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E come aveva predetto Cecilia, la festa è stata davvero indimenticabile. Un'esplosione di colpi di scena. Un evento di quelli con i fuochi d'artificio. Era da molto tempo che non mi capitava di vivere un'esperienza del genere, anzi, forse non l'ho mai vissuta. Ma ora, dopo tutto il rumore e il chiacchiericcio della serata, finalmente posso godermi una calma paradisiaca. E non lo dico solo perché ve lo sto raccontando seduta su un comodissimo sedile di una Ferrari Portofino. E nemmeno perché finalmente mi sono liberata di quelle fastidiosissime scarpe con il tacco.
Ripensandoci, mi sembra tutto assurdo, davvero una festa indimenticabile. Ma, ahimè, 'indimenticabile' è un aggettivo che non ha sfumature. Non significa 'fantastica' e nemmeno 'terribile', vuol dire solo che un episodio così me lo ricorderò per sempre. E beh, dopo tutto quello che è successo, ci vorrebbero due vite per riuscire a dimenticarselo. Ma partiamo con calma, perché questo racconto ha inizio circa sei ore fa.

-Sei ore prima, domenica, ore 20-
Dopo aver risposto a tutti i messaggi di auguri, finalmente arriva il momento di andare. Dalla finestra della mia camera d'albergo vedo la Portofino di Sebastian parcheggiata qui sotto e mi prende un fremito di agitazione.
Indosso i tacchi e mi do un'ultima veloce sistemata davanti allo specchio. Mi sento una meraviglia. La collana che mi sfiora la schiena nuda mi dà anche un aspetto piuttosto femminile e sexy.
Esco perciò con un ampio sorriso, soddisfatta del mio aspetto.
"Eccomi" dico, sporgendomi per salutare Seb e Hanna ancora in macchina.
"Eccola" sussurra velocemente Seb, richiamando l'attenzione della sua compagna. Con un gesto di estrema gentilezza escono entrambi dalla Ferrari per venirmi a salutare e ad augurarmi ancora una volta un buon compleanno. Sono molto eleganti e pure vestiti coordinati: Seb ha un raffinato smoking nero con cravatta e fazzoletto viola, proprio della stessa tonalità del vestito alla greca di lei. Sono carinissimi insieme anche se mi fa un po' strano vedere Seb accompagnato a una donna. Eppure mi fa molto piacere: sono davvero una coppia perfetta.
Superati i vari convenevoli prendo posto su un sedile posteriore della Portofino. Quest'auto è davvero il mio sogno: anche i sedili sono del giusto livello di comodità.
Finalmente partiamo e mi viene detto che il gala è stato organizzato a casa di Daniel. Non appena ne vengo a conoscenza benedico mentalmente mio fratello Alex per aver scelto una location così azzeccata.

Nel tragitto in macchina vediamo il sole tramontare all'orizzonte, diffondendo nel cielo una luce aranciata. È uno spettacolo molto suggestivo e per un attimo mi ricorda la vista del porto di Barcellona. Sembra passata un'eternità da quella serata.

"Arrivati" esordisce Seb dopo una decina di minuti.
Prendo un lungo respiro per rilassarmi, poi rispondo decisa: "Andiamo".
Mentre scendo dall'auto mi rendo conto di essere arrivata al momento difficile. Dovrò fingere che sia davvero una sorpresa per me e che non me lo sarei mai aspettato. In camera ho provato delle possibili espressioni di stupore ma non so se sarò convincente.
Qualsiasi cosa succeda, spero di esserne all'altezza.
Non hai l'ansia prima di un gran premio ma per la tua festa di compleanno sì?
Mi fa notare con ironia la vocina. Non ha tutti i torti. Ma ora non ho più tempo per pensare, sono arrivata al portone della villa Ricciardo.
Suono il campanello e subito dopo mi volto a guardare Seb e Hanna dietro di me. Con un sorriso mi incoraggiano ad entrare.
La porta viene però aperta da un elegante cameriere in completo bianco e cravattino nero. Per un attimo mi chiedo chi abbia pagato tutti questi lussi, ma al passo successivo vengo inondata da un mare di paillettes argentate e nastrini e da un potente coro di voci che urla:
"Sorpresa!"
In effetti mi trovo sorpresa dai coriandoli che mi arrivano addosso, per non parlare dell'enormità di gente presente.
Sapevo che Alex avrebbe invitato tutti i miei contatti e qualche suo amico, ma non pensavo che in totale sarebbero stati così tanti.
Sorrido perciò di cuore nel vedere questa moltitudine di persone e non riesco a fare altro che ripetere:
"Grazie, ma che bella sorpresa!"
Nel frattempo mi levo di dosso un po' delle paillettes che mi si sono incollate sulla pelle, anche se dubito sarà possibile levarle tutte.
Un attimo dopo parte la musica a bomba e la schiera di gente di fronte a me si infrange disperdendosi nella sala. Alcuni mi si avvicinano per salutarmi e farmi gli auguri.
Fra questi, ovviamente, il padrone di casa.
"Tanti auguri Emma!" esordisce Dan nel suo solito italiano stropicciato.
"Grazie Dan. Cavolo ma hai la casa piena di gente!" esclamo, guardandomi intorno.
"Figurati, a me piace fare festa" risponde con un sorrisone "Tuo fratello ha invitato tutti i tuoi amici e io mi sono preso la libertà di aggiungerne qualcheduno dei miei. Spero non ti dispiaccia" aggiunge, facendomi segno di seguirlo in cucina.
"No, assolutamente, e poi è casa tua, puoi fare quello che vuoi" gli faccio notare, afferrando il bicchiere che mi porge.
"Ci siamo tutti" mi dice, prendendo un sorso "Manca solo il tuo cavaliere"
Il mio cavaliere. Non c'è.
"Non è il mio cavaliere Dan, non so più come dirtelo" rispondo, bevendo anch'io un po'.
"E io invece ti dico che lo è. Anche se ora non è qui"
Lo guardo fisso negli occhi. Non so quanto abbia ragione a riguardo. Dal mio punto di vista, Charles non è proprio fatto per indossare un'armatura.
"Beh spero non si presenti" dico, finendo il contenuto del bicchiere.
"Non lo farà, subito dopo la gara è partito per Maranello" mi informa.
Rimango un po' ferita dalle sue parole. Anche se non vorrei ammetterlo, una piccolissima parte di me sperava venisse questa sera. Ma è meglio così: si è allontanato da me e rispetto la sua scelta, benché mi sembri priva di senso.
Non ho altro tempo per rammaricarmene però, perché arriva Cecilia e si getta fra le mie braccia con il volto coperto dalle mani.
"Vi lascio sole" mormora Dan, sgattaiolando fuori.
"Ceci, cos'è successo?" le chiedo, sentendo una sua lacrima scivolarmi sul braccio "Hey, hey non piangere, ti rovinerai il trucco" dico, staccandola da me per vederla in viso.
Le porgo un tovagliolo trovato lì, cosicché possa asciugarsi le guance.
"Scusa, oggi è il tuo compleanno e non dovrei farmi vedere così" mormora, picchiettando il pezzo di carta sotto gli occhi.
"Non me ne frega niente del mio compleanno se tu stai così" le faccio notare, appoggiando amorevolmente una mano sulla sua spalla.
Lei annuisce e si soffia il naso.
Mi chiedo cosa possa essere successo di così grave da quando ci siamo sentite per messaggio.
"È solo che" dice in un singhiozzo "Ho lasciato Luca".
Spalanco gli occhi sbalordita. Okay, questa non me la aspettavo. Cioè, sì, le cose non andavano bene fra loro due ma non pensavo che avrebbe chiuso la relazione con lui proprio oggi.
"Ma quando?" le chiedo, anche se posso immaginare.
"Poco fa. Le cose fra noi andavano di merda e in più è tutta la sera che sta appiccicato a quella Rossa, o Fulva, o come diamine si chiama" esordisce, afferrando un bicchiere di vodka liscia che gli porge un cameriere.
Rossa. Ma che cavolo? Non poteva starsene a casa?
"Mi dispiace molto Ceci" mormoro, abbracciandola "Però forse questo non è il modo migliore per rimediare" aggiungo, cercando di toglierle di mano una quantità esagerata di alcool. Lei però ritrae il braccio e me lo impedisce.
"No! È il tuo compleanno e bisogna festeggiare" si impunta.
La guardo con un'espressione preoccupata, ma lei insiste.
"Non pensare a me, so badare a me stessa" dice, asciugandosi di nuovo una lacrima "E poi ora sono single, quindi posso fare quello che voglio".
Le sue parole non mi rassicurano di certo, ma non so che altro potrei fare, se non cercare di tenerla d'occhio.
"Facciamo che però poggi quel bicchiere di vodka liscia e ne prendi uno che dentro abbia almeno un po' di ghiaccio?" le propongo, finalmente riuscendo a portarle via quell'arma letale.
Lei annuisce e si fa dare dal cameriere un altro bicchiere, che, dal quantitativo di ghiaccio, mi sembra senz'altro molto più ragionevole.
La vodka liscia potrebbe permettersela solo Kimi qui.
"Ma vacci cauta" le dico di nuovo, prima che vada nel salone da ballo.
La seguo perciò di là, anche perché non ho ancora visto come Alex ha scelto di decorare la casa.

Dopo aver socializzato per un po' con i presenti, finalmente trovo il momento giusto per avvicinarmi a mio fratello e al suo nuovo ragazzo.
"Hey" dico, richiamando la loro attenzione.
"Oh Emma tesoro, auguri!" esclama mio fratello, abbracciandomi con il braccio con cui tiene il bicchiere "Lui è Faraji, viene dal Senegal ma ha vissuto fin da piccolo in Italia" aggiunge e mi presenta il suo compagno.
"Molto piacere" dico con un sorriso, stringendogli la mano.
La presa è forte e decisa e non posso non notare un bicipite piuttosto sviluppato. E così anche ad Alex piacciono i ragazzi un po' fisicati.
Quando però alzo lo sguardo sul suo volto noto che non appare molto espressivo. Ha zigomi marcati e le narici ampie. Gli occhi, invece, rimangono nascosti dalle sopracciglia e sembrano piuttosto piccoli. Non si riesce perciò a decifrare alcun tipo di pensiero dal suo viso e in generale dà un aspetto molto ombroso. Se lo incontrassi da sola di notte, forse avrei un po' di paura. Il suo sguardo ha un qualcosa di spaventoso.
Il sorriso rilassato di Alex al suo fianco stona un po' con l'immagine di Faraji, ma cerco di non far trapelare questa mia impressione.
"Bene, se volete scusarmi" dico, ansiosa di non intrattenermi di più con questo improbabile duo.

Rimango però immobile non appena sento il rumore di due scarpe col tacco sbattere sul tavolo.
Mi volto di scatto per vedere di chi si tratta, anche se la voce della diretta interessata mi era già sopraggiunta.
"Vi ruberò solo qualche minuto di attenzione" urla Rossa per essere certa di avere gli occhi di tutti puntati su di lei.
È ubriaca. E non lo dico solo per la sua postura instabile, ma anche per la voce impastata dall'alcol.
"Sono stufa di essere guardata male. Cos'è, non si può neanche parlare con un ragazzo fidanzato?" sbraita, probabilmente riferendosi all'episodio di Luca e Cecilia.
Subito si alza un soffuso vociare nella stanza. Matteo, di scatto, si lancia ai suoi piedi e la supplica di scendere e lasciar perdere. Forse lui ha già inteso dove vuole andare a parare.
"Non ora Matteo!" protesta, agitando la gamba a cui lui si è aggrappato "Ho delle cose da dire".
Tutti rimaniamo con il fiato sospeso e anche chi era fuori per godersi la bella serata, cautamente rientra per assistere allo spettacolino.
Allo stesso tempo però, sento gli occhi di alcuni posarsi su di me.
Forse dovrei intervenire.
Ma questo è probabilmente l'unico modo che abbiamo per portare a galla la verità. Potrebbe finalmente confessare di avermi rubato gli appunti.
Per sicurezza, faccio partire il registratore del cellulare.
"So di non essere una ragazza raccomandabile. E questo è perché ho tradito, è vero" pronuncia a voce alta, guardandoci negli occhi a uno a uno.
"Ho sempre tradito. Tu per primo, che cerchi di salvarmi la faccia" aggiunge, rivolta a Matteo che ancora la guarda supplicandola di scendere "Ma in fondo anche tu mi ha tradito. Mi hai tradito con i sentimenti. Cosa credi, che non lo sappia che sei innamorato di un'altra? E credi che non sappia chi sia questa ragazza?" continua, inginocchiandosi di fronte a lui, con gli occhi stretti a fessura per intimorirlo.
Matteo cerca di metterla a tacere, ma lei si divincola ancora una volta.
"Ma ti ho tradito bene, credimi. Ti ho tradito fino al midollo. E non indovineresti mai con chi. Però non posso dirlo. È famoso e lui non vuole. Ma non preoccuparti, non ho tradito solo te, sei in buona compagnia!" esclama, quasi in preda alla pazzia. Si rialza in piedi sui tacchi vertiginosi e ancora una volta ci squadra tutti.
"Ognuno di voi!" urla con le mani nei capelli "Ognuno di voi ho tradito. Ma questo è solo l'inizio. Andrò a fondo, sì, ma voi verrete con me" sbraita con voce roca, agitando le braccia, come una strega che lancia una maledizione.
Tutti facciamo un passo indietro per lo spavento. Solo una persona va controcorrente e, dopo le parole di Rossa, non mi sarei aspettata una sua reazione così... pubblica.
Lewis le si avvicina a lunghi passi e la afferra per le gambe, mettendola in spalla e portandola via, fuori dalla villa di Dan, senza dire niente. Solo le urla di Rossa si continuano a sentire, finché non si richiude il portone alle loro spalle.
"Questo è solo l'inizio!" sono le sue ultime parole.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now