Capitolo 2 | Rovente

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Busso alla sua porta ed entro dentro, una volta sentita la sua voce.

I miei occhi ricadono sulla sua figura appoggiata di fronte alla scrivania, con le mani nelle tasche dei suoi stretti pantaloni grigi a quadri.

Mi sorride.

"Buongiorno signor Jeon." mi inchino a lui per mostrare il mio rispetto, anche se senza sincerità. "Buongiorno signorina Han." la sua voce mielosa risuona nelle mie orecchie mentre con i miei passi, mi avvicino a lui a ritmo del mio battito cardiaco. Mantengo gli occhi in basso, sul pavimento, non osando guardarlo per vedere quanto attraente e sensuale sia, ecco cosa lo definisce in ogni modo.

"E' quello il tuo lavoro?" avvicina la sua mano alla mia per avere i fogli. Il mio cuore impazzisce al contatto ma rimango calma il più possibile per rispondergli. "Sì." allungo di un po' il braccio per dargli tutto ma lui si raddrizza, creando una vicinanza tra noi.

Il suo movimento fa fluttuare nell'aria la sua acqua di colonia, quel profumo seducente che ha sempre avuto e che non riesco a sopportare, stuzzica il mio cuore e la mente. Mi guarda negli occhi, e una volta che io distolgo lo sguardo, studia ogni mio piccolo lineamento mentre afferra lentamente i fogli. Si lecca le labbra e tiene la lingua tra i denti, finalmente dando un'occhiata a ciò su cui ho lavorato per così tanto.

Pazientemente, ma con la tensione nelle vene, aspetto che mi vengano dati i risultati, dall'uomo che sta proprio di fronte a me. Non sono propriamente sicura di volere la sua opinione in tutta onestà perchè se non va bene, so che rimarrò delusa da me stessa e sarò obbligata a rifare il lavoro per compiacerlo.

Sollevo gli occhi per dare una rapida occhiata alla sua reazione e alla sua espressione facciale, ma quello che noto mi fa congelare il sangue nelle vene. Stava spostando gli occhi dalle mie gambe al mio petto mentre si mordeva il labbro inferiore rosso e lucido. Vorrei svenire dal calore che mi fa provare. Tuttavia, cerco di non pensarci e sto in equilibrio sui miei tacchi. Quei tacchi che odio indossare ma che devo, per l'immagine che mi tocca dare alla nostra azienda. Se devo essere onesta con me stessa, questa non è la prima volta che lo scopro a osservare più del dovuto le mie curve, ma è una cosa che davvero odio?

"Dunque," rompe il silenzio. "Quanto ci hai messo per farlo?" si infila una mano in tasca. "Non lo so di preciso...forse quattro o cinque ore...mi dispiace, non glielo so dire signor Jeon."

Appoggia i fogli di carta sulla sua scrivania dietro di sè e si volta, avvicinandosi a me. Io salto dentro di me, alla sensazione di un suo dito magro sotto il mento, per far si che io alzassi la testa per guardarlo. Questo provoca ancora una volta un estremo nervosismo, e so che dovrò raccogliere tutte le mie forze per non collassare. Ogni volta che mi tocca con la mano o usa appena le dita su qualcosa, non riesco a non pensare a quanto quelle dita potrebbero lavorare per un'altra ragione migliore. Sono così lunghe e la sua pelle è talmente liscia e bella che i miei ormoni, semplicemente mi scorrono dentro.

"Che cosa ti avevo detto, signorina Han?" approfondisce la sua voce bassa e mi espropria della mia stessa anima per quanto mi fissa pungente e intenso, con i suoi scuri, profondi e ipnotizzanti occhi dentro i miei.

'Troppo' è quello che potrei rispondere, ma sono troppo codarda. "Non so di cosa sta parlando signor J-"

"Ripeti le parole che ho detto ieri quando stavi lasciando il mio ufficio," rimane fermo mentre rovisto nel mio cervello per trovare i ricordi. "Lei mi ha detto...'Non lavorare di notte'..." pronuncio le parole con parecchi dubbi e a disagio. 'E se mi stessi sbagliando?' mi stresso ancora di più.

"Esattamente," abbassa la mano. "Quindi mi puoi spiegare per quale motivo hai lavorato dopo le otto di sera?"

'Come fa a saperlo?' le mie labbra si schiudono per lo shock. "Io...avevo molto lavoro da fare e volevo essere sicura che i miei schizzi fossero pronti per oggi, signor Jeon..."

DEEP INSIDE || J.JK ✓ (Traduzione Italiana)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora