3 - Wattpad, eh?

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Alzo gli occhi al cielo

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Alzo gli occhi al cielo. Questa giornata continua a peggiorare di minuto in minuto.

«Scherziamo?» domando tra me e me, osservando con disgusto l'abito rosa antico che mia madre mi ha fatto trovare sul letto.

Non è brutto, al contrario: ha una gonna ampia che cade a balze lunga fino al ginocchio e un corpetto ricco di brillantini. È stupendo, ma mi sembra esagerato per una semplice cena, anche se l'ospite d'onore è il mio fidanzato.
A questo pensiero sbuffo sonoramente, senza riuscire a trattenermi.
Sono così masochista! So benissimo che mi arrabbierei di più se quel tipo iniziasse a invadere i miei pensieri, ma non riesco a fare a meno di nominarlo in qualche modo. Non perché io abbia delle intenzioni romantiche nei suoi confronti, bensì perché il mio ragazzo è un idiota.
Che nervi! Sono decisamente troppo stressata.
Quel tipo è irritante anche quando non c'è e la cosa peggiore e che ogni volta che penso a lui lo addito come il mio ragazzo.
Non posso definirlo in un altro modo. Quell'essere immondo mi ha fatto talmente tanto imbestialire che il solo paragonarlo a Harry mi pare un torto verso il cantante, inoltre non voglio chiamarlo con il suo nome.
Il motivo? Riaffiorirebbero troppi ricordi e non ho voglia di riportare alla mente i miei anni del liceo.

«Ti facevo più coraggiosa!» esclama una voce femminile alle mie spalle, prendendomi in giro.

Afferro l'abito per le spalline, per poi portarlo con me davanti allo specchio a figura intera, che fa parte della mia camera da quando avevo tre anni.
Camille è irritante come sempre, anche se non quanto quel tipo.

«Oh, scusate, non mi sono ancora presentata. Io sono Hope!» mi fa il verso la mia amica, guardandomi dallo schermo del laptop.

Le lancio un'occhiataccia attraverso il vetro, consapevole che lei nemmeno si sia accorta di quanto la cosa mi dia fastidio. Camille ride di gusto di fronte alla mia reazione, giocando con una ciocca dei suoi capelli biondi.

«Dai, era una battuta!» si giustifica, senza però far nulla per nascondere quanto sia divertita.

Siamo in videochiamata su Skype.
Quando siamo andati al McDonald Camille ha brontolato un po' perché non sono stata io a darle il mio numero, bensì l'essere - Ho appena deciso di nominarlo così.
Abbiamo trovato un compromesso, dopo un'oretta di accuse del tipo: «Sei una maniaca di blockbuster, ecco perché non mi vuoi dare il tuo numero personalmente!» o ancora «Tu sei diventata mia amica solo per farmi comprare qualcosa, ma io non cederò! Sarò sempre team Netflix!» più altre stupidaggini che mi hanno fatto venire il mal di testa e che non riporto.
Alla fine le ho dato il mio contatto di Skype, ma solo perché ha cercato di consolarmi - riuscendoci in parte, lo ammetto.
Ho fatto lo stesso con Matt, ma questa sera deve vedersi con qualche suo amico, quindi non è online.
Beh, non che sia importante. Ho già una certa biondina a cui badare. Non posso gestire entrambi perché sono troppo nervosa e sono quasi certa che, se a tormentarmi fossero in due, darei di matto.

Voglio rimanere SingleWhere stories live. Discover now