22 - Three Stars Are Born

258 34 98
                                    

Il pomeriggio del 17 agosto i tre montarono sul suv del padre di Sara, il portabagagli carico di zaini e valigie, e partirono in direzione di Venezia. Finita l'ultima presentazione dell'indomani, avrebbero proseguito la loro vacanza da perfetti turisti, dedicandosi alla scoperta delle meraviglie della Serenissima. Fecero tutta la strada a commentare la scaletta che avevano preparato per l'ultima tappa del loro Grand Tour e a fantasticare su ciò che avrebbero visto.

«Mi raccomando, occhi aperti» raccomandò il signor Villa ai ragazzi col suo cipiglio severo e pragmatico, da uomo d'affari, dopo aver scaricato i loro bagagli davanti al molo di Porto Marghera: da lì sarebbe partita l'imbarcazione che li avrebbe portati a Venezia.

«Ok, papi. Grazie di tutto» rispose Sara abbracciandolo con affetto. Era l'unica persona al mondo capace di intenerire quell'uomo tutto d'un pezzo. Dopo i saluti, i tre raggiunsero la passerella dove li attendeva il capitano dell'imbarcazione.

«Benvenuti! Sono il capitano Flegias, la vostra guida per stanotte. Accomodatevi pure» disse l'uomo in tono cordiale. I tre ringraziarono e salirono a bordo. La misteriosa e affascinante Venezia li attendeva oltre quel circoscritto e affascinante lembo di mare.

«Altro che barca... questo è uno yacht!» esclamò Sara entrando e ammirando meravigliata gli interni lussuosi delle cabine.

«Sbaglio o qui c'è lo zampino del padre di Jem?» indagò Will depositando valigia e zaino in un angolo. L'interpellato sogghignò e scrollò le spalle sulla difensiva. «Ho provato a dissuaderlo, ma è stato irremovibile. Voleva contribuire a rendere unico il nostro diciottesimo compleanno.»

«Oh, lo sarà di certo, amico! Quell'uomo sa il fatto suo» affermò Will guardandosi attorno incredulo, le mani sui fianchi.

Alle otto i tre amici partirono per la loro mini crociera sulla laguna veneziana. Sistemarono le loro cose in camera e si radunarono nella cabina principale arredata come un salotto, con un ampio divano a L su un lato e un basso tavolino al centro, faretti sul soffitto e finestre panoramiche ai due lati. Si sedettero a terra attorno al basso tavolino al centro e tirarono fuori il loro "kit di sopravvivenza" in assenza di rete e segnale wifi.

«Questa serata già merita per il solo fatto che siamo disconnessi dal resto del mondo» scherzò subito Jem. Will fece un cenno d'approvazione e si sfregò le mani entusiasta mentre Sara metteva su il broncio nonostante, sotto sotto, fosse d'accordo con loro. Giocarono a Cluedo e Uno, guardarono un paio di puntate di Shadowhunters sul tablet di Jem, scattarono selfie a raffica e mangiarono junk food sulle note delle playlist di Spotify scaricate da Will. La serata passò così piacevolmente che, senza che se ne accorgessero, si era fatta quasi mezzanotte.

«Alle bottiglie!» urlò Sara come un vero capo ciurma, andando all'assalto del frigo che rivelò al suo interno un'abbondante varietà di alcolici.

«Alla faccia, che assortimento» esclamò Will sgranando gli occhi.

«Avevi dubbi? Ho solo fatto la mia parte» ridacchiò Sara facendogli l'occhiolino. «Non dobbiamo ancora guidare e comunque non qui, perciò... che i festeggiamenti abbiano inizio!» annunciò afferrando una bottiglia di spumante e uscendo sul ponte della barca seguita a ruota da Will e Jem.

«Ragazzi, mancano due minuti» li avvisò trepidante Sara, distribuendo i calici agli amici e passando a rimuovere l'incarto della bottiglia.

«Tre, due, uno...»

Un attimo prima che Sara stappasse la bottiglia Will e Jem gliela agitarono tra le mani, facendo saltare il tappo in aria e schizzare fuori una fontana di spumante che le si riversò addosso, bagnandole maglietta e pantaloni.

«Aaaah, pezzi di mer...» urlò Sara mentre i due ridevano come matti. Ma Sara non tardò a vendicarsi e in un attimo rovesciò lo spumante anche su di loro. Con la restante metà del contenuto riempirono i bicchieri e si strinsero in cerchio.

«A noi: finalmente maggiorenni!» dichiarò Sara scostandosi una ciocca umida dal viso.

«Auguri a noi!» I tre alzarono i calici e brindarono. Poi li riempirono nuovamente.

«Alla nostra amicizia» disse Jem.

«A Venezia, il gran finale» esclamò Will.

«Del miglior Grand Tour di tutti i tempi» continuò Jem.

«Con la miglior compagnia del mondo» concluse Sara avvicinando per la seconda volta il suo calice agli altri due. Vuotata la bottiglia, i tre si appoggiarono al corrimano e rivolsero lo sguardo alla striscia luminosa all'orizzonte immersa nella laguna buia.

«Eccola là. Che meraviglia» sospirò Sara con gli occhi velati di emozione.

«Vedete il campanile di piazza San Marco?» fece Will puntando il dito davanti a sé.

«Dove? Oooh, sì!» esclamò Sara individuando la punta della celebre torre illuminata.

«Ora capisco quando dicono che sia la città più romantica del mondo» commentò Jem assorto nella contemplazione di quello scenario da sogno.

«Ehi, romanticoni, avete espresso il vostro desiderio?» domandò Sara curiosa.

«Sì» confermarono i due interpellati.

«Anch'io» confessò Sara euforica.

«E scommetto che muori dalla voglia di dircelo» azzardò Will.

«Come sempre» sogghignò Jem. Sara alzò gli occhi al cielo limpido e punteggiato di stelle e sorrise.

«Vorrei che questa notte non finisse mai. Che le emozioni di questo viaggio non finissero mai.»

«Un desiderio impegnativo» disse Jem sollevando un sopracciglio.

«Può darsi. Ma mi piace sognare l'impossibile» spiegò Sara rapita dalla magia di quella notte.

«Da brava Dreamer» constatò compiaciuto Will. «Credo che tu mi abbia letto nel pensiero, comunque: avevo espresso lo stesso desiderio.»

«Siamo in tre, allora» si unì Jem guardandoli entrambi con i suoi occhi neri come la notte.

«Oddio... posso piangere?» fece Sara commossa portandosi le mani alle guance.

«Direi di no. Sai che non vorremmo mai vederti piangere» le rammentò Jem.

«Ma se sono lacrime di felicità, possiamo fare un'eccezione» concesse Will con un sorriso suadente.

«Sognatori e maggiorenni» sospirò Sara schiarendosi la voce e asciugando con la mano due piccole lacrime che non era riuscita a tenersi dentro. «Ok, possiamo andare a bere adesso?» propose tirando su col naso e raggiungendo spedita la cabina.

«Fa tanto l'eroina ma, in realtà, è così sensibile» rifletté Will ad alta voce, passandosi una mano tra i capelli mossi dalla brezza serale e rivolgendosi apprensivo in direzione di Jem.

«Tutti noi lo siamo» mormorò questi lanciandogli un ultimo sguardo penetrante prima di seguire Sara dentro.

The DreamersWhere stories live. Discover now