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'Domani' arriva dopo una lunga notte insonne, passata fra pensieri, coperte e terrazzo, senza che sia riuscita a preparare un discorso completo da fare a Matteo, non appena lo incontrerò. Scendo quindi presto in mensa, magari una buona colazione può farmi ragionare meglio.
"Buongiorno Emma" mi saluta una voce alle mie spalle, mentre aspetto che sia pronto il caffè.
"Buongiorno anche a te, Seb"
"Va tutto bene?" mi chiede con tono sincero. Sento che non ho abbastanza forze per mentire, ma neanche per sfogarmi e liberarmi dell'enorme peso che ho sullo stomaco, perciò rimango in silenzio e guardo il pavimento.
Non dice nulla e mi appoggia una mano sulla spalla, stringendomela un pochino, per confortarmi.
"È sempre così..." cerco l'aggettivo "...complicato" sbuffo infine.
"È complicato perché hai voluto tu che fosse così" mi fa notare poco dopo.
"In che senso?"
"Nel senso che se avessi voluto essere chiara fin da subito con Matteo lo saresti stata, non pensi? Forse a una parte di te piacciono le sue attenzioni, ma se lo avessi respinto le avresti perse del tutto. Così hai inconsciamente preferito rimanere in una fase di passaggio" mi spiega con aria saggia e rimango spiazzata dalle sue parole.
Potrebbe non avere tutti i torti.
"Forse un po' sei attratta da lui" azzarda con un mezzo sorriso.
"No, ma figurati" aggiungo subito io "no, è solo un amico, davvero, sì certo, un amico, un amico e basta" mi schiarisco la voce per apparire ancora più sicura.
Non sembra molto convinto, ma non aggiunge altro e io ne approfitto per cambiare argomento.
"Ci sei anche tu al simulatore oggi?" gli chiedo.
Annuisce.
"Allora ci vediamo dopo" e scappo via.

Mi rifugio nella sala dove lavoreremo oggi e, dopo essermi assicurata che non ci sia nessuno, mi siedo su un sedile per riflettere. Possibile che io provi qualcosa per Matteo? È impossibile. Risponde la vocina. Però forse un po' mi piace la sua compagnia, è simpatico e gentile. E invadente. Ti sei già dimenticata della figuraccia di ieri sera? Per non parlare di quando hai sussultato mentre prendevate il caffè non appena ti ha sfiorato il braccio. Okay, la vocina potrebbe avere ragione. Ma anche Seb, altrimenti perché non avrei dovuto mettere 'i puntini sulle i' fin da subito?

"Problemi in paradiso?" la voce di Laura mi risveglia dal dialogo con me stessa.
"Si vede così tanto che sono sconvolta?"
Sorride corrucciando le sopracciglia, perciò direi che sì, si vede.
"Non voglio intromettermi nella tua vita privata, ma ci tengo a dirti che sei una tosta. Nessun uomo, o ragazzo, deve poter spegnere la luce del tuo bel visino, intesi?"
La ringrazio per il supporto ma non ho il tempo per aggiungere altro perché nel mentre arrivano Charles e Sebastian, perciò iniziamo subito a lavorare.

Durante la giornata mi passa il malumore e mi convinco che qualsiasi cosa succederà oggi, la affronterò a testa alta. Nel frattempo colgo al volo l'opportunità di svagarmi concentrandomi sul lavoro.
Per fare qualcosa di diverso propongo a Charles il circuito di Montecarlo sul bagnato, ma non sembra dargli molti problemi, anzi, mentre guida mi spiega in che parte della città ci troviamo, come se guidare sotto la pioggia in un tracciato cittadino fosse cosa da niente. Mi siedo vicino a lui per poter guardare meglio anche come usa i pedali, ma non noto niente da suggerire nemmeno lì. Mi arrendo così sulla sedia e sto semplicemente a guardarlo sfrecciare dalle piscine, poi affrontare la Rascasse e infine risalire fino al traguardo, per ricominciare un altro giro.
"Monaco è davvero così bella come appare in televisione?" gli chiedo per fare qualcosa.
"È molto più bella credimi, soprattutto quando non ci sono troppi turisti"
"Mh" rifletto "allora non la vedrò mai così come dici tu"
"Se ti fai accompagnare dalle persone giuste nei posti giusti potresti riuscirci" commenta criptico.
Cosa vuol dire 'persone giuste'? Tipo lui? O qualcun altro?
Nel dubbio, mi alzo e cambio circuito.

Quando la sera rientriamo decido che è arrivato il momento di parlare con Matteo. Non lo trovo in mensa e nemmeno nella sua stanza. Provo a telefonargli ma il cellulare è staccato. Chiedo così ad alcuni suo colleghi e finalmente scopro dove posso trovarlo: in Italia. È dovuto rientrare questa mattina a Maranello per un problema che hanno individuato in laboratorio alle sospensioni. Ci rimango un po' male quando lo scopro, perché avrei voluto affrontare il discorso subito, senza rinviare, e anche un po' perché se n'è andato senza salutare. Per il momento però posso ritenermi salva da altre situazioni imbarazzanti.

Il giorno dopo sono in festa perché Charles ha preparazione atletica, così mi concedo un giretto alla spa dell'hotel che, devo dire, non è niente male. Mentre sono nella vasca idromassaggio arriva però una cameriera a chiamarmi: Mattia vuole che prepari già le strategie per settimana prossima e che gliele comunichi al briefing di questa sera.
Corro ad asciugarmi nello spogliatoio e noto che non ho molto tempo, decido così di vestirmi e andare a cercare Charles con i capelli umidicci, sperando di non ammalarmi.
È in palestra insieme ad Andrea, il suo personal trainer e mental coach, che mi vieta categoricamente di portarglielo via. Sono costretta perciò a parlargli mentre lui fa gli esercizi a petto nudo. Mai ho dovuto fare uno sforzo così grande per rimanere concentrata.
"Ma hai i capelli bagnati" esordisce lui mentre stavo cercando di costruire una buona strategia. A quanto pare non sono l'unica a distrarsi.
"Sì ero nell'idromassaggio e non ho avuto il tempo di asciugarli" gli spiego.
"Prendi pure il mio phon nel borsone sulla panca" mi dice fra un abdominal crunch e l'altro. Eh però! Come si fa a rimanere concentrate così. Lo sta chiaramente facendo apposta.
Decido di asciugarmi i capelli, tanto né io né lui siamo abbastanza in vena di lavorare seriamente, meglio aspettare che finisca.

Quando esce dallo spogliatoio tiro un sospiro di sollievo perché finalmente si è vestito e posso lavorare tranquilla. Lui deve aver notato la mia espressione perché si lascia scappare un mezzo risolino complice, ma non dice niente per non infierire.
Ci sistemiamo in un tavolino appartato nella hall e tiro fuori il computer. Lui si avvicina a me con la sedia per vedere meglio e un'ondata di profumo alla menta mi inebria per un attimo. Possiamo non lasciarci distrarre da questo ragazzo?
Decido di concentrarmi una volta per tutte pensando che prima finisco prima posso tornare nella spa e questa volta riesco a farmi venire in mente qualche buona idea. Anche lui sembra soddisfatto dal lavoro.
"Bene, direi che può andare" dico, dopo aver salvato il file.
"Chi può andare?" mi chiede confuso.
Rimango un secondo stordita anche io, poi mi ricordo che non è madrelingua italiano.
"È un modo di dire, significa che va bene"
"Aah" sorride lui.
"Comunque entrambi possiamo andare, abbiamo finito"
Mi alzo e lo saluto mentre mi avvio in stanza per posare le mie cose e rimettermi il costume.

Quando entro di nuovo nella vasca idromassaggio mi sento subito meglio. Faccio partire la mia playlist preferita per rilassarmi, ormai era da troppo tempo che non ascoltavo un po' di musica. Chiudo anche gli occhi per godermi il momento e l'acqua calda che mi coccola dolcemente.
Vago con la mente su quello che è successo in questi ultimi giorni e, a parte l'incomprensione con Matteo, direi che sta andando bene.
Senza volerlo finisco per ripensare a Charles che si allena, ai suoi muscoli che si contraggono durante gli esercizi, alla fronte imperlata di sudore...
Poi però mi ricordo del suo atteggiamento bipolare con me: quando ci siamo conosciuti non mi ha degnata neanche di uno sguardo, ma è stato lui a venirmi a cercare dopo avermi visto gareggiare con Alberto in pista e sembrava che apprezzasse la mia compagnia l'altra sera mentre tornavamo in hotel. Ieri era di nuovo distante e oggi... Oggi si è divertito a mandarmi in tilt e ci è riuscito benissimo.
Sospiro ricordandomi del proposito di rimanere 'con i piedi per terra': davvero non mi sto illudendo neanche un po'?

Portofino | Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora