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La settimana successiva passa abbastanza in fretta e si avvicina sempre più velocemente il mio ultimo weekend qui in Scuderia Ferrari. Così, se da un lato non sto nella pelle perché non vedo l'ora di arrivare sul circuito di Baku (che personalmente mi fa impazzire), dall'altro preferirei continuare a vivere in loop questa manciata di giorni che mi rimane. Ma purtroppo non si può e le ore scorrono via in fretta fra le sedute al simulatore e le sigarette fumate con Rossa nel cortiletto sul retro.
Con Charles la situazione è piuttosto piacevole: direi che ha capito cosa intendessi quel pomeriggio alla pista di karting e siamo tornati a ridere e a scherzare allegramente. Ogni possibilità di far nascere qualcosa di più fra di noi è stata finalmente spazzata via, anche se non vi nego che per un momento ho avuto il desiderio di buttarmi in una specie di friendship with benefits con lui, ma il ricordo di come è andata a finire qualche anno fa (seppur con un ragazzo diverso) mi ha convinto a desistere. In fondo anche io ho degli occhi e non sono di certo indifferente al suo fascino... Ma ormai è passata, davvero: Charles rimarrà sempre e solo una mia fantasia, ve lo posso assicurare. Come io lo sarò sempre per lui, anche questo è ovvio, considerando l'attrazione magnetica che è scattata fra di noi alla festa in Bahrein. Ma ora non ha più senso pensarci, abbiamo detto di non mischiare il lavoro con la vita privata e così sarà.

Okay, forse lui che mi dà un passaggio con la sua Portofino verso casa può sembrare un passo nella direzione opposta. Ma devo dire che è stato gentile ad avere anche la pazienza di aspettare che finissi di fumare una sigaretta. La spengo con la punta della scarpa e apro la portiera per sedermi, cercando di sistemare al meglio la minigonna di jeans che il bel tempo mi ha persuaso ad indossare, anche se ora il cielo è diventato piuttosto grigio.
"Non mi piace questo tuo vizio" dice dopo alcuni secondi di silenzio da quando siamo partiti.
"Che vizio?" chiedo ingenuamente, ma ero sovrappensiero.
"Il fumo dico. Oltre a farti male, mi lasci la puzza sui sedili" commenta con uno dei suoi sguardi sarcastici che non vedevo da un po'.
"Ah quello. È tutto sotto controllo tranquillo, è solo..." faccio per spiegargli, ma mi interrompe.
"E smetterai quando vorrai, giusto? Dicono tutti così" mi ammutolisce con una delle sue perle di saggezza.
"Esattamente" rispondo, un po' ferita nell'orgoglio.
"Allora smetti per piacere, altrimenti non potrò più farti salire sulla mia macchina" commenta con una nota ironica: lo so che non si sta preoccupando solo per i suoi sedili.
In risposta tiro fuori il mio ultimo pacchetto e guardo quante ce ne sono dentro.
"Sono due" dico. Avrei sperato fossero un po' di più.
"Perché accostiamo?" gli chiedo quando lo vedo parcheggiare vicino al marciapiede.
"Hai detto che sono due, una tu e una io. Poi basta" dice e apre la portiera.
"Pensavo non fumassi" mormoro mentre esco insieme a lui dall'auto.
"Infatti non lo faccio. Ma è ovvio che abbia provato un paio di volte" mi fa notare mentre sfila una sigaretta dal mio pacchetto.
Gli passo l'accendino dopo essermi accesa la mia e lo guardo eseguire con un po' di impaccio quel gesto che per me è tanto usuale.
Al primo tiro tossisce un po', anche se cerca di nasconderlo prendendo un'altra boccata di fumo. Scoppio a ridere per la sua goffaggine, ma finisco per mandarmi il fumo di traverso anche io, perciò ci troviamo entrambi a ridacchiare e a tossire allo stesso tempo.
Dopo esserci ripresi gli porgo la mano per farmi restituire l'accendino. Ne ho già persi almeno due nell'ultima settimana e poi questo mi piace perché è in tinta con la sfumatura di rossetto che sto usando ultimamente.
"Questo" dice mentre gioca a lanciarlo e a riprenderlo con una mano "lo tengo io".
"No hey" scatto come una molla cercando di afferrarlo, ma lo porta in alto tipo trofeo e la mia statura non mi permette di raggiungerlo. E poi il suo profumo alla menta misto all'odore di sigaretta mi ha un attimo destabilizzato.
"Dai Charles" mi lamento quando vedo che non desiste.
"Quando avrai smesso definitivamente di fumare potrai riaverlo" promette con sguardo sincero.
"Ma non mi servirà più a niente" commento battendo un piede sul marciapiede, come ero solita fare da piccola.
"Anche ora non ti serve più a niente" puntualizza e se lo infila in tasca senza darmi l'opportunità di provare ancora una volta a riprendermelo.
"E poi te l'ho detto: non ti lascia un buon profumo" mi spiega mentre rientra in macchina.
"Guarda che ora anche tu puzzi di fumo" gli faccio notare mentre mi adagio sul sedile, di nuovo stando attenta a come sistemare questa maledetta minigonna striminzita.
"Ma la Portofino è mia, quindi va bene così" conclude con un sorriso sornione e mette in moto.
Prima o poi mi farà impazzire.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now