storia visto che lui è anche un ottimo narratore.

Tuttavia, abbiamo parlato di una cosa abbastanza imbarazzante: la sua ex-ragazza, Alice.

Mi ha raccontato di come si sono incontrati e di come si sono lasciati...mi è dispiaciuto molto per lui, però quest'ultimo non sembrava triste: si vede che è riuscito ad andare avanti e che non è più innamorato di lei, ma che adesso la vede solo come un'amica; infatti mi ha detto che sono rimasti in ottimi rapporti.

Sbuffo e prima di uscire di casa, mi blocco a squadrare la mia figura riflessa nello specchio all'ingresso.

Ho messo la collana di Paulo.

Indosso la catenina con il ciondolo a forma di libro che mi ha regalato a Natale: tanto questa sera lui non ci sarà, quindi sinceramente non so perché io l'abbia fatto.

Oggi è il trentuno dicembre, ultimo giorno dell'anno duemila e diciotto, e Alvaro mi ha invitato ad andare con lui ad un cenone speciale con tutto lo staff e i giocatori della Juventus, anche se molti non ci saranno visto che sono partiti per le vacanze.

«Ciao Alvarito» lo saluto col sorriso sulle labbra, non appena entro in macchina e mi siedo sul posto del passeggero, accanto a quello del guidatore.

«Ehi Noemi» ricambia immediatamente il sorriso.

Oltre al fatto che il suo invito sia stato un enorme onore per me, non mi andava di passare Capodanno con i miei genitori e la madre di Paulo, visto che mia sorella e l'argentino sono partiti insieme con destinazione Dubai ieri sera e non ci sarebbero stati.

«Sei bellissima» sussurra mentre siamo in viaggio verso il locale.

Arrossisco lievemente e gli angoli della sua bocca si alzano ancora di più all'insù, se possibile.

«Grazie, anche tu» rispondo.

In Alvaro posso dire di avere trovato un buon amico: è simpatico, divertente e dolce.

So che prima o poi lui si stancherà di essere solamente amici, ma per adesso questa situazione sembra andare bene ad entrambi.

Siamo arrivati al parcheggio del ristorante e il giocatore juventino sta cercando un posto libero, quando ad un tratto lo vedo stringere le mani sul volante con così tanta forza da fargli diventare le nocche bianche.

Cosa potrà essere mai successo?

«Non avevi detto che Paulo ed Oriana non erano a Torino?»

Oh mio dio.

Sbuffo e guardo con attenzione fuori dal finestrino: c'è la macchina del ragazzo dagli occhi verdazzurri parcheggiata difronte l'entrata del locale.

Hurricane - Paulo Dybala [IN REVISIONE] #Wattys2019Where stories live. Discover now