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"Quindi non era vera la scenata di gelosia che mi hai fatto, dopo aver visto Matteo uscire da casa mia" sussurro, disegnando dei cerchi con le dita sul petto di Charles.
"Certo che no, petite" mi risponde. Subito dopo mi lancia un'occhiata tenerissima e mi scosta una ciocca dal viso. Il suo petite mi ha appena fatto perdere un battito, se poi ci aggiungiamo pure i suoi sguardi... Certo, in questo momento dovrei rimproverarlo per le settimane da schifo che mi ha fatto passare, ma come si fa a resistergli?
"Non te l'ho mai detto ma" incomincio, attirandomi a lui "mi piace da morire quando parli in francese" aggiungo, lasciandogli un bacio sull'incavo del collo.
"Oh oui?" pronuncia e mi sento spuntare un sorrisone.
"Allora posso avere un bacio per questo, mademoiselle?" aggiunge, dopo avermi scrutato per qualche secondo.
Io annuisco e mi stacco leggermente da lui, per lasciargli poi un bacio a fior di labbra. Forse, sarebbe più adatto un bacio alla francese per rimanere in tema, ma spezzerei in due il momento romantico.
"Penso che oggi dovremmo andare a parlare con Mattia" mi sfugge, non appena le nostre labbra si separano.
Ecco, alla fine il momento romantico è sfumato lo stesso.
"Sì" annuisce, alzando poi il polso per controllare l'ora "Ancora cinque minuti" sentenzia poi, stritolandomi a sé, in modo che non possa sfuggirgli. E scoppio subito a ridere per la felicità.

L'espressione che si dipinge sul volto di Mattia, non appena finiamo di raccontargli quello che è successo negli ultimi giorni, mi lascia stupita. Non sembra affatto sorpreso di sentire le nostre parole, anzi, appare quasi annoiato.
"Guarda, tutti i messaggi compromettenti sono inviati a questo numero" gli spiega Charles, con foga.
"Vedo, vedo" risponde Mattia, apatico.
"Sono prove" sentenzio io, cercando di ottenere una qualche risposta emotiva da parte del nostro team principal. Ma lui sospira soltanto, spazientito.
"Dobbiamo intervenire legalmente" suggerisce Charles convinto "e al più presto".
"Sì" dice con calma Mattia "Però prima dobbiamo sapere a chi conduce questo numero. Solo così potremo vincere questa battaglia in tribunale" aggiunge, con la sua solita fermezza.
In queste situazioni Mattia mi fa salire il nervoso. Bisognerebbe agire con il pugno di ferro e lui fa tutto il premuroso. Se continua così mi trasferirò davvero in Mercedes.
Per lo meno Toto ogni tanto si incazza.
"Okay, giusto" convengo "Però sarà meglio tenere d'occhio Rossa" mi sento di suggerire.
Entrambi annuiscono e Charles ed io veniamo frettolosamente congedati.

Quando siamo fuori dalla sede, mi sfugge una domanda inaspettata.
"E se Mattia collaborasse con Rossa?"
Charles rimane a fissarmi per qualche secondo confuso.
"Ogni volta che si parla di lei, lui rimane sulla difensiva" osservo.
"Nah, impossibile. E poi, perché dovrebbe compromettere il suo posto di lavoro con una bravata del genere?" risponde deciso Charles.
"Però devi ammettere che non era per niente preoccupato da questa situazione: com'è possibile?" gli faccio notare.
"È il suo carattere" mi corregge "E poi un team principal che si lascia prendere dall'ansia morirebbe d'infarto dopo due mesi di F1, fidati. Non potrebbe essere altrimenti".
Rimango qualche secondo a riflettere.
"Sì, questo è vero" confermo, poi.
Facciamo qualche passo e mi viene in mente un'idea.
"E se chiamassimo quel numero che abbiamo trovato?" propongo.
"Non so, Emma" tentenna lui.
"Perché? Potremmo scoprire subito se si tratta di Lewis come abbiamo sempre sostenuto" sottolineo.
"Sì ma il numero è registrato a Bologna. Con ogni probabilità finiremmo solo per allarmare chi si trova dall'altro capo del telefono e poi Lewis potrebbe benissimo aver incaricato qualcun altro per rispondere. Tipo una segretaria o un manager" mi spiega.
Ancora una volta, mi trovo a dovergli dare ragione.
"Sì, niente, pessima idea" mormoro, tirando un calcetto a una pietra.
"Ci hai provato" dice Charles, attirandomi a sé per darmi un bacio di consolazione.
"Wow, come siamo teneri ultimamente" commento, sorpresa da tanta dolcezza "E da quando possiamo baciarci all'aperto?" mi scappa.
Non stiamo neanche insieme, vorrei aggiungere, ma mi trattengo.
"Mi sei semplicemente mancata" risponde lui "E poi immagino che tutti abbiano intuito che sei innamorata di me" aggiunge, gonfiandosi un po'.
"Ah certo, solo io lo sono" ironizzo, inclinando la testa.
Lui ride della mia espressione, ma non aggiunge niente. Mi lascia solo un altro bacio. Ma direi che come risposta va bene.
"Mi dai un passaggio un casa?" gli chiedo poi, indicando con la testa la mia amata Portofino.
"Oui, mon coeur".

Quando finalmente ho finito di sistemare i vestiti che ancora avevo in valigia, chiamo Cecilia. Dopo averla beccata a limonare con Dan domenica sera non abbiamo parlato molto e muoio dalla voglia di farmi raccontare i particolari. Chissà poi come se la sta passando Luca e se ne è al corrente. In ogni caso, ormai non stanno più insieme.
"Pronto?" sento la sua voce acuta dall'altro capo. L'impressione è quella che stia sorridendo.
"Ceci!" esclamo, raggiante.
Parlare con la propria migliore amica è la cosa più appagante del mondo, soprattutto quando si tratta di ragazzi o affari amorosi.
"Allora? Cosa aspetti a darmi qualche dettaglio in più su cosa sta succedendo fra te e Dan? Ieri sera sei stata a dir poco laconica" commento.
"Eh" la sento sospirare.
Ahi, ahi. Solo chi è innamorato sospira.
"Forse per telefono non è il modo giusto" aggiunge poi, aumentando ancora di più la mia curiosità.
Vorrei insistere e cercare di strapparle qualche dettaglio, ma so che la infastiderebbe. E tanto non ci riuscirei.
"Va bene, ho capito. Preferisci dirmelo domani all'uni" sentenzio.
"Sì" mormora "Scusami Emma, ma ho così tante cose da raccontarti e voglio farlo di persona. Posso solo dirti questo in anticipo: non mi sono mai sentita così tanto a mio agio con un ragazzo. Neanche con Luca, che conosciamo da una vita. Mi dispiace dirlo, so che non dovrei, ma non mi manca per niente. Sì è vero l'ho lasciato ieri e se lo avessi amato sul serio oggi dovrei stare male. Ma è proprio questo il punto: non lo amavo e non me ne sono mai resa conto. Era abitudine suppongo. Un'amicizia... particolare, se vogliamo. Anzi, a volte mi sembrava di essere sua madre" mi spiega, parlando a raffica.
"Sì beh" commento io quest'ultima frase.
Altro che madre! Eri pure la suocera.
Sorrido al commento acido della vocina, ma ovviamente lo tengo per me.
"Invece con Daniel è tutto diverso. L'ho conosciuto ieri sera ma..." e qui le sfugge un altro sospiro "È come se lo conoscessi da molto più tempo. E poi ha un sorriso che..." e sospira di nuovo.
"Dai dimmi di più" la supplico, ansiosa di scoprire cosa si siano detti.
"No, no. Domani" afferma decisa.
"Okay, va bene" rispondo, abbassando il tono di voce come se avessi messo il broncio.
"Allora a domani" aggiungo, dopo qualche secondo di pausa.
"Sì, sì, scusa, stavo pensando" risponde, come richiamata sulla terra.
"A lui" completo la sua frase.
"Eh" ridacchia, colta in flagrante "A domani dai, notte Emma".
"Buonanotte".

Anche io decido di andare a dormire: domani avrò di nuovo mille cose da fare. E poi chissà quante cose avrà da dirmi Cecilia! Non sto nella pelle. Quanto sarebbe bello se lei e Dan si mettessero insieme? La mia migliore amica avrebbe un fidanzato pilota! E potremmo fare delle splendide uscite a quattro. E saremmo su tutte le riviste scandalistische, belle e invidiate da tutte. E forse potremmo anche organizzare...
Non finisco però di fantasticare, perché la mia immaginazione viene interrotta da un trillo del telefono. Lo sblocco incuriosita, anche se dalla suoneria che ho messo so già che è Charles.
Trasalisco.

Messaggi ricevuti da: Charles
Petite, è successa una cosa strana...

Rossa ha disattivato il tracciamento GPS.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now