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Quando il giorno dopo Charles riesce a segnare il miglior tempo fra quelli che, come lui, hanno girato con gomme medie, ricevo per la prima volta in Scuderia Ferrari un po' di soddisfazione tutta mia. Edoardo è rimasto stupito dal lavoro che ho svolto ieri e si è complimentato più volte. Anche Mattia, che fino ad oggi non mi aveva considerato molto, è venuto a cercarmi per scambiare due parole.
Quando lo racconto al telefono ai miei genitori sono entrambi molto soddisfatti e io sono davvero fiera di me per essere riuscita a renderli orgogliosi.
Insomma, tutto sembra andare a meraviglia.

Alla sera, dopo che i nostri due piloti hanno finito di rispondere ai mille giornalisti che li aspettano sempre a fine sessione, tutto il team si riunisce per un breve resoconto dei test di questa settimana e qualche dritta per i prossimi.
"Il confronto con le Mercedes sarà cruciale, considerando anche la pressione degli sponsor in quest'ultimo periodo. Anche le Red Bull sono sembrate molto competitive fin da subito" ci spiega Mattia "È perciò necessario che vengano migliorati i setup che abbiamo testato in questi giorni. Tenetevi in contatto con i colleghi a Maranello per le nuove disposizioni riguardo l'aerodinamica e cerchiamo di capirci qualcosa di più su queste nuove gomme, che al momento sembrano favorire tutti tranne noi. Seb e Charles avete fatto un ottimo lavoro, non è però questo il momento di mollare, perciò è meglio che vi esercitiate ancora al simulatore in questi giorni e che non saltiate la preparazione atletica".
Dopo aver assegnato ad ognuno un compito da svolgere in questi cinque giorni che ci separano ai prossimi test, Mattia ci lascia la serata libera, non senza le dovute raccomandazioni.
Nessuno se lo aspettava, perciò rimaniamo tutti un po' spiazzati quando si tratta di decidere cosa fare.
Sebastian risolve però il problema proponendo una birreria in centro, da vero tedesco, e siamo tutti d'accordo.

Dopo quasi un'ora passata a girare a vuoto constatiamo che non esistono birrerie come le intende lui qui a Barcellona, perciò ci infiliamo in un pub qualunque per non morire di freddo.
Pessima idea, caro Seb.
Il locale è pieno di ragazzi sulla ventina e mi sento parecchio a disagio per tutti i colleghi che avevano seriamente intenzione di bersi una birra in tranquillità. La musica vibra a ritmo latino e vengono serviti solo cocktail scadenti per pochi euro.
"Ma voi giovani vi divertite in questo modo?" mi urla Sebastian all'orecchio per sovrastare il volume delle casse. Rido di cuore della sua espressione perplessa e alzo le mani come per dire 'ormai va di moda così'. Come se non bastasse, inizia a formarsi intorno a noi una calca di gente che vuole foto e autografi e decidiamo di andarcene il prima possibile.
Sconfitti dal freddo e dalla vita, stiamo per arrenderci e tornare in hotel quando ad un certo momento Laura nota un cartello che indica un punto panoramico e decidiamo di seguirlo per vedere dove ci porta. Dopo una lunga camminata arriviamo finalmente su una collinetta che dà sul porto, in cui stanno attraccate due navi da crociera. Queste risplendono di mille lucine gialle creando un'atmosfera molto suggestiva e rimaniamo tutti in silenzio a farci cullare dal rumore delle onde e dalla magia delle illuminazioni. Ci sono anche altre persone oltre ai noi: alcuni scattano delle foto, qualche coppietta se ne sta appartata dietro un albero e un gruppetto di ragazzi fuma ascoltando la musica demodè di una radio.
Noto che Charles è rimasto un po' più distante e vorrei andare a parlargli, anche se non saprei cosa dire. Decido perciò di fare in modo di finire insieme a lui in fondo al gruppo, allacciadomi una scarpa proprio mentre gli altri iniziano a tornare indietro. Camminiamo per un po' a fianco, ma nessuno dei due emette una sillaba, per paura di dire qualcosa di banale.
Ci pensa Cecilia a intromettersi, telefonandomi.
"Pronto?"
"Emmina!" strilla nella cornetta talmente forte che anche Charles a fianco a me la sente e si mette a ridacchiare.
"Allora cosa mi racconti? Hai fatto stragi di cuori?"
Appena intuisco dove vuole andare a parare cerco disperatamente di abbassare il volume senza farmi notare da lui, ma mi dimentico di risponderle.
"Mi senti?" grida ancora più forte "dicevo se ti sei presa la rivincita con Cha..."
"Sisi ti sento ti sento non urlare" la interrompo appena in tempo "va tutto bene grazie. La rivincita con Alberto? Ma certo, appena torno! Ti chiamo quando sono in albergo, ciao Ceci" le dico velocissima e riattacco prima che combini un disastro.
Per tutto il tempo Charles mi ha guardata con un sopracciglio alzato e ha riso della mia goffaggine, ma meglio così piuttosto che fargli sapere in diretta quanto spettegolo su di lui con la mia migliore amica.
"Tutto bene?" mi chiede poi.
"Sì sì tutto apposto" rispondo con le orecchie che vanno a fuoco per l'imbarazzo.
"Se hai riattaccato per me, sei stata molto gentile ma potevi parlare con la tua amica"
"Ehm sì, cioè no, non prendeva bene" invento.
"E Alberto è il ragazzo di sabato?"
Però, non gli sfugge proprio niente.
"Esatto, chiedeva quando andiamo di nuovo sui kart"
"Non gli è andato giù di essere stato superato all'ultima curva" commenta con la stessa luce di ieri negli occhi.
"Direi proprio di no" gli rispondo abbozzando un sorriso "ma almeno lui non prende i cordoli" aggiungo prendendomi un po' di confidenza.
"Hai ragione" dice alzando le mani in segno di resa "ma a volte è chi si mette di più in gioco a vincere" conclude, con uno sguardo che riassume tutti i rischi che ha corso per arrivare dov'è ora.
Rimango a riflettere sulle sue parole e morirei dalla voglia di saperne un po' di più sul suo passato, ma preferisco che sia lui a parlarmene, se mai vorrà farlo, perciò non aggiungo altro.
Ancora una volta la nostra passeggiata viene interrotta: è Matteo che mi si avvicina, escludendo palesemente Charles, per chiedermi cosa ne penso di Barcellona.
"È stupenda" gli rispondo cercando di essere educata e di nascondere il mio imbarazzo, anche se rimango un po' ferita quando vedo il monegasco allontanarsi, spazientito.
"Come te" mi sussurra all'orecchio con voce languida.
Rimango spiazzata dalle sue parole, che mi mettono ancora più a disagio e non posso evitare di alzare le sopracciglia per lo stupore. Cerco di trovare un modo per spiegargli che lo vedo solo come un amico senza ferirlo troppo, perché ci tengo ad essere sincera fin da subito, ma inciampo clamorosamente in uno scalino e cado, suscitando le risate di tutti i presenti.
"Wow non pensavo che saresti letteralmente caduta ai miei piedi" commenta lui, offrendomi una mano per rialzarmi. La afferro e mi tiro su nel modo più femminile possibile, anche se ormai la mia dignità è finita chissà dove.
Mi sento così in imbarazzo per tutto quello che è successo negli ultimi due minuti che decido di rintanarmi subito nella mia stanza, appena arrivo in albergo.
Possibile che debbano capitare tutte a me?

Dopo aver riordinato le idee su quanto è successo, chiamo Cecilia per tirarmi un po' su di morale e le racconto della figura che stava per farmi fare se non avessi riattaccato in tempo. La sua risata mi fa subito sentire meglio.
"Allora quando torni ci vediamo anche con Alberto e Luca ai go-kart, eh?" scherza dall'altro lato della cornetta.
"Guarda che se non avessi detto 'Alberto' avrebbe capito che stavamo parlando di lui"
"Va bene, va bene, chiedo perdono. Però è stato divertente, ammettilo"
Ridiamo ancora un po' e poi ci salutiamo, domani avremo entrambe mille cose da fare.
Quando butto giù vedo che sono arrivate due notifiche.

Messaggio da: Matteo
"Non volevo farti scappare via. Domani possiamo vederci per parlare?"

Messaggio da: sconosciuto
"Spero non ti sia fatta troppo male, domani ho bisogno di te al simulatore.
Buonanotte"

Sorrido all'ultimo messaggio e salvo il contatto di Charles, ma decido di non rispondere a nessuno dei due.
Penserò domani a come gestire la situazione.

Portofino | Charles LeclercDonde viven las historias. Descúbrelo ahora