Extra - Suo.

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Prendere quella bottiglia di vino probabilmente non è stata la scelta più saggia che potessi prendere. Questa è la conclusione a cui sono giunto, nell'esatto momento in cui Alanis White, la stessa donna che urlava a gran voce che non mi avrebbe mai sposato, si tira via tutti i vestiti, intimo compreso.

Dovrei esserne onorato, voglio dire sono più ubriaco di lei, tanto che quasi non mi reggo in piedi, e lei pare desiderarmi, nonostante mi senta come uno straccio. Mi sono lavato i denti dopo aver vomitato? Spero di sì, perché Alanis si sta abbassando sul divano, nel quale sono seduto, per donarmi un bacio sulle labbra.

«Aspetta...» borbotto, in un attimo di lucidità, prendendola per le spalle per allontanarla da me. Il suo fiato è caldo, ma sa di alcol, esattamente come il mio. Forse tutto questo è uno sbaglio. Lei mi odia.

Pensavo che del buon vino avrebbe alleggerito l'atmosfera, facendoci dimenticare il nostro quasi-bacio, ma ha solo peggiorato la situazione. Le sue labbra sono rosse come ciliegie, il suo corpo è più invitante del previsto e lei pare completamente su di giri. Vorrei davvero lasciarmi andare, accarezzare le sue forme e succhiarle la bocca, ma non voglio che si dimentichi la nostra prima volta. E non voglio scordarla nemmeno io.

Al liceo Alanis rappresentava il mio sogno, ero completamente cotto di lei, il solo guardarla mi faceva finire il cuore in gola e iniziavo a sudare come un moccioso ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano. Non voglio che il mio primo amore sia ridotto a questo: un freddo rapporto di una sola notte. Voglio sposarla.

«Ace, ci stai pensando troppo.» mi dice, accarezzandomi il petto da sopra il tessuto. Grazie a Dio ho ancora la maglietta.
«Il tuo amichetto sembra in difficoltà. Non vuoi aiutarlo?» domanda poi, facendo scendere una mano in basso bruscamente, con un gesto deciso.

Mi tocca da sopra i jeans, sfiorandomi come se non desiderasse nient'altro. Non è gentile, né delicata, è determinata e vogliosa, tanto da non avere alcun timore nell'afferrarmi la linguetta della cerniera, per abbassarla. Le prendo il polso, fermandola prima che riesca a vedermi i boxer.

«No. Ana non possiamo.» le dico, cercando di non pensare a quanto la sua pelle sia morbida e profumata.

Mi sto aggrappando all'ultimo granello di raziocinio che mi resta, ma fra il vino e Alanis è difficile condurre un pensiero coerente. Vorrei solo stendermi sul divano, levarmi tutti i vestiti e supplicarla di farmi ciò che desidera.

«Perché? Lo vogliamo entrambi.» sussurra, muovendo il braccio per farmi finire la mano, che ancora la tiene, sulla sua intimità. È bagnata, i suoi umori mi colano sul dorso, portandomi a mollare la presa per allontanarmi. Stavolta però è lei a prendermi per il polso e la sua stretta è molto più forte della mia. Muove il bacino e improvvisamente la sento sulle dita.

Senza volerlo - o forse è il contrario? - metto a tacere la mia coscienza e la stuzzico, piegando l'indice per accarezzarla. Non riesco a essere rude come al solito, la tocco piano, gustandomi il suo volto che cambia espressione, passando da sorpresa a eccitata. Adoro come si contorce sopra di me, come si stia mettendo a cavalcioni per non crollare sulle gambe, come avvicina il suo viso al mio, come mi lambisce la labbra, invitandomi a farla godere di più.

Voglio rimanere SingleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora