Capitolo 5 | Starboy

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-- Il giorno dopo --

7 am.

Mi alzo dalla sedia, la mia camicia nera già sbottonata nel modo in cui deve essere, per poter influenzare la mia dipendente speciale. Sto in piedi, proprio di fronte alla mia scrivania e mi appoggio ad essa, controllando l'ora sul mio orologio da polso per la centesima volta oggi, afferrando poi, il bordo del tavolo per l'impazienza.

Le conviene non fare tardi oggi, è per il suo bene.

Rimango immobile al mio posto, esalo duramente e rivolgo lo sguardo sul soffitto, piegando la testa facendo schioccare le ossa del collo. Chiudo gli occhi per un attimo e faccio passare la lingua tra le labbra, per poi ricacciarla dentro alla mia cavità orale e spingere con essa nell'interno guancia. Non vedo l'ora di vederla proprio di fronte a me, sto per impazzire.

Mi tornano in mente alcuni pensieri di quello che è successo stamattina nella mia doccia, il piacere che ho provato per l'ennesima volta mentre pensavo a lei. Ghigno a quei meravigliosi ricordi, per poi liberarmene, aprendo gli occhi e facendoli ricadere su quella porta che mi aspetto venire aperta dalla donna delicata.

"Oh ma che cazzo..." sbuffo esasperato, portando le braccia al petto per poi incrociarle, ruotando gli occhi e dando una sbirciata al mio orologio ancora una volta. "Questa donna ci sta mettendo-" la mia frase termina al suono di qualcuno che bussa.

"Avanti!" esclamo io raddrizzandomi. I miei occhi scorgono finalmente la figura di questa piccola monella, in ritardo di tre minuti. "Buongiorno Signor J-"

"Sei in ritardo," la interrompo nel medesimo istante in cui la porta si chiude alle sue spalle. La sua gonna rossa stretta cattura tutta la mia attenzione con lussuria, sa come essere fottutamente sexy con sottigliezza. "Sono arrivata qui in tempo ma ho dovuto posare la mia roba e...venire...qui..." deglutisce con forza mentre distoglie lo sguardo, i miei occhi non riescono a non ricadere sul suo petto nel momento in cui posiziona le braccia dietro la schiena, esprimendo timidezza con il linguaggio del corpo. "Sì, ma ti avevo detto di venire alle sette. Non prima, non dopo."

"Chiedo scusa Signor Jeon..."

Sospiro e avanzo, abbassando il braccio per far sì che la mia mano finisse all'interno della tasca, per un buon motivo che solo io posso capire. Mi fermo proprio di fronte a lei e tengo la testa piegata in avanti per essere in grado di osservare i suoi lineamenti, nascosti nella timidezza. "Dillo di nuovo."

Lei sgrana gli occhi al mio ordine. "Guardami negli occhi e dillo ancora."

"Le...le chiedo scusa, Signor Jeon," fa come le è stato detto, le mie labbra si incurvano in una forma compiaciuta. Porto la mano sinistra sul suo mento, strofinando un dito sulla sua mascella, facendole sollevare il capo. Mantengo gli occhi incollati nei suoi mentre la tensione e la temperatura si alzano, le sue guance diventano vermiglie. "Un'altra volta."

La mia mano destra si muove all'interno della tasca, la sua pelle si scalda contro la mia. Sorrido e mi tuffo nella sua anima con le migliori sensazioni di sempre. "Chiedo scusa...Signor Jeon. Non accadrà più."

Sorrido con soddisfazione e sfioro la sua guancia con il dito per poi dirigermi in direzione delle sue labbra, perfettamente pigmentate con il rosso intenso del rossetto che le ho comprato. Non nascondo il mio desiderio per lei e sbircio i suoi occhi, notando che il suo corpo non si ritrae affatto. Il mio cuore impazzisce, battendo dentro al petto e dal momento che lei rivolge lo sguardo sulle mie labbra con fame, prendo a coppa il suo mento e mi avvicino lentamente.

DEEP INSIDE || J.JK ✓ (Traduzione Italiana)On viuen les histories. Descobreix ara