Extra - Ex e frullati.

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Il nostro primo incontro è stato, in una parola, un disastro

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Il nostro primo incontro è stato, in una parola, un disastro. Avevo la maglietta fradicia e appiccicaticcia, i capelli che sapevano di fragola e la gonna grondante di frullato.

Già, Ace è stato un vero dannato incubo fin dal principio.

flashback
Bronx High School of science

Oggi è proprio una bella giornata: e chi mi conosce bene sa che sono ironica. Ovviamente la sveglia doveva suonarmi in ritardo, facendomi perdere il bus - non ammetterò mai che la colpa è mia per averla posticipata di soli cinque miseri minuti. Per non parlare della mattinata: è stata orribile. Alla prima ora quella strega della Wilson aveva voglia di interrogare - e indovinate chi ha beccato? Sapete, visto che ero già in piedi - e grondante di sudore per aver corso in corridoio per arrivare in tempo, aggiungerei - tanto valeva che mi offrissi volontaria. Ma dove siamo? Agli Hunger Games?

Per fortuna è finita - anche se mi sono ritrovata con un'insufficienza a farmi compagnia e un certo qualcuno lassù continua a ridere delle mie disgrazie. Come faccio a saperlo? Grazie a Jackson, il mio ex-fidanzato, che proprio adesso mi si è parato di fronte con quella sua maledetta faccia da schiaffi. Come ho fatto a starci insieme un intero mese, solo Dio lo sa!

Giustamente, dato che la mia vita è una barzelletta tragicamente divertente, ci mancava solo lui. Dopo il ritardo, la piacevole passeggiata che ho fatto solo per poter conversare amorevolmente con Belzebuub - o prof Wilson per gli amici - e le altre ore di pura noia - ore che non torneranno mai più! - mancava solo il pranzo indigesto. Perché di sicuro non riuscirò a mangiare come si deve con questo tizio che mi sta attaccato come una cozza allo scoglio. Volevo solo starmene in pace con il mio pasto, ma a quanto pare non posso proprio starmene tranquilla oggi.

«Se vuoi posso concederti delle ripetizioni.» mi ha approcciato così, il caro Jack. È un tipo decisamente alla mano e per nulla molesto, come potete notare. Vorrei tornare indietro nel tempo solo per riempire di ceffoni quella me che era convinta che fosse una fortuna averlo come compagno di classe in diversi corsi - tra cui biologia, l'ora della sempre sorridente Miss Wilson.

Lo ignoro, sorpassandolo con una spalllata.

«Che c'è? Non ti va ancora giù che ti ho mollata? Sei piuttosto infantile, sai?» mi richiama.

Non gli rispondo, perché non vale la pena dare aria alla bocca per un tipo del genere - e poi sono io che ho lasciato lui, anche se Jack va in giro a dire che è il contrario per mantenere intatto quel poco orgoglio che gli resta. La dignità, invece, l'ha persa tempo fa.

«Andiamo Lis, almeno guardami!»
Come facevo a trovare piacevole quel soprannome?

Con il mio vassoio in mano, comincio a sondare l'intera mensa alla ricerca di un posto - possibilmente isolato. Non lo trovo, tutti i tavoli sono occupati e c'è una gran confusione, tra schiamazzi e urletti. Soprattutto per colpa di un certo rampollo ricco da far schifo sdraiato su un tavolo praticamente vuoto con il solo scopo di dar fastidio: Ace Young, o come lo chiamo io Finto-Harry. Ha gli occhi verdi e i capelli corvini, sembra che stia facendo un cosplay riuscito male di Styles. Non gli ho mai rivolto la parola, ma se Jack che pareva gentile si è rivelato un idiota, rabbrividisco al pensiero di uno come lui - che si mostra apertamente stupido. Ma almeno non si traveste da dolce pecorella per poi rivelarsi un lupo, come il molestatore che continua a stalkerarmi e a chiamarmi a gran voce, quindi mi dirigo verso di lui. La mensa non è solo sua e io devo sedermi per poter mangiare il mio hamburger.

Voglio rimanere SingleWhere stories live. Discover now