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Sono seduta a un tavolo della caffetteria già da qualche minuto, quando vedo la sua macchina entrare nel parcheggio. D'istinto mi sistemo meglio sulla sedia e aspetto che entri, facendo finta di essere impegnata con il cellulare.
Appena mi vede corre ad abbracciarmi, facendo voltare tutto il locale verso di noi.
"Mi sei mancata così tanto" esclama con la testa sopra la mia spalla.
"Oh Ceci anche tu, non sai quanto" le rispondo, mentre lei si siede di fronte a me.
Ordiniamo entrambe una cioccolata calda con panna come quando eravamo piccine.
"Allora, ci sono novità?" le chiedo.
Da come le si tingono di rosso le guance, capisco che dev'esserci qualche tresca amorosa.
"Beh sì ci sono" mi risponde con un sorriso che le illumina anche lo sguardo "Io e Luca abbiamo un appuntamento"
Emettiamo entrambe un gridolino di gioia, come se fossimo davvero ancora due bambine.
"Ma è fantastico! E anche un po' inaspettato ad essere sinceri. Non avevi detto che non era il tuo tipo?" le faccio notare.
"Sì sì è vero, l'ho detto. Venerdì sera però, dopo una festa in università, si è offerto di riaccompagnarmi a casa, e fin qui tutto regolare. Ma poi ha tirato fuori una rosa rossa con un bigliettino graziosissimo e mi ha chiesto di uscire" mi racconta con gli occhi che continuano a scintillare "Come facevo a dirgli di no, avrebbe sciolto pure il tuo cuoricino di ghiaccio credimi, è stato così tenero" aggiunge con un tono di voce decisamente acuto.
Il suo entusiasmo coinvolge anche me e sono davvero felice per lei.
"Avete già deciso dove andrete?"
"Credo in un ristorante un po' chic in centro. Il problema è come mi vesto. Cioè ovviamente metterò i tacchi, ma non so proprio cosa abbinarci. Perché dovrò essere elegante, ma non voglio sembrare una bomboniera"
"Penso di essere la persona meno indicata per le consulenze di moda" ammetto "forse una tutina lunga, con scollo sulla schiena?" azzardo.
"Mh sì potrebbe starci in effetti. Sobria e non volgare, ma che comunque lascia scoperta un po' di pelle. Sì ci può stare! Sei un genio!" mi risponde convincendosi sempre di più.
"Oh no, tutto tranne un genio fidati" borbotto fra me e me.
"Ma ora veniamo al sodo. Perché non vuoi dirmi com'è andata la festa di sabato sera?" mi interroga con uno sguardo che mi mette subito alle strette.
Prendo un lungo respiro e cerco le parole giuste per spiegare il caos che mi attanaglia la mente dopo quello che è successo.
"Ecco, vediamo, come posso dirti?" prendo tempo.
Improvvisamente inizia a fare più caldo e allento un po' la presa del foulard sul mio collo.
"Emma spiegami cos'è successo, inizio a preoccuparmi"
Sospiro per l'ennesima volta, ma di nuovo non riesco ad articolare un discorso.
"Ma riguarda un ragazzo in particolare?"
Annuisco.
"Che ovviamente è super famoso e quindi non posso pronunciare il suo nome in questa caffetteria affollatissima"
Annuisco di nuovo e lei rimane stupita.
"Emma!" mi sgrida "Non avrai fatto una follia spero".
Rimango immobile per un secondo ma poi finalmente riesco a parlare.
"Io non ho fatto nulla" le dico in un soffio.
Proprio in questo momento arriva il cameriere con le nostre cioccolate e siamo costrette ad interromperci finché non se ne va.
"Tesoro guarda che queste cose si fanno sempre in due" mi dice con un'espressione a metà fra il rimprovero e il malizioso.
"Ma non è come pensi tu, davvero. È che prima di salutarci potrebbe, ecco, in un certo modo, avermi baciato" le confesso infine, un po' imbarazzata, come se fossi stata io a baciarmi.
"Cosa?!" dice a voce un po' più alta, facendo di nuovo voltare qualcuno nel locale.
"Cosa?!" ripete in un sussurro "E tu che hai fatto?"
"Niente, sono rimasta immobile come una statua"
A questo punto inizia a ridere e io mi sento un po' a disagio.
"Cioè spiegami, il tuo idolo di una vita ti bacia e tu non fai niente?"
"Cosa dovevo fare? Era ubriaco e magari l'ha fatto perché non capiva niente in quel momento. Se va bene se lo è pure dimenticato"
"Ah" commenta solo "Ma scusa durante la serata come si è comportato?"
"Appena siamo arrivati si è fermato a parlare su un divanetto con un suo amico pilota e io sono andata a ballare per conto mio. Quando sono tornata era già un po' brillo e continuava a starmi incollato. Poi è voluto andare in pista e mi ha letteralmente trascinata con lui, senza lasciarmi la mano neanche per un secondo. Lì mi ha addirittura stretta fra le sue braccia, finché non sono riuscita a convincerlo a tornare in albergo. Dopo averlo accompagnato fino alla sua stanza, ci siamo fermati sull'uscio a parlare un pochino, poi ha iniziato a giocare con i miei capelli, mi ha detto che sono sempre gentile e niente, mi ha baciato" le racconto, sminuendo un po' quello che è successo.
Non dice nulla e rimane a riflettere.
"Particolare" commenta solo "perché ti ha fatto un complimento, ma ha iniziato a considerarti solo dopo che aveva bevuto. Non saprei proprio cosa dirti. Vi siete più sentiti dopo sabato sera?"
"No e non l'ho nemmeno più visto in aereo. Non so se si ricorda come è andata e non me la sento di scrivergli"
"Sì meglio non rischiare, anche perché dovrete lavorare per ancora un bel po' di tempo insieme. Quando lo rivedrai, a proposito?"
"A Melbourne fra più di una settimana"
"Oh, è un bel po' di tempo. E invece con l'altro tuo collega, Matteo, hai chiarito?"
"Non ancora, probabilmente domani a lavoro lo andrò a cercare per parlargli, sempre che non decida di scappare di nuovo" commento con una smorfietta.
"Occhio a non farti baciare anche da lui" dice facendomi l'occhiolino.
"Sei proprio scema!" le rispondo rubandole una cucchiaiata di panna.
"Ehi!" esclama e ci mettiamo entrambe a ridere.
Cosa farei senza di lei.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now