40 - Lost Memories

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Jem si staccò dalla porta contro la quale si era appoggiato dopo l'inatteso saluto di Sara e percorse il corridoio con passo lento. Cosa voleva dire quel bacio? Probabilmente nulla, pensò; eppure il suo sguardo e il modo in cui gli aveva parlato sembravano diversi dal solito... O forse no? Magari si sbagliava, magari era solo una sua impressione.

Avanzando lungo il corridoio, Jem notò che la porta del ripostiglio era socchiusa e l'occhio gli cadde sugli ultimi scatoloni lì ammassati: erano le cose di Will, scaricate frettolosamente in quell'angolo buio in attesa di una sistemazione migliore, che non c'era ancora stata.

Dopo il funerale, i genitori di Will avevano deciso di mantenere intatta la sua stanza così come l'aveva lasciata, donando a Sara e a Jem tutto ciò che non era appeso alle pareti, sicuri che lui avrebbe voluto così. Sara aveva ricevuto il suo kit da pittura, le tele, gli album da disegno, le bozze. La prima cosa che aveva fatto era stata tappezzare di più disegni e dipinti che poté la sua camera. Jem, invece, aveva ricevuto in eredità tutti i suoi quaderni e diari, pubblici e privati, con appunti, poesie e pensieri sparsi. Quell'infelice giorno di fine agosto, Jem aveva controllato con i genitori di Will tutti i suoi effetti personali che avevano poi riposto in svariati scatoloni, tra cui quelli che gli stavano davanti. Volevano accertarsi che Will non avesse lasciato alcun messaggio o indizio che potesse lasciar presagire il perché di quella fine. Avevano setacciato la sua roba in lungo e in largo, ma non avevano trovato nulla di sospetto.

Jem doveva ammettere di aver avuto paura a tenere in camera quell'archivio traboccante di ricordi così intensi. Paura che sottoposto alla costante vista di quel comune e doloroso passato potesse perdere la testa e, come Sara, fare qualcosa di cui si sarebbe potuto pentire. Per questo li aveva tenuti in quel ripostiglio in mezzo ad altre cianfrusaglie, lontano dalla sua vista. Ma non li aveva dimenticati. Non doveva dimenticarli. Era giunto il momento di trovargli una degna sistemazione. A uno a uno trasferì gli scatoloni in camera sua, seguito dall'onnipresente Napoleone, poi si sedette a terra e si avvicinò al primo con non poca titubanza. Fino ad allora non aveva avuto il coraggio di toccare le sue cose ma adesso si sentiva pronto ad affrontare la sua memoria.

Aprì lo scatolone più vicino e ne estrasse poco alla volta il contenuto riponendolo con cura sul pavimento davanti a sé. C'erano quaderni e diari di scuola, raccoglitori, fogli di album, agende, agendine e taccuini di varia forma e colore. Dopotutto, componevano da quando avevano imparato a leggere e scrivere. Storie, filastrocche, scioglilingua, poesie: dodici anni di carta, inchiostro, colori e tanti, tanti ricordi. Si ritrovò a sfogliare pagine e pagine di diari personali fitte di poesie, riflessioni e bozzetti. Sfiorò quelle pagine così intime che aveva la fortuna di leggere, lasciandosi sfuggire un sorriso nostalgico nello scorrere i suoi scritti, gli scarabocchi, le correzioni, le citazioni di opere famose, i piccoli ghirigori agli angoli delle pagine. Sentì salirgli un pizzicore agli occhi. Il suo migliore amico gli mancava da morire.

In cima al piccolo mucchio che aveva creato sul pavimento c'era il suo ultimo diario in pelle. Quello del loro ultimo, folle anno insieme. Era stato un anno particolarmente intenso: la creazione del loro Manifesto, la pubblicazione delle poesie, il loro primo tatuaggio, le reading, i fan, il successo, il Grand Tour. Un anno indimenticabile.

Jem aprì il diario e lasciò scorrere rapidamente le pagine dall'inizio alla fine. Era forse il diario più saturo in assoluto, Will non aveva lasciato uno spazio bianco. Era così meticoloso... Sfogliò distrattamente le prime pagine del diario, soffermandosi ad ammirare gli schizzi tracciati con mano abile e a leggere alcuni passi.

La sua attenzione a un certo punto venne catturata da un brano con una data troppo recente per essere tra le prime del diario; in più, una "J" e una "S" si ripetevano a distanza ravvicinata. Non capiva. Le ultime memorie sul diario di Will finivano in data 12/06/18, appena prima che iniziasse il Grand Tour. Eppure, ora che ci pensava, Will aveva portato il diario con sé durante tutto il viaggio.

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