La torta

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Il suono insistente del cellulare mi svegliò. Guardai sullo schermo e mi apparve la scritta "papà". Mi alzai e andai in bagno ignorandolo. Non avevo riposto a nessuna delle sue chiamate negli ultimi mesi. Ero stufa di cercare di farlo ragionare, di lottare per ottenere la mia libertà, di far valere le mie scelte. Magari non stavo prendendo le decisioni giuste davvero, ma volevo avere anche il diritto di sbagliare.

Mi preparai il caffè e proprio mentre appuravo che quella domenica non avevo nulla da fare, mi ricordai che era il compleanno di Tommaso! Avevo comprato il suo regalo tempo prima, ma lui era stato così presente e carino con me, da quando avevo rotto con Samuele, che volevo fare qualcosa di davvero speciale per lui.

Cercai la ricetta per una torta al cioccolato, ma quando la trovai, constati con rammarico che non avevano nemmeno un ingrediente, a parte la farina. Avevo finito anche lo zucchero. Diciamo che la cucina non era esattamente il mio forte. Indossai qualcosa di caldo e mi recai al supermercato più vicino.

Ero alla cassa con il mio carrello pieno, quando sentii qualcuno appoggiare il gomito sulla mia spalla. Mi voltai e alzai lo sguardo verso l'alto, incontrando gli occhi felici di Tommaso.

"Prepari un dolce?" mi chiese ingenuamente.

Avvampai. Cavolo! Volevo fargli una sorpresa e invece mi aveva beccato, ancor prima che iniziassi a preparare la torta.

"Io..." cercai una scusa plausibile, ma dallo sguardo del ragazzo, sapevo che aveva già capito.

"Adoro il cioccolato!" continuò, sbirciando meglio tra i miei prodotti.

Sbuffai sconfitta e gli risposi: "Mi servono un paio d'ore per preparare il dolce... doveva essere una sorpresa..."

La sua espressione si fece subito dolce e mise una mano sulla mia testa come per ringraziarmi. Notai solo allora che aveva con sé un pacco pieno di bicchieri di plastica, perciò mi venne da chiedere: "Organizzi una festa?"

"Certo! Stasera! Una festa pianerottolo ovviamente. Non serve neanche che ti dica che sei invitata..." mi guardò intensamente negli occhi e continuò "...devi esserci"

Il suo ordine mi fece sorridere, ma poi il volto di Samuele mi attraversò la mente e la mia espressione si tinse di preoccupazione. Tommaso notando questo mio cambiamento corrugò la fronte. Poi sembrò comprendere perché riprese sottovoce, avvicinandosi al mio orecchio: "Lui non ci sarà. E' andato da sua madre."

Lo guardai riconoscente mentre passavo alla cassiera i miei acquisti. Tornammo verso casa insieme, chiacchierando del più e del meno. Quando arrivammo davanti alle rispettive porte, Tommaso, senza voltarsi, mi disse: "Sistemo un paio di cose e arrivo"

"Come scusa?" chiesi confusa, girandomi verso di lui con le chiavi sospese per aria.

"Facciamo la torta, no?"

"Ma..." non finii la frase perché Tommaso non mi stava più ascoltando. Era sparito dentro casa, lasciandomi impalata come una scema, ancora con la porta chiusa. Accidenti, ero un disastro in cucina, sicuramente avrei fatto qualche figuraccia!


Ero intenta a rompere le uova senza far cadere nessun pezzo di guscio nell'impasto, ma l'impresa non era per nulla semplice, soprattutto sotto lo sguardo attento di Tommaso. Se io ero un disastro con il cibo, lui era peggio. Non sapeva neanche da che parte iniziare. Mi aveva pure chiesto se dovevamo metterci anche la farina nella torta. Ora stava cercando di dosarla correttamente, ma non sembrava procedere molto bene.Non volevo neanche pensare all'orrore che sarebbe uscito da questa collaborazione!

Mentre finivo di mescolare le uova con lo zucchero, mi tornò alla mente il compleanno di Samuele. Quella volta la torta l'aveva fatta Carolina, ed era perfetta. Questo pensiero mi rattristò a tal punto che il sorriso mi sparì dalle labbra. 

Tommaso probabilmente si accorse della mia espressione abbattuta, perché dopo avermi osservato in silenzio per un po', prese una manciata di farina e me la tirò direttamente in testa, colorandomi i capelli di bianco. 

Rimasi allibita. 

Così tirai fuori un cucchiaio di impasto e con la mano, lo spalmai su tutta la sua faccia. Mi fissò con gli occhi spalancati prima di lasciare spazio ad un grande sorriso divertito. 

Prese il tocchetto di burro morbido e lo strisciò sulle mie guance e sulla mia fronte vittorioso. Ridemmo e cominciammo a tirarci addosso qualsiasi cosa a portata di mano, zucchero, farina, cioccolato in polvere, uova. Alla fine il pavimento sotto di noi era un disastro e avevamo più impasto sul corpo che nella ciotola. 

Un corto ciuffo di capelli impastati di Tommaso gli finì in un occhio, e d'istinto, allungai una mano, spostandolo delicatamente. Quando tornai sui suoi occhi, notai che mi stava fissando con uno sguardo intenso e... calamitante. 

Ero incatenata a lui. 

Il mio respiro si fece sempre più corto, il cuore prese a battere più velocemente. Sentivo l'attrazione tra di noi crescere. Mi sarebbe bastato alzarmi in punta di piedi per raggiungere le sue labbra, e stavo per farlo, presa dal momento che si era creato tra noi. Sentivo che Tommaso voleva assaporare la mia bocca, glielo leggevo negli occhi. 

Ma ad un tratto mi tornò alla memoria la sensazione delle labbra di Samuele sulle mie e una fitta al cuore mi riportò alla realtà. Distolsi lo sguardo velocemente e guardai la ciotola con l'impasto sospirando: "Spero sia abbastanza per fare la torta!"

Tommaso si schiarì la voce, grattandosi la testa. Sembrava imbarazzato e... triste! Ma nascose subito la sua delusione, mascherandola con il suo solito sorriso, mentre travasava il contenuto della ciotola nella teglia per il forno.

Ero addolorata per aver illuso Tommaso, ma avevo fatto bene a fermarmi. Non avevo ancora superato la delusione della rottura e non ero pronta per queste nuove emozioni. Non sarebbe stato giusto per me, ma soprattutto non sarebbe stato corretto nei confronti di Tommaso. Non l'avrei usato per dimenticate Samuele, mi sarei accontentata della sua amicizia per il momento.

Il cuore di Tommaso si era già rotto una volta... non volevo essere io la causa di una seconda rottura. L'avrei protetto come un cristallo prezioso, anche da me stessa. 

Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now