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Sto per mettermi a letto fra mille pensieri quando di nuovo sento bussare alla porta.
Ma chi diamine è a quest'ora?
Mi do una veloce sistemata e infilo una felpa per nascondere al meglio il pigiama che, seppur decente, è pur sempre un pigiama.
"Oh sei tu" esclamo quando trovo Charles davanti alla mia porta.
"Sì, ho portato la cena e il mio cuscino" dice mostrandomi i due come se fossero trofei "immagino che tu non abbia cenato perché dovevi riscrivere i tuoi appunti e poi spero non ti dispiaccia se dormo da te" aggiunge appoggiando le sue cose in giro per la stanza come se fosse la sua.
"Fai pure come se io non ci fossi, tranquillo" mormoro con una nota sarcastica.
"La cena preparata dalla mensa dell'albergo per sta sera faceva davvero schifo perciò sono andato a comprarti qualcosa fuori. Ho preso del riso, mi sembrava che in Bahrein ti fosse piaciuto, no?" mi spiega con una premura che quasi mi mette in soggezione.
"Sì, mi piace" riesco solo a pronunciare e sento il mio sguardo incollarsi a lui per lo stupore e la gioia.
La mia vocina interiore emette due colpi di tosse e mi risveglio da questo breve incantesimo.
"E grazie" aggiungo con un sorriso.
Inizio perciò a mangiare e devo dire che il piatto non è male, anche se piuttosto piccante.
"Non c'era però bisogno di tutto questo, un messaggio sarebbe andato bene" gli confesso fra una forchettata e l'altra.
"Sbaglio o avevo detto che sta sera avremmo cenato insieme? Un messaggio ti sembra una cena?" mi fa notare con un sorriso.
"Touchè" rispondo alzando una mano.
"Ti spiace se mi cambio mentre mangi? Sai com'è, domani ci sono le qualifiche e io sono il pilota"
"Figurati. Anche se non ho ben capito perché vuoi dormire qui" commento con un sorrisino da furba, cercando di metterlo un po' in difficoltà.
"Dopo il Bahrein mi dovevi questo favore e dato che fra tre giorni potresti non fare più parte di questa Scuderia ho capito che avevo solo oggi per farlo" mi spiega in quello che sembra il ragionamento più logico del mondo.
"Ehm, è vero" posso solo rispondere e lascio che vada a cambiarsi in bagno.
Anche se in fondo avrebbe potuto cambiarsi anche qui, non è niente che non abbia già visto, no?
Lascio cadere questo pensiero e cerco di concentrarmi sul fatto che oggi è venerdì e che domani lui corre, perciò finiremmo entrambi nei casini se sta sera rimanessimo svegli a far dell'altro anziché dormire, giusto Emma? Ecco vediamo di ricordarcelo anche quando saremo sdraiati a due palmi di distanza.
Rimango stupita dalla saggezza della vocina, che poi in realtà sarei io che parlo a me stessa, perciò non c'è niente di cui stupirsi, ma va bene così, sono stanca e inizio a delirare. Esiste un risparmio energetico per il cervello da attivare in questi momenti?
"Andiamo a dormire?" domanda Charles che nel frattempo è già uscito dal bagno.
Annuisco e do una sistemata alla scrivania prima di infilarmi sotto le coperte. Fortuna che mi avevano dato il letto a una piazza e mezza, altrimenti sarebbe stato davvero impossibile starci in due.
Dopo aver spento anche l'abat jour, mi metto comoda dalla mia parte, rivolta verso il soffitto. Nessuno dei due ha ancora detto 'buonanotte', perciò è come se fra noi ci fossero delle parole sospese a impedirci di andare a dormire.
Sono io ad afferrarle.
"Ma alla fine oggi hai provato la traiettoria con quelle modifiche che ti avevo suggerito?" gli chiedo voltandomi dalla sua parte.
Wow, complimenti! Potrebbe essere un momento romantico e noi ci mettiamo a parlare di lavoro?
Decido di ignorare il commento ironico della vocina, benché non abbia tutti i torti.
"Come credi che abbia segnato il miglior tempo?" risponde lui con fare ovvio.
"Bene, meno male" constato rigirandomi a pancia in su.
"Potevi anche dirmi 'bravo'" mi fa notare lui con un lieve pizzicotto sul fianco.
"Ehy!" esclamo con un sussulto "E poi la traiettoria l'ho studiata io quindi il merito non è solo tuo" mormoro mettendo su un finto broncio.
Lui si mette a ridere per la mia espressione e la luce dei lampioni che filtra dalle finestre gli mette in risalto le fossette spuntate sulle sue guance. È un'immagine incredibilmente tenera e carina, anche se dubito che un pilota di Formula 1 voglia sentirsi attribuire questi due aggettivi, perciò non glielo dico. E in più mi vergognerei a farlo.
Di nuovo cala qualche attimo di silenzio fra di noi.
"Charles" lo richiamo non appena si volta verso il soffitto.
"Sì?" risponde lui inclinando leggermente la testa verso di me.
Forse è questo il momento giusto per dirgli dell'offerta di Lewis e che fra qualche giorno potrebbe trovarmi a lavorare nel box a fianco?
"Devo dirti una cosa" mormoro.
Alle mie parole gli spunta uno strano sorriso sulle labbra.
"Non ce n'è bisogno" mi interrompe "So già tutto di Rossa e degli appunti".
"Che? Cosa?" esclamo visibilmente confusa.
"Quando l'ho beccata sgattaiolare nel paddock non ha potuto non dirmelo" aggiunge lui rimanendo misterioso.
"Ma cosa?" domando, appoggiandomi su un fianco per vederlo meglio.
"Era tutto un piano per passare la serata con me al riparo di occhi indiscreti" pronuncia con un barlume nello sguardo.
"Charles" lo fisso dritta negli occhi "Non so di cosa stai parlando. Sul serio" gli spiego con un'espressione abbastanza seria. Forse così mi crede.
"Come, ma non vi eravate messe d'accordo? Tu facevi finta di perdere i tuoi appunti, che in realtà davi a lei perché li portasse al bar della pista, così saresti potuta venire da me?" cerca di spiegarmi, questa volta alzandosi anche lui a sedere.
"No, io credevo di averli persi sul serio i miei appunti" gli rivelo scuotendo la testa per dare ancora più enfasi alle mie parole.
"Ma a questo punto sono abbastanza certa che li abbia presi lei. Abbiamo pranzato insieme oggi e deve avermeli rubati mentre ero intenta a parlare. Mi chiedo però per quale motivo lo abbia fatto e come facesse a sapere che sta sera io e te avremmo dovuto cenare insieme" ragiono ad alta voce.
"In realtà quello gliel'ho detto io" borbotta, abbassando lo sguardo verso il materasso.
"Charles!" lo rimprovero con un'occhiata.
"Pensavo fosse tua amica, non una specie di spia"
"Dici che dobbiamo dirlo a Mattia?"
"E per quale motivo?"
"Potrebbe averli dati a qualcuno di un altro team. Tipo Lewis. Fino a poco tempo fa avevano una tresca" gli spiego. Okay, ora sto iniziando ad addentrarmi in terreno minato.
"Una tresca? Cosa significa?" mi domanda con aria ingenua. Ogni tanto dimentico che non è madrelingua italiano.
"Che... Beh... Erano friends with benefits, mettiamola così" rispondo un po' imbarazzata.
"Aaaaaah però. Hai capito Lewis" commenta con un sorriso malizioso "E da quanto?" chiede, visibilmente incuriosito.
"Da qualche anno"
"Ah, un abituè allora. Non lo avrei detto. E com'era?" domanda avvicinandosi un po'. Che pettegolo.
"Com'era cosa?"
"E dai hai capito" risponde con il solito sorriso malizioso.
"Ma che ne so, noi ragazze non parliamo nei dettagli di queste cose, non sempre ecco"
"Sul serio? E come fate a non raccontarvele?"
"Perché, voi lo fate sempre?"
"Certo!" esclama assertivo.
Aspetta ma... Sempre sempre?
"Solo con amici fidati però" aggiunge, non appena ha notato il mio cambiamento di espressione "Tranquilla, di noi sa solo Pierre" aggiunge ancora e questa volta mi sento arrossire fino alle punte dei capelli.
"Oookay, non guarderò più Pierre con gli stessi occhi mi sa" borbotto visibilmente imbarazzata.
"Ma se davvero Rossa ha rubato i tuoi appunti dobbiamo andarlo a dire a Mattia" dice lui, cambiando, per fortuna, argomento.
"Ora? E come gli spieghiamo che io e te eravamo insieme?" gli chiedo un po' smarrita.
Questa non ci voleva proprio e sinceramente non mi sarei mai aspettata che Rossa fosse capace di cose del genere. A questo punto mi chiedo se Lewis non si frequentasse con lei anche per secondi fini. Tipo carpire qualche informazione dal nostro team.
"Gli diciamo che io sono venuto a raccontarti quello che ho visto e abbiamo capito che c'era qualcosa di strano sotto" esordisce lui.
Rifletto un po' sulla sua idea. Non sembra così assurda, il problema è che è già tardi e Andrea si è raccomandato con lui di riposarsi.
"Ma hai bisogno di dormire, domani ci sono le qualifiche. Possiamo andare a dirglielo in mattinata presto" tento di convincerlo.
Lui rimane a pensare qualche secondo sulla mia proposta.
"Va bene" annuisce "Però metti la sveglia mezz'ora prima e appena siamo pronti andiamo a cercarlo".
"Agli ordini" esclamo io e faccio come mi dice.
Subito dopo ci rimettiamo entrambi sotto le coperte.
"Buonanotte" dico in un sospiro "Spero che vada tutto bene".
"Andrà bene vedrai" mi risponde dandomi un bacio su una guancia "Perché sono io il pilota" aggiunge, pavoneggiandosi un po' come al solito.
Sì ma... Non ti ho ancora detto della proposta di Lewis.

La mattina seguente mi sveglio cinque minuti prima del previsto e decido concedermi il lusso di svegliare io Charles. Mentre dorme sembra un vero e proprio angioletto, nonostante abbia i capelli tutti scompigliati. Lo lascio perciò riposare ancora qualche minuto.
Mi vesto velocemente e preparo mentalmente un discorso da fare a Mattia mentre mi lavo i denti. Quando ho finito sveglio Charles con una leggera carezza sul suo ciuffo e gli dico di raggiungermi fra poco nella hall con Mattia: meglio non presentarci insieme.

"Buongiorno" mi saluta il mio team principal preferito quando lo fermo davanti alla reception "Che succede? Ti vedo agitata" commenta, notando che non riesco a stare ferma.
"Buongiorno Mattia, purtroppo devo dirti che ci sono stati alcuni problemi con i miei appunti per la traiettoria in qualifica di Charles" cerco di spiegargli e nel frattempo vedo arrivare il mio pilota, con un'espressione in volto più seria del solito.
"Non sei riuscita a finirli?" mi chiede strabuzzando gli occhi.
"No, no, ho terminato di riscriverli" lo rassicuro.
"E allora?" mi incita, spostando lo sguardo da me a Charles.
"Il fatto è che sembra che Rossa possa avermeli rubati" gli confido a bassa voce, non voglio certo che lo sappiano tutti.
Mattia non rimane molto sorpreso dalla mia affermazione ma mi ascolta con tutta l'attenzione che trova. Quando ho finito il mio racconto esordisce così:
"Avevo già notato qualche comportamento strano di Rossa, ma pensavo fosse collegato al suo carattere stravagante. In ogni caso, non possiamo di certo incolpare il pilota di un altro team, soprattutto uno come Hamilton, di un reato per cui non abbiamo prove. La vostra, anzi, la nostra, è solo una supposizione e confidarla alla stampa genererebbe solo scandali, che di certo non vogliamo attirare. L'unica cosa che possiamo fare è prestare più attenzione alle nostre mosse e, non appena sarà il momento, verificare questa teoria. Oggi però abbiamo ben altro su cui concentrarci, giusto Charles?" e qui gli stringe la spalla sfoderando un ampio sorriso "Dai, a tra poco in pista".
Subito dopo si allontana da noi e io e il mio pilota rimaniamo fermi a guardarlo finché non si è richiusa alle sue spalle la porta all'entrata.
Non mi aspettavo un atteggiamento così pacato da parte sua, né che nel team aleggiassero dei sospetti nei confronti di Rossa. Ma, come ha detto lui, oggi abbiamo altro a cui pensare.
"Bene, non ci resta che andare a lavorare allora" esclamo voltandomi verso il mio pilota.
La sua espressione è però rimasta seria quanto prima.
"Già" risponde impassibile "Però tu in Mercedes, suppongo" aggiunge con una smorfia sarcastica, per poi porgermi il biglietto da visita di Lewis.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now