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"Allora! Voglio sapere ogni singolo particolare" esclamo, non appena sono riuscita a strappare Cecilia da alcune nostre compagne di università.
Scusate, sono io la sua migliore amica.
Lei ride di cuore e mi prende a braccetto mentre ci dirigiamo in aula.
"Da dove posso iniziare..." pronuncia, battendosi più volte un dito sulle labbra.
Io rimango a guardarla in febbricitante attesa.
"Inizierò con il dire che sono caduta ai suoi piedi. Letteralmente" dice poi, facendomi scoppiare in una fragorosa risata.
"In che senso sei caduta ai suoi piedi?" le chiedo, incuriosita.
"Eh, ti ricordi che appena sei arrivata mi sono portata via un bicchiere di vodka e ghiaccio? Diciamo che ha fatto effetto in fretta. Se poi aggiungiamo che indossavo i tacchi, puoi immaginare cosa sia successo" mi spiega, gesticolando con enfasi.
"Ah proprio una caduta con i fiocchi, allora" commento.
"Esatto" risponde lei, lasciandosi sfuggire un risolino che le smuove i capelli biondi.
"E dicevo, sono caduta ai suoi piedi e lui ovviamente mi ha aiutato a rialzarmi" prosegue "e lì è successa una cosa che non mi sarei aspettata: mi ha chiesto se avevo bisogno di fazzoletti" aggiunge, lasciandomi confusa.
"Di fazzoletti?"
"Esatto, è quello che ho pensato anch'io" mi spiega "però forse ti ricordi che poco prima che io afferrassi quel bicchiere di vodka tu eri in cucina a parlare con lui. Perciò Dan mi ha visto arrivare in lacrime dopo che avevo lasciato Luca" mi fa notare, parlando fitto fitto.
"Giusto"
"Allora io gli ho risposto che più che di fazzoletti avevo bisogno di svagarmi e lui si è proposto di aiutarmi" aggiunge.
"Aiutarti, in che modo?" chiedo, facendo un sorrisetto malizioso.
"Scema! Non è come pensi tu" dice, dandomi un colpetto sul braccio.
"Ma se mi ho visto limonare!" esclamo.
"Quello viene dopo, fammi continuare" mi spiega, tutta infervorata.
Le faccio perciò un cenno con la testa, invitandola a proseguire.
"Ci siamo seduti sul terrazzino del primo piano, in modo da essere lontani da tutti e poter parlare tranquillamente. E dato che gli avevo chiesto di distrarmi lui mi ha raccontato un po' della sua vita e delle sue passioni" mi racconta.
"Oh" pronuncio stupita "di solito Dan non parla di queste cose con tutti" commento e lei ne rimane molto lusingata.
"Ho amato, ti giuro, ho amato, il modo in cui mi ha raccontato della Formula 1, dei suoi genitori, di suo nipote, della passione che ha per la musica. Mette l'anima in tutto quello che fa e mentre parlava gli scintillavano gli occhi. Lo sentivo bruciare dentro di sé di felicità, di ambizione, di affetto, di un non so che di magico" aggiunge, volgendo lo sguardo al cielo e facendo un lungo sospiro.
"Sì, Dan è proprio così" concordo.
Cecilia rimane per qualche secondo a fissare le nuvole sopra la nostra testa, poi riprende il discorso.
"E dopo aver sentito la determinazione e la passione che mette in tutto quello che fa, non ho resistito e l'ho baciato" aggiunge, arrossendo leggermente sulle guance.
"Awww" pronuncio, stringendo gli occhi per la sdolcinatezza del momento.
"E poi sei arrivata tu" sbuffa.
"Scusami tanto Ceci, non avrei mai voluto interrompervi. Ma ti stavo cercando da tantissimo tempo ed ero preoccupata per te" le spiego.
"Non ti preoccupare. Dopo che te ne sei andata abbiamo ripreso" mi informa, allargando le labbra in un ampio sorriso di vittoria.
"Ma allora! E io che mi faccio tutti questi problemi" esclamo.
"Però aspetta, non ho ancora finito" mi interrompe.
"Ah c'è dell'altro?"
"Sì. Verso le due tu e Charles ve ne siete andati" e qui mi lancia un'occhiata come per dire 'è palese che abbiate fatto cose più osé di noi, perciò non puoi dirmi niente' "e io sono rimasta a casa di Daniel".
"Sì" rispondo, facendomi sfuggire un sorrisetto malizioso per il modo in cui mi ha guardato.
"Non ci crederai mai, ma abbiamo dormito insieme, senza fare niente di..." e qui aggiunge un gesto con la mano, come per dire 'sconcio'.
"Ah" commento, sorpresa.
"Sei stupita, vero?"
"Molto" rispondo.
"Bastarda!" dice con voce stridula "Neanche fossi una poco di buono" aggiunge, quasi punta sul vivo.
"Eddai, scherzavo" aggiungo, continuando a ridacchiare.
Lei fa una mezza smorfia, ma poi riprende a sorridere.
"Perciò avete solo dormito?" le chiedo.
"Già. Tra l'altro ho indossato una sua maglia come pigiama. Ha un profumo, Emma, ha un profumo che neanche il dio del sesso profuma così" commenta, mordendosi un labbro.
Io sorrido complice, anche se per me il profumo di Charles non lo batte nessuno.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now