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"Mai avrei pensato che questa serata l'avrei passata seduto sul tuo pianerottolo" commenta Alberto, dopo aver sistemato i caschi sulla sua moto.
"Sì... Mi dispiace, saresti potuto rimanere con gli altri" cerco di scusarmi.
"Figurati" dice, facendo schioccare la lingua "Dopo che te ne sei andata, Luca e Cecilia hanno iniziato a battibeccarsi come al solito"
"Spero non per colpa mia" mormoro, stringendomi nelle spalle e appoggiando il mento sulle ginocchia.
"Di certo non era solo per quello. Si vede che fra di loro le cose non vanno bene. Luca mi ha anche detto che non sono molto intimi, tra l'altro" mi rassicura.
"Sì, anche Cecilia me ne ha parlato" confermo la sua teoria "Forse farebbero meglio a lasciarsi. Continuare così sarebbe un vero strazio per entrambi. Ma come si fa a non rovinare tutto? Fidanzarsi con gli amici è una merda, perché se ti lasci hai perso un amico oltre al ragazzo" aggiungo, più rivolta a me stessa.
"Vero" pronuncia in un sospiro, appoggiando i gomiti agli scalini più in dietro "Con Charles eri amica?" mi chiede a bruciapelo.
Sospiro in risposta. In effetti, non so nemmeno io cosa fossimo. Perciò lo dico.
"Non lo so. A volte mi trovavo da Dio con lui, ma altre... Davvero un disastro" commento, ripensando con rassegnazione a quella sera in cui mi ha 'scaricato'.
"Eppure questa sera sembravi molto turbata. Sicura che non ci fosse niente di serio fra voi due?" mi domanda, scrutando il mio profilo illuminato dal lampione.
"Eravamo perfetti in pista. Molto compatibili da ogni punto di vista, come se fossi stata creata per disegnare le sue traiettorie e lui per realizzare concretamente i miei piani. E anche fuori dalla pista eravamo in sintonia, ma solo quando si trattava di sesso credo. Nella comunicazione è sempre andata male. Ci siamo fraintesi infinite volte e per ognuna mi sembrava si creassero delle complicazioni inutili" gli racconto raggomitolandomi nella giacca per il freddo.
Alzo il mio sguardo sul suo e lo vedo intento a riflettere.
"Mi dispiace davvero, Emma" sussurra, appoggiando una mano sulla mia schiena.
"Sarà meglio che tu vada in casa, altrimenti ci geli qui fuori" aggiunge, notando la mia pelle d'oca.
Annuisco e mi alzo svogliatamente insieme a lui.
"Grazie del passaggio e della chiacchierata" dico, concentrando la mia attenzione sulle piante a lato della scalinata.
"Gli amici servono a questo: una birra, una cazzata e un segreto" dice, sistemando i capelli sulla nuca "E una gara sui kart, se si tratta di noi due" aggiunge con un sorriso.
Poi mi abbraccia e mi saluta, prima di salire sulla sua moto e sgasare via.
Rimango qualche secondo a seguire con l'orecchio teso il rumore del suo motore che si allontana, per poi entrare in casa e lasciarmi finalmente questa serata alle spalle.

La mattina seguente mi sveglio di buonumore e ne approfitto per sistemare un po' casa. Mentre faccio le pulizie ascoltando a tutto volume le mie canzoni preferite, sento il telefono trillare un paio di volte.
Abbasso la musica e controllo di chi si tratti. Sobbalzo non appena leggo sul display un nome che non vi appariva da un po'.

Messaggi ricevuti da: Edoardo Brosco

Ciao Emma, ho bisogno di sentirti urgentemente per telefono.

Per favore chiamami il prima possibile.

Per quale motivo il mio ex capo reparto ha bisogno di contattarmi proprio oggi? A ben riflettere, è possibile che siano finalmente riusciti a risolvere la questione di Rossa e dei miei appunti e quindi abbiano bisogno di me per qualche testimonianza. Ma questo significherebbe dover rivedere Charles.
Sospiro per la milionesima volta in due giorni. Sembra proprio che in un modo o nell'altro io sia costretta a doverlo incontrare ancora una volta. Se il destino sta cercando di farmi un regalo di compleanno in anticipo, beh, sta fallendo miseramente.
Anche se in realtà, non è affatto detto che il motivo per cui mi ha scritto Edoardo presupponga che io debba rivedere Charles. Anzi, spero proprio che non sia così.
In ogni caso, scelgo di rinviare a più tardi il momento della telefonata, anche perché hanno appena suonato al campanello.
Metto a posto l'aspirapolvere e mi affretto ad aprire, anche se dal rumore insistente del citofono ho già capito che si tratta di mio fratello Alex.
"Che vuoi?" dico aprendo la porta.
"Ciao anche a te sorellina" esclama lui entrando in casa senza farsi problemi.
"Pensavo di pranzare da te oggi, se non ti disturbo" aggiunge, sfregandosi le mani.
"Beh ormai sei qui" gli faccio notare "Per me va bene, però prepara tu qualcosa, ho delle faccende da sbrigare" gli spiego, tirando fuori il cellulare a sostegno delle mie parole.
"Devi organizzare la tua festa di compleanno?" mi chiede con un largo sorriso.
"No, si tratta di lavoro" rispondo secca.
"E la fiesta? Dove la mettiamo?" mi incita, improvvisando un balletto.
"Purtroppo credo di non aver tempo per organizzare qualcosa quest'anno. Forse una cena con Cecilia e i ragazzi" mormoro, allontanandomi da lui.
"Manca solo l'infermiera che ti rimbocca le coperte e hai pianificato la perfetta serata in un ospizio per anziani" commenta arcuando le labbra in una smorfia "Per fortuna sono arrivato io, dà qua" dice, strappandomi di mano il telefono.
"Hey!" esclamo, cercando di riprendermelo, ma lui si difende con le spalle.
Anche quando eravamo piccoli, rubargli un gioco era davvero impossibile.
"Facciamo che tu prepari il pranzo e io ti organizzo una festa indimenticabile" cerca di contrattare.
"Non se ne parla, Alex. È proprio quello che vorrei evitare al momento"
"Ma come? Non vuoi urlare al mondo intero che hai rubato il cuore al pilota più ambito in pista?" mi domanda con retorica alzando un sopracciglio.
"Non ho rubato il cuore a nessuno e se ti riferivi a Charles, beh, al momento non credo che sia il pilota più ambito in pista. C'è Hamilton che è il campione incontrastato e anche Vettel è un pilota affermato..." cerco di correggerlo, ma vengo interrotta.
"Bla bla, sì parla pure. Allora Charles lo invito?"
"No!" esordisco, con un tono più acuto del solito.
"No?" domanda confuso "Ma non stavate insieme?"
"Come ti ho detto, non siamo mai stati insieme. Ci siamo frequentati e non ha funzionato, fine" gli spiego spazientita. Ma perché nessuno capisce che fra me e lui non c'è stato niente?
"Allora perché non vuoi invitarlo? Se è acqua passata..." propone, alzando le spalle.
"Non mi va" taglio corto.
"Okay" dice, voltandosi di spalle, per nascondere lo schermo.
Per una frazione di secondo lo lascio fare, finché non realizzo che lo sta invitando in questo preciso istante.
"Alex!" lo rimprovero dandogli una forte pacca sulla nuca.
"Ahi!" esclama, massaggiandosi dove l'ho colpito "Ormai è fatta, puoi disperarti quanto vuoi" aggiunge, con un sorriso malizioso.
Ecco, in questi momenti mi chiedo perché la vita non mi ha concesso di essere figlia unica.
"Cavolo ma ti avevo detto di non farlo!" gli sbraito contro su tutte le furie.
"Scusa, non avevo sentito" dice, tirando fuori un sorriso da finto angioletto. Lo caccerei di casa in questo preciso istante.
"In ogni caso, non vuoi sapere cosa ho in mente per il tuo party, tesoro?" aggiunge, venendo ad abbracciarmi. Sta palesemente cercando di farsi perdonare, ma è ovvio che lo fa solo per convincermi a cucinargli il pranzo.
"Sentiamo dai" sbuffo, divincolandomi dalle sue braccia tatuate.
"Allora, se non mi sbaglio il tuo compleanno cade di domenica che, guarda un po', è anche il giorno in cui si disputa il gran premio di Monaco" inizia a spiegarmi con un largo sorriso "E si dà il caso che tu conosca molta gente famosa che può permettersi una villa nel Principato. Ora la mia idea è questa: ti organizzo una festa a sorpresa, convincendo uno dei piloti a prestarmi la casa come location, invito tutti i tuoi amici (e anche qualcuno dei miei, in fondo me lo merito, no?) e poi con una scusa qualcuno ti porta lì e voilà: surprise! Tu ovviamente devi fare finta di non sapere niente, eh, altrimenti smonti la festa già dal principio. Allora, che ne pensi?" conclude, raggiante. Con la testa continua ad annuire in modo che io sia più propensa a dirgli di sì.
"Non saprei..." mormoro, spostando lo sguardo dalla sua espressione tutta convinta.
"So obvious" commenta fra sé e sé, portando una mano alla fronte per sembrare ancora più frustrato "Ma perché non ti va mai bene niente?"
"Alex ma come pensi di convincere un pilota a prestarti la casa? Non li conosci nemmeno! E poi quel weekend come ci arriviamo a Monaco tu, io e tutti gli altri invitati? Se vuoi organizzare una mega festa dovrai ben pensare anche a queste cose" gli faccio notare, un po' irritata dal suo commento.
Non ottengo risposta e lui sembra cadere in una cupa riflessione. Conoscendolo, non continuerà il discorso finché non avrà trovato un ampio numero di constatazioni a suo favore.
"Ora, se non ti dispiace, ho una chiamata di lavoro. Potresti cucinare qualcosa nel frattempo?" lo invito, spingendolo verso la cucina e riappropriandomi del mio cellulare.
Di nuovo, non emette alcun suono.

Esco sul balcone e cerco di concentrarmi, prima di digitare il numero di Edoardo. Prendo un lungo respiro e appoggio lo smartphone all'orecchio, nell'attesa che risponda.
Sento tre squilli e poi, finalmente, la sua voce.
"Emma!" esordisce con sollievo.
"Edoardo" pronuncio con un suono gutturale. Cerco quindi di schiarirmi la voce con un colpo di tosse "Ho visto che mi hai scritto" aggiungo.
"Sì. A riguardo di una questione di lavoro" mi anticipa e il suo tono si fa più serio.
Lavoro? Pensavo si trattasse di Rossa.
"Dimmi pure"
"Ecco, in realtà si tratterebbe di una questione piuttosto urgente e mi scuso per lo scarso preavviso" incomincia, con una lieve nota di disagio.
Resto in silenzio, aspettando che vada avanti con il discorso.
"Come immagino tu sappia, questo weekend ci sarà il gran premio di Monaco"
A sentire le sue parole, istintivamente mi sporgo verso il salotto per cercare di capire cosa stia combinando Alex. La parola 'Monaco' ha fatto riaffiorare alla mia mente la conversazione di 5 minuti fa.
"Certo" rispondo, ancora con lo sguardo fisso sulla porta della cucina.
"Bene. Purtroppo ieri sera Laura ha avuto un imprevisto. Problemi personali, credo si tratti della salute di sua madre, ma, anche se lo sapessi, non sarebbe corretto parlarne in sua assenza" mi spiega, abbassando leggermente la voce.
"Sono d'accordo" mormoro, tentando di capire dove andrà a parare.
"Di conseguenza non potrà venire con noi a Montecarlo questo fine settimana. E qui subentra la mia proposta" dice, alzando di nuovo il volume della voce.
"Sentiamo" controbatto, facendo un cenno con la testa come per invitarlo a procedere con la spiegazione, anche se so benissimo che non può vedermi.
"Le sue traiettorie sono già pronte, ci serve solo qualcuno con un po' di esperienza che si occupi di sostituire il suo posto per qualche giorno. So che tu non hai mai lavorato al fianco di Sebastian, se non durante i primi giorni dello stage, ma mi sembra che impari in fretta" mi spiega, modulando anche questa volta la voce, in modo da dare enfasi alle giuste parole.
Non riesco a trattenere un sorriso di soddisfazione, benché mi senta comunque spaventata. Accettare la proposta significherebbe rivedere Charles. Certo, non sarebbe come lavorare al suo fianco, ma sicuramente, per qualche cavolo di coincidenza, lo dovrei incontrare.
Tanto lo vedresti alla tua festa di compleanno, furba.
Mi fa notare con accortezza la vocina.
"Di certo, ti metteresti in buona luce con i capi se tu accettassi" aggiunge, non avendo ancora udito una mia risposta.
"Quando dovrei iniziare?" chiedo, usando volutamente il condizionale, in modo che sia chiaro che non ho ancora escluso alcuna possibilità.
"Se possibile questo pomeriggio, ma, come ti dicevo, il grosso è già stato fatto. Ti prenderesti il merito con poco" rincara, dando un'ultima stoccata al mio buon senso.
"Va bene" affermo decisa "Va bene, accetto"
"Sicura? Ti avrei dato dodici ore per pensarci" cerca di apparire disponibile. Ci sa davvero fare con le parole. Avrebbe dovuto fare l'avvocato, non l'ingegnere. Ma in fondo, sono io che gliel'ho concesso.
"Mai stata più sicura. Mi sembra che sia passato troppo tempo dall'ultima volta in cui ho messo piede nel paddock. Mi ci vuole una rinfrescata. Soprattutto se avrete davvero intenzione di assumermi" mi spiego, cercando anch'io di apparire convincente.
"Ottima scelta. Se riesci, passa già questo pomeriggio in sede. Ci vediamo nel mio ufficio, per il resto, conosci la strada"

* spazietto privato *
Hola amici! Scusate per questa assenza prolungata, ma ho dato la maturità e sono stata presissima con lo studio in queste due settimane. Ma mi farò perdonare, promesso! Sono in arrivo tanti bei capitoli super esplosivi. Stay tuned!
❤️ 🌼

Portofino | Charles LeclercTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang