26 - Fall Out

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I festeggiamenti per il loro compleanno e per il successo del tour proseguivano alla grande quella notte. Dopo aver perso il conto dei brindisi, Will e Jem erano usciti nuovamente sul ponte della barca. Inspirarono a pieni polmoni l'aria fresca e salmastra della laguna; sullo sfondo, le luci magiche di Venezia davano vita a riflessi dorati e luccicanti, rendendola simile a un gioiello. Avevano mandato giù più drink del dovuto e, in preda all'euforia, scherzavano e si strattonavano a vicenda. Will traballando si sporse sul corrimano, allargò le braccia e, in preda ai fumi dell'alcol, prese a recitare con sentimento versi sconnessi reggendo in mano il suo cocktail a base di rum. Dietro di lui, Jem rideva a crepapelle della sua buffa performance.

«E tu che non volevi far pubblicare le nostre poesie» sogghignò Will additando Jem in modo accusatorio. «Hai cambiato idea finalmente?»

«Beh, non posso negare che non mi dispiaccia.»

«Su, non fare il modesto» cominciò Will, scrollando il capo. «Ti do un consiglio,» biascicò barcollando e puntandogli serio l'indice contro il petto «smettila di tenerti tutto dentro. Comporre è un buon palliativo, ma non basta. Metti da parte il mondo delle idee e guarda la vita reale. Certe cose vanno affrontate prima o poi, non puoi startene lì e far finta di niente. Non reprimere le tue emozioni, Jem: affrontale per una buona volta!»

«Non so di cosa stai parlando» obiettò Jem corrugando le sopracciglia nella sua direzione. Ma a Will non sfuggì la sua espressione titubante.

«Oh, sì che lo sai» insinuò avvicinandosi ancora, con un fuoco di sfida negli occhi appannati dall'alcol. «Potresti fare di più. Potresti avere di più. Potresti avere tutto quello che desideri, cazzo! E lo sai. Ma non hai abbastanza fegato per farti avanti.»

«Ah, sì? Parli facile tu. Per te tutto è facile. Sai sempre come comportarti, dici sempre la cosa giusta... Tutti ti adorano!» sbottò Jem esasperato, serrando i pugni.

«Ok, ma tu mi conosci meglio degli altri, no? Sai che la fama non mi interessa. Sai cosa mi sta davvero a cuore. È l'amore per l'arte che condividiamo. È l'amicizia che ci lega. Sii sincero e ammetti cosa provi. Farai un favore a tutti.»

«Che ne sai tu di cosa provo?» fece Jem irritato, il sangue che cominciava a salirgli alle tempie.

«Oh, più di quanto tu ci tenga ad ammettere, amico mio. Te lo leggo negli occhi. Se non la smetti di piangerti addosso all'ombra della corazza di impassibilità che ti sei costruito, finirai per trascinarci nel baratro con te. Perché fingi che vada tutto bene quando non è così?»

«Io... ecco... non so che dire. Tutto quello che abbiamo vissuto è incredibile, certo. È un sogno che si realizza, ma... a volte vorrei solo che tutto tornasse com'era prima» ammise Jem con una smorfia d'inquietudine sul viso, piegandosi sconsolato sul corrimano dello yacht.

«Ma non possiamo tornare indietro, giusto? Perciò datti una mossa e valle a dire cosa provi. Adesso!» lo spronò Will, dandogli uno strattone.

«No, non lo farò! Non voglio... non posso farlo» gemette quest'ultimo in preda a tormentati sospiri.

«Certo che puoi! Tu puoi fare tutto, Jem. Quando lo capirai?» insisté Will.

«Non posso. Non posso farlo.»

«Benissimo, se non glielo dirai tu lo farò io! Questa situazione sta diventando insostenibile» dichiarò Will dandogli le spalle e facendo per rientrare in cabina.

«Non ti azzardare...» gli urlò dietro Jem, raggiungendolo e bloccandogli il braccio.

«Non mi dai altra scelta, Jem. Sono stufo di vivere nella menzogna» protestò Will dandogli a sua volta un altro strattone per scrollarsi la sua presa di dosso.

«E io sono stufo di sentirti decidere per me perché credi di fare sempre la cosa giusta» urlò Jem in un impeto di rabbia, spingendolo con violenza contro il bordo dell'imbarcazione. Il vetro si infranse in mille pezzi contro il pavimento mentre Will barcollava all'indietro, batteva forte la schiena e perdeva l'equilibrio, precipitando in mare.

«Mio Dio, che cosa ho fatto?» mormorò inorridito Jem a se stesso, gli occhi sbarrati e il cuore in gola. Si sporse e vide l'amico annaspare in acqua. Avrebbe voluto fare qualcosa... ma non ci riusciva, non riusciva a muoversi: le sue membra erano paralizzate dal panico. Nel frattempo Will si dimenava in quella liquida massa nera, lottando per restare a galla mentre l'oscurità incombeva su di lui.

«Jem, aiutami! Non lasciarmi... ti prego... Jem!» lo implorava Will cominciando a bere acqua. Ma Jem rimase immobile. L'alcol gli annebbiava la mente, impedendogli di pensare lucidamente.

Perché l'aveva spinto? Da dove era uscita fuori quella rabbia? Dopotutto, Will non aveva fatto altro che dire ad alta voce la verità che lui rifiutava di ammettere. Come era potuto arrivare a tanto?

La vertigine che lo attanagliò lo fece imprecare e crollare in ginocchio; si prese la testa tra le mani e urlò in preda alla disperazione, precipitando nel buio più totale.    

The DreamersWhere stories live. Discover now