38 - Ha detto di no.

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Mi trovo in una stanza dall'orrido arredo violaceo

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Mi trovo in una stanza dall'orrido arredo violaceo. Lo sono le poltrone, le tende che si ergono fiere ai lati del mega-televisore e perfino il pavimento e le pareti. Ogni cosa.
Mi chiedo seriamente che problemi abbia la famiglia di Ace con i colori. Hanno una specie di avversione?
Rick però non sembra disgustato quanto me dalla cosa, anzi se ne sta proprio fregando.

«Che film vuoi vedere?» mi domanda, lasciandosi cadere su una delle sei poltrone del cinema. Quella in mezzo, nella prima fila da tre.

«Non so nemmeno come si accende questo affare.» ammetto sospirando, grattandomi il collo.
Spero che Rick non si accorga di quanto sono nervoso.

So che non ve lo aspettavate, ma al momento ho un drama interiore. Qualcosa che non può essere risolto davanti a una tazza di tè, parlando con Crush.
Da una parte non vedevo l'ora di rimanere da solo con lui, dall'altra parte mi serve una bombola d'ossigeno. E subito. Perché Rick sta sorridendo e ha due maledette fossette.

Le fossette, si sa, sono la morte di tutti coloro che leggono young adult. Sono decisamente sexy.

Vado verso di lui, cercando di calmare il mio cuore impazzito.
Sono felice di essermi allontanato da quei ricconi e che Rick sia con me, perché - anche se ho accettato di partecipare alla festa - non so ancora bene come dovrei comportarmi con lui. Quindi preferisco se rimaniamo soli, così potrò capirlo.

«Tutto ok, Matthew?»

Dannazione! Perché deve avere una voce così sensuale? Il mio nome suona maledettamente bene fra le sue labbra.

Ok, devo darmi una calmata. Sembro uscito da uno di quei libri di L.A. Casey, della saga di Love. Un adolescente in piena crisi ormonale che pensa solo al sesso.
Il problema è che Rick mi fa pensare solo al sesso e mi sento un pervertito, perché ogni sua mossa mi fa un certo effetto e non mi era mai capitato prima d'ora. Non sono mai stato tanto preso da un ragazzo e questo mi sconvolge.

«Matthew?»

Rick si posa una mano sulla guancia, appoggiando il gomito al bracciolo della poltrona. Mi guarda con i suoi penetranti occhi verdi, in attesa, e io mi sento scosso. I miei ormoni non si riprenderanno facilmente da questa visione, poco ma sicuro.

Mi sento come se fossi tornato quattordicenne, alle prese con il mio primo amore, e dato che sono finito in friendzone non è incoraggiante.

«Mai stato meglio.» rispondo, sperando di essere risultato accattivante, dopo avergli scoccato un sorriso impertinente.

Caro Dio, fai che non si accorga che potrei benissimo sciogliermi come un ghiacciolo al sole, solo perché mi sta squadrando.

«Mi sembri un po' strano... Ma farò finta di crederti.» ridacchia.

Non strano, Rick. Sono in panico.

So che sono io quello che ha voluto - e vuole - rimanere da solo con lui, ma non so che fare. Non so se posso chiamarlo il mio ragazzo, dopotutto non siamo nulla di preciso, anche se ci stiamo frequentando. Non so nemmeno cosa pensare, l'unica cosa di cui sono certo è che non riuscirò a convivere facilmente con queste emozioni. Quella che ho per Rick non è una semplice cotta.

Voglio rimanere SingleWhere stories live. Discover now