Nuovo appartamento, nuovi vicini

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"Questa sarebbe la tua nuova casa?" disse ridendo sguaiatamente Rebecca "è un buco!"

"Stai zitta Becky" le risposi, dandole una spinta sulla spalla "era tutto quello che mi potevo permettere!"

"Se non fossi così scema, saresti stata in dormitorio con me"

Alzai gli occhi al cielo ma non potevo ribattere nulla, aveva ragione. Mi ero dimenticata di inoltrare la domanda per avere una stanza all'università e questo posto era il meno caro, e più vicino, che ero riuscita a scovare.

"Ci sono solo due stanze..." continuò ridendo Rebecca mentre gironzolava per il poco spazio che ora dovevo chiamare casa "... e una è il bagno!"

"Almeno io ho un bagno tutto per me!" le risposi facendo la linguaccia.

"Perché non convinci tuo padre a prenderti un posto migliore? È pieno di soldi!"

"Già" sussurrai desolata "ma senza nessuna umanità."

Mio padre non era mai stato un padre affettuoso, era più che altro come un capo. Aveva sempre deciso tutto della mia vita e ovviamente mi aveva anche imposto in che università sarei dovuta andare, e cosa avrei dovuto studiare, per non parlare del fidanzato... sì, aveva stabilito anche quello.

Perciò, finito il liceo, avevo annunciato ai miei genitori che avrei studiato lingue straniere, in particolare il russo e mio padre, infuriato, aveva deciso di non pagarmi più nulla.

Ecco come ero finita in questo buco e con un lavoro da barista tre sere a settimana, da fioraia (una fioraia un po' particolare diciamo) due pomeriggi e occasionalmente da promotrice per una stramba agenzia di marketing.

"Ora devo andare al lavoro Becky, vieni a trovarmi al bar più tardi?"

"Certo tesoro, drink gratis!"

"Solo un drink gratis" ridacchiai "ma vedrò di farlo molto forte!" conclusi strizzandole l'occhio.

Mentre chiudevo la porta di casa, Rebecca si spostò dall'altro lato del pianerottolo, che condividevo con un altro appartamento e sbirciò i nomi sul campanello: "Tommaso Ferrara e Samuele Riva."

Si voltò entusiasta battendo le mani: "Sono due ragazzi, saranno coinquilini!"

"Magari sono amanti" risposi per smontare la sua euforia.

"Io preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno, magari sono pure belli... quanto sei fortunata Cami!"

Scoppiai a ridere: "Sono fortunata ad avere te!" La presi sottobraccio e insieme scendemmo le tre rampe di scale, senza ascensore (ovviamente, ero povera!), per poi salutarci fuori dal portone.


Al bar, che somigliava più a una discoteca, passai tutta la serata servendo drink e sorridendo alle squallide battute dei ragazzi, che tentavano qualsiasi abbordaggio possibile. Sapevo di essere una bella ragazza, ma non amavo ricevere tutte queste attenzioni, per questo motivo i miei lunghi capelli biondi del liceo, che tutte le ragazze mi invidiavano, si erano trasformati in un caschetto che mi arrivava appena alle spalle. Ma non era bastato evidentemente.

Alle due di notte, finito di lavorare, tornai verso casa, che distava pochi metri, ma avvicinandomi sentii della musica sempre più forte. Musica che sembrava provenire proprio dal mio palazzo.

Fantastico dormire sarà divertente! 

Mi piacevano le feste, io e Becky non ne perdevamo neanche una al liceo! Ma non ero entusiasta di trovarne una nell'appartamento di fronte al mio, quando la sola cosa che volevo fare in quel momento, era lanciarmi sul letto e dormire.

Aprii il portone e restai senza parole. Altro che festa nell'appartamento di fronte, la festa era in tutto il palazzo! C'era gente ubriaca accasciata sugli scalini, coppiette che si baciavano senza alcun pudore, bicchieri vuoti ovunque e una musica assordante. Ma i vicini non si lamentavano?

Cercai di fare i gradini zigzagando tra le persone e per sbaglio calpestai una mano a un ragazzo, che dormiva mezzo steso su uno scalino.

"Cavolo, mi dispiace" inizia a dire piegandomi verso di lui. Il ragazzo mi guardò confuso e d'improvviso si mise a vomitare, quasi sulle mie scarpe!

"Okey... " sussurrai schifata.

Ci misi così tanto tempo e fatica per arrivare alla mia porta che mi sembrò di aver scalato il monte Everest (lo ammetto non sono un tipo atletico), ma quando finalmente ci arrivai, trovai un ostacolo peggiore. Contro la mia porta c'era una coppia che si baciava appassionatamente, non si erano neanche resi conto che li stavo guardando sconvolta.

"Ehm" cercai di schiarirmi la voce più forte che potevo, tentativo inutile visto il livello della musica "scusate!" urlai, provando a sovrastarla.

Niente.

Il ragazzo era alto e sembrava aver un bel fisico, ma non potevo vedere il suo viso perché, la bionda che si strusciava davanti a lui, sembrava volerlo mangiare.

Picchiettai un dito sulla spalla della ragazza per attirare la sua attenzione, ma questa, senza neanche girarsi, tra un bacio e l'altro, gridò: "Vattene via!"

Va bene, dovevo agire drasticamente. Sarà anche stato un buco di appartamento, ma era il mio buco e io volevo entrarci. Afferrai la bottiglietta d'acqua, che tenevo nella borsa, e rovesciai tutto il suo contenuto sulla testa di entrambi.

I due smisero di amoreggiare all'istante e la bionda si girò arrabbiatissima, gridandomi insulti di ogni genere, mentre il mascara iniziava a colarle lungo le guance. "Chi cazzo sei tu?" mi chiese infine, sbraitando.

"Chi cazzo sono io? Questo è il mio appartamento!" La bionda sembrò sorpresa, sbatté le lunghe ciglia finte diverse volte. Poi guardò verso il ragazzo che osservava la scena divertito, appoggiato alla mia porta con le braccia incrociate e la maglietta bianca, per metà bagnata, che lasciava intravedere degli addominali niente male.

Si raddrizzò e mosse qualche passo verso di me, che ero rimasta imbambolata dalla sua bellezza. Avevo sempre avuto un debole per i ragazzi con i capelli castani e gli occhi azzurri, ma nessuno mi aveva mai fatto questo effetto!

"Benvenuta... vicina!" mi sussurrò all'orecchio, chinandosi pericolosamente verso di me. Poi si scostò leggermente per guardarmi negli occhi e infine la sua bocca formò un sorriso dannatamente sexy. E irritante.

Mi stava prendendo in giro!


Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now