Capitolo 4 | Vieni per me

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Mantiene la testa bassa anche se cammina verso di me con le mani intrecciate davanti al corpo ed entrambi usciamo da qui insieme ed entriamo nel suo ufficio da soli.

"Stai bene? Ti ha fatto male?" appoggio un dito sotto il suo mento per sollevarle la testa e sfioro la sua guancia colpita con violenza, percependo il calore della sua pelle causato dall'impatto. "S-Sì...lei era lì...?" alza lo sguardo nei miei occhi, la mia mano destra scivola in basso sul suo braccio, mentre l'altra accarezza la sua guancia arrossata e dolorante. "Passavo di lì e ho visto tutto attraverso le persiane...ma ad ogni modo..." incontro i suoi occhi ancora una volta, quei suoi meravigliosi occhi che brillano, ogni volta che la guardo. "Se qualcun'altro dovesse permettersi a fare questo o infastidirti, dimmelo."

"D'accordo signor Jeon..." annuisce ma distoglie gli occhi da me. "Sei sicura che non ti fa male?" accarezzo la sua pelle con il dorso della mano, tenendo a lei più di quanto potessi immaginare. "E' solamente un po'...intorpidita...ma sto bene...è colpa mia. Non avrei dovuto tirargli addosso il caf-"

"Hai fatto bene," la contraddico nell'immediato non appena il rumore della sua frase non mi piace. "Meriterebbe di peggio, tuttavia me ne occuperò io, tu rimani qui e chiedi di me se qualcosa non va. Intesi?"

"D'accordo..." annuisce con mio grande piacere, ma dal momento che so cosa pensa e su cosa continua a fantasticare, appoggio una mano sotto il suo mento, afferrandolo dolcemente a coppa mentre la fisso nei suoi timidi occhi per poi, premere un bacio su quel punto dolorante. "Ecco, adesso ti sentirai meglio dentro," le mie labbra si incurvano in un piccolo ghigno e la lascio sola in quell'angolo e i suoi occhi che si erano spalancati al mio tocco, adesso mi fissavano mentre mi allontanavo.

Esco da lì, sbirciandola ancora una volta prima di chiudere la porta. Adesso, devo occuparmi del problema e questo povero ragazzo non ha idea di quanto ci vorrà.

Raggiungo il mio ufficio aprendo la porta e lo trovo lì, di fronte alla mia scrivania. Mi chiudo la porta alle spalle, facendo in modo che nessuno possa entrare e abbasso completamente le persiane, per far sì che le finestre non rivelino niente di quello che sta per accadere qui dentro.

"Signor Jeon-"

"Non ti consento di parlami senza il mio permesso," lo interrompo bruscamente, avanzando per affrontarlo e frenando la mia ira da principio. "Che cosa hai fatto alla signorina Han? Ti è piaciuto?"

"N-No...io..." adesso la sua voce trema, dal momento che ha me di fronte, il suo corpo quasi si scuote davanti ai miei piedi proprio come un povero coglione senza coraggio, ora che si trova di fronte ad un uomo. "...L'ho fatto senza rendermi conto...non sono riuscito a controllarmi Signor Jeon, onestamente-"

"Ti piace sentirti superiore a lei solo perchè è una donna?" mi muovo in avanti e gli colpisco il petto con una mano, non lasciando nemmeno un singolo centimetro di spazio tra noi e guardandolo dall'alto, mentre i suoi occhi sono incollati al pavimento, vigliaccamente. "Pensi di poterla toccare nel mio ufficio senza nessun problema?"

"Io...io lo giuro su Dio...non sapevo cosa stavo facend-" il mio pugno che lo colpisce forte in faccia mette fine alla sua frase, e lo stesso fa il suo corpo sul pavimento. "Amico..." scuoto la mano dopo questo colpo potente, il che provoca una forte scossa sulle nocche e sul polso, tuttavia ridacchio mentre mi godo la vista di questo poveretto mentre si tiene la mascella dolorante. "E' così piacevole..." esalo profondamente e mi allento la cravatta per poi toglierla e lanciarla sulla mia scrivania, tornando su di lui.

Appoggio un ginocchio per terra, piegandomi su di lui per poi afferrargli il colletto, non gradendo il sangue gocciolante sul mio pavimento, che sta macchiando ciò che è mio. "Fa male?" spingo la lingua contro l'interno guancia, sentendo il bisogno di spaccarlo e non avere pietà di un rifiuto simile. "S-Sì, Signor Jeon..."

DEEP INSIDE || J.JK ✓ (Traduzione Italiana)Where stories live. Discover now