13 - Sore Point

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Il crescente successo portò inevitabilmente con sé crescenti problemi. Primo fra tutti, il sospetto da parte di Jem che tra Will e Sara si stesse sviluppando una certa attrazione. Li aveva osservati attentamente per giorni e avrebbe potuto giurare di aver visto del tenero tra loro. Ogni volta che erano vicini scherzavano e si pizzicavano come due piccioncini.

Un pomeriggio erano riuniti a casa di Will a scrivere. Quest'ultimo aveva un'espressione assorta, teneva i gomiti poggiati sul tavolo e giocherellava con la sua matita, passandosela distrattamente tra le labbra. Quando si accorse che Sara lo fissava ammaliata, ebbe un breve sussulto che gli fece cadere la matita sul tavolo, facendoli trasalire tutti, Jem incluso, il cui occhio cadde all'istante sullo sguardo venerante ancora stampato sulla faccia di Sara; poi Will si schiarì la voce e chinò impacciato il capo sul suo diario, imitato da Sara che riprese a scrivere facendo finta di niente. Era stata una cosa di pochi secondi, ma era bastata a Jem per intuire che ci fosse una qualche connessione segreta tra i due.

La prova schiacciante di quei foschi presentimenti sembrò presentarsi quando gli amici vennero a passare quel pomeriggio da lui. Mentre Jem era impegnato al piano con la Sonata al chiaro di luna di Beethoven, Sara si era accomodata su uno sgabello e stava posando per uno dei ritratti di Will. Niente di strano fin qui, Will l'aveva ritratta altre volte. Eppure stavolta Jem percepì nell'aria una forte complicità tra i due, nel loro atteggiamento e modo di scherzare. Era un continuo scambio di battutine e risolini. E che sguardi languidi...

Eccoli lì, Venere e Adone: la dea della bellezza e il ragazzo perfetto. E lui? Beh, lui era Ade, ovvio, spettatore di quell'idillio direttamente dagli Inferi. Era proprio lì, davanti a loro, ma era come se non ci fosse. Si sentiva un estraneo, si sentiva... tradito.

Il risentimento passò dal cuore dritto alle sue dita che premettero con crescente energia sui tasti, portandolo a concludere la celebre melodia con note gravi e pesanti che riempirono la sala di un'atmosfera cupa.

«Caspita, che sentimento!» si complimentò Sara voltandosi nella sua direzione.

«Un'esecuzione davvero appassionata» confermò Will colpito.

«Grazie. Oggi mi sento particolarmente... ispirato» sibilò Jem, lanciando occhiate serpentine a Will che stava pigramente mettendo a posto alcuni fogli da disegno.

«Oh cielo, è già così tardi? Io vado, ragazzi, ci aggiorniamo sul gruppo» esclamò Sara raccogliendo la sua borsa, lanciando un bacio nell'aria e sparendo oltre la porta. A quel punto, Jem aprì in silenzio il suo quaderno di musica e si mise a scrivere con foga senza degnare di uno sguardo Will, il quale stava riponendo i pennelli in ordine di grandezza nella loro scatola con tutta la calma del mondo.

«Allora?» gli chiese a un certo punto Will mentre chiudeva un tubetto di colore, cogliendolo di sorpresa.

«Allora cosa?» fece Jem confuso mentre riversava una sfilza di note sul pentagramma senza sollevare il capo.

«È tutto ok?»

«Sì. Tutto ok. Perché?»

«Oggi mi sembri un po'... alterato. Qualcosa ti turba?»

Jem si lasciò sfuggire un sorriso amaro. "Sapessi..."

«Oh, no. Temo che la tensione per quello che ci attende cominci a farsi sentire. Manca solo una settimana all'inizio del Grand Tour ormai.»

«Sì, è vero. Non ti nego che anch'io sono un po' in ansia per quello che ci aspetta» ammise dal canto suo Will. «Ti dispiace se lo lascio qui? Dovrei finirlo domani, mi mancano solo gli ultimi dettagli» fece indicando la tela sul piedistallo con il ritratto di Sara. Jem scosse distrattamente il capo, continuando a scarabocchiare una nota dietro l'altra.

«Ok, grazie» fece Will chiudendo il suo kit da pittura e facendo per andarsene.

«Ti piace Sara?» gli domandò Jem di punto in bianco staccandosi dal foglio e guardandolo dritto negli occhi con astio. Pareva un drago pronto a sputare fuoco.

«Cosa? Certo che no!» rispose Will sulla difensiva voltandosi di scatto verso di lui. «Voglio dire: è una ragazza meravigliosa e tutto ma... è Sara! È come una sorella per me, lo sai. Perché pensi questo? Ho fatto forse qualcosa di strano?»

«Oh, ehm... No no, niente di strano» borbottò Jem scuotendo di nuovo il capo, mentre la tensione che aveva addosso si allentava un poco. «È che vi ho visti particolarmente affiatati negli ultimi tempi e mi... mi domandavo se ci fosse qualcosa... di più tra voi.»

«Tu credi? A dire il vero, a me non sembra che ci comportiamo diversamente dal solito. E anche lei mi sembra piuttosto normale, per quanto sia limitante definire "normale" una ragazza come lei» disse candidamente Will cercando di alleggerire l'atmosfera. «Da parte mia non c'è nulla di più, comunque. Hai fatto bene a chiedermelo. Non ho niente da nascondere e non voglio che ci siano malintesi tra noi.»

«No, infatti. Volevo giusto esserne certo. Sai che ci tengo al nostro legame.»

«Te l'ho detto e te lo ripeto: i miei sentimenti per Sara non vanno oltre l'amicizia» insisté Will con franchezza, poggiandogli una mano sulla spalla. «Anch'io ci tengo a noi. Più di ogni altra cosa. Se saremo sinceri l'uno con l'altro, non avremo di che preoccuparci» concluse guardandolo dritto negli occhi. Jem si sottrasse d'istinto a quello sguardo indagatore e annuì sovrappensiero.

«Pensi di partire più sereno adesso?»

«Sì, penso di sì. Grazie del... chiarimento.»

«Figurati! Per gli amici, questo e altro» fece Will stringendogli brevemente la spalla e andando via, lasciandolo in compagnia del ritratto incompleto di Sara. 

The DreamersWhere stories live. Discover now