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Rimanere a casa durante un weekend di gara è veramente frustrante. Le traiettorie di Charles, che abbiamo studiato insieme prima che partisse, sono andate a farsi benedire e cerco di non arrabbiarmi troppo per il fatto che sia riuscito a dimenticare in così poco tempo le mille raccomandazioni che gli ho fatto. Questo non fa altro che avvalorare la mia teoria per cui sono solo un'amica ai suoi occhi, anzi peggio forse, una collega, a cui non dà nemmeno retta, fra l'altro.
Per non parlare del fatto che io sono stata costretta a rimanermene qui, mentre lui è là con l'ingegnera di Lewis.
Cosa abbiamo detto? Andiamo oltre, basta con questa faccenda. Mi fa notare la vocina e io tiro un sospiro infastidito.
Quando però lo vedo prendere male un cordolo, mi sale ancora di più il nervoso e finalmente capisco che è arrivato il momento di spegnere la televisione e andare a fare un giro a piedi, altrimenti ci esco di testa.
Potrei chiedere a Rossa di uscire, ma ci siamo già viste quasi tutte le sere dell'ultima settimana perciò preferisco stare un po' da sola.
Mentre cammino per la via principale, un cartellone pubblicitario della Mercedes stuzzica la mia attenzione. Non ci faccio molto caso, finché non ne vedo un altro poco dopo. Improvvisamente mi torna in mente la chiacchierata con Lewis in Bahrein e solo ora mi rendo conto dell'opportunità d'oro che mi è stata offerta. Mi aveva chiesto di trasferirmi nel suo team e lì per lì non ci avevo dato molto peso.
Mi accendo una sigaretta per riuscire a riflettere meglio a riguardo, mentre mi siedo su una panchina, così che possa contemplare con calma il cartellone. Se da un lato ho la più prestigiosa delle scuderie della storia della Formula 1, parlo della Ferrari, che però ha da offrirmi solo uno stage a quanto pare, dall'altro ho uno dei nuovi volti del motorsport, pronto a servirmi il lavoro dei miei sogni su un piatto d'argento. Accettare la loro proposta significherebbe in un certo senso 'tradire' l'azienda che mi ha accolto e che mi ha insegnato il mestiere, ma che forse non ha saputo apprezzarmi realmente, se non ha ancora avuto la prontezza di tenermi stretta come invece farebbero in casa Mercedes. Se mi stanno tenendo d'occhio, come dice Charles, significa che hanno riconosciuto qualcosa di interessante nel mio lavoro di questi due mesi e potrebbe essere davvero quello che stavo cercando: una carica di autostima e una nuova vita.
Nonostante me ne sia accorta solo ora, credo che un incontro con Lewis per chiarire meglio la sua proposta sia da organizzare, quanto meno per avere un ventaglio più ampio di scelte.
Prendo il telefono per scrivergli un messaggio, quando realizzo che non ho il suo numero.
Ma forse Rossa può aiutarmi.

Dopo una ventina di minuti di camminata arrivo davanti a casa sua e suono il campanello. Nessuno viene ad aprirmi e suono ancora un paio di volte. Provo a bussare, ma niente, dev'essere uscita, anche se aveva detto che avrebbe seguito le qualifiche.
Decido di chiamarla. Il suo telefono squilla almeno dieci volte, ma non risponde neanche lì. Sospiro un po' sconfitta e le mando un messaggio, forse così si farà viva.

Dove cavolo sei finita? Ho bisogno del numero di Lewis, è importante.

Dopo pochi secondi mi arriva una notifica di risposta.

Sono da Matteo 😏

Te lo mando subito

Contatto: Lewis Hamilton

Poi però devi spiegarmi a cosa ti serve il numero della mia vecchia fiamma

In ogni caso stai tranquilla, se ti sei innamorata di lui a me va bene, tanto ora con Matteo le cose si sono fatte decisamente più interessanti

Ma ti racconto meglio quando ci vediamo

Grazie mille, ti devo un favore

In che senso vecchia fiamma?!

Ma non avevi detto che avresti iniziato ad uscire con il ragazzo dell'altra sera?

Credo di essermi persa un paio di cosucce...

Salvo il numero che mi ha mandato e mi prometto di scrivere a Lewis quando il weekend di gara sarà terminato, in modo da non disturbarlo troppo.

Mentre scorro la rubrica il mio sguardo si impiglia sul contatto di Cecilia.
Mi manca da morire poter parlare con lei. Quanto vorrei raccontarle di quello che mi sta succedendo, farle vedere il mio nuovo taglio di capelli (di cui riderebbe di cuore perché mi fa sembrare una 'sventola', come direbbe Luca) e il rossetto rosso che ormai porto sempre con me. È la mia migliore amica da sempre. O forse era? Vorrei scriverle e rimediare, ma non so davvero da dove iniziare e ho paura che lei possa chiudere definitivamente la nostra amicizia. E poi ora sono cambiata, anzi mi sono imposta di cambiare e di non lasciarmi influenzare dagli altri, perciò è meglio che stia distante da lei se non mi sento ancora pronta a riammetterla nella mia vita. Sì, non è ancora arrivato il momento.
Trattengo un lacrima di sconforto e la rimando indietro dopo aver preso una boccata di fumo. Al momento è l'unico vero amico con cui possa permettermi di sfogarmi.

Ho iniziato a fumare in quarta liceo, l'anno in assoluto più catastrofico della mia vita. È mancato mio nonno in una fredda mattinata di inizio gennaio. Con lui guardavo i gran premi ed è stato lui a convincere mio padre a portarmi sui kart.
"Sei una Rinaldi e i Rinaldi non mollano mai" mi diceva sempre, anche se alla fine io ho mollato dopo la mia prima volta in pista.
"La paura non cancella il talento" aveva aggiunto accarezzandomi una spalla, quando gli avevo confessato che temevo di ritornare a correre "e a te quello non manca" mi rassicurava, anche se in realtà non mi aveva mai visto guidare un kart. Forse era un presentimento. O forse era una piccola bugia per convincermi a fare quella che era stata da sempre la passione di entrambi.
La sua assenza ha lasciato un vuoto incolmabile da allora in poi, ma ha anche riacceso in me la voglia di rimettermi in gioco e di tornare finalmente in pista. Peccato che ci abbia messo un po' di tempo per capirlo e che nel frattempo abbia tentato di riempire quel vuoto con fumo, alcool e amori di una serata...
Avevo preso un brutto giro insomma.
E per certi versi, quel periodo della mia vita mi ricorda molto quello che sto attraversando ora. Anche quella volta avevo deciso di prendermi una pausa da tutto e da tutti e di iniziare una nuova vita (o forse dovrei dire un'altra vita?) per conto mio. Ma il risultato era stato a dir poco schifoso.
Finché non ci ha pensato Cecilia a tirarmi fuori da quel circolo vizioso che probabilmente mi avrebbe rovinato la vita.
Ma ora non ho più lei a cui ancorarmi e tornare a fumare è stato inevitabile. La situazione è comunque sotto il mio controllo, non temete, e so che sono ancora in grado di smettere quando voglio. Ma al momento non ho intenzione di farlo, né di smettere di andare a bere qualcosa ogni tanto con Rossa e suoi amici. In fondo mi sto solo godendo un po' la mia giovinezza e non faccio del male a nessuno.
Se non a me stessa.

Portofino | Charles LeclercWhere stories live. Discover now