Libri

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La sera di Capodanno arrivò velocemente. Organizzammo una festa pianerottolo (come ero solita chiamarle ormai) alla quale parteciparono tantissime persone. Andò avanti fino all'alba del mattino dopo. Per l'occasione avevo preparato una torta, ma avevo dimenticato di metterci il lievito, così somigliava più ad una frittata. Samuele disse comunque che era buonissima, mentre Tommaso la sputò nel lavandino. Assaggiandola, sfortunatamente, dovetti dare ragione a quest'ultimo.

Durante la festa Tommaso si beccò ben due schiaffi da due diverse ragazze. Come ebbi modo di scoprire il giorno dopo, il motivo era che aveva regalato a tutte e due lo stesso braccialetto per natale. E aveva trovato entrambi i braccialetti nei pacchetti delle patatine. Perciò si sarebbe meritato pure un ulteriore schiaffo. Carolina cercò di passare tutto il tempo con Samuele, ma io passai la notte tra le sue braccia. Alla faccia tua Carolina!

Il resto delle mie vacanze di natale le passai sui libri, cercando di preparare l'esame del primo anno di russo, aiutata da Samuele, che in realtà era più una distrazione. Ma fortunatamente lo superai con un voto discreto.

E in un lampo arrivò metà gennaio e mi ritrovai nuovamente fuori casa di Tommaso per consegnargli un mazzo di fiori secchi.

Sbuffai e allungai una mano per suonare il campanello, ma proprio mentre stavo per farlo, ripensai a tutta la storia di Anna e all'espressione affranta di Tommaso. Mi sentii in dovere di proteggerlo da altre sofferenze, anche se erano stupide o banali. Non volevo rivedere il suo viso triste.

Così mi voltai e tornai nel mio appartamento, stringendo saldamente in mano la consegna. Tommaso non sarebbe più stato un mazzo di fiori secchi!


"Natale non sarà natale senza regali", borbottò Jo, stesa sul tappeto.

"Ho lotta invano. Non c'è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami."

"È questo tipo di cose che mi spaventa. Più di Marcello, più di chiunque. E sento che devo trovare una soluzione, se no, una cosa dietro l'altra, si rompe tutto, tutto, tutto."

"Se hai dubbi su ciò che stai facendo, mettiti a correre. Corri a perdifiato, senza mai fermarti. Sentirai nascere in te la rabbia di vincere."

"A volte... a volte le cose succedono, Sachs. A volte, semplicemente, non si può essere ciò che dovresti essere, non puoi avere ciò che dovresti avere. E la vita cambia. Magari soltanto un po', magari moltissimo. E, a un certo punto, semplicemente non vale più la pena di lottare per tentare di riparare ciò che è andato per il verso sbagliato."

Questa frase mi colpì particolarmente. Rimasi con gli occhi fissi sul mio corpo, rileggendola attentamente. Non puoi avere ciò che dovresti avere. Quanto era vero!

Notai che alcune persone di passaggio sul marciapiede mi guardavano confuse, altre invece divertite. Effettivamente dovevo sembrare piuttosto buffa. Mi trovavo fuori da una libreria, per promuoverla ovvio. Ma ancora più ovvio era il costume che indossavo... già, un libro gigante!

Dovevo tenere le braccia distese di lato, così il libro risultava aperto e si potevano notare le frasi che c'erano scritte sopra, tratte da diversi libri. Presa da un momento di noia, mi ero messa a leggerle, solo che sembravo proprio una scema in mezzo alla strada, con le braccia spalancate e la testa piegata verso il basso, un po' storta per non leggere tutto quanto al contrario.

"Quest'anno l'inferno è sui tacchi a spillo" leggendo questa frase, mi balzò alla mente l'immagine di Tommaso, che era sempre circondato da ragazze con i tacchi a spillo. Tirai fuori il telefono e mi scattai una foto. Gliela mandai subito, sperando di farlo ridere con il mio buffo outfit.

Tornai a concentrarmi sulle altre scritte sparse per il mio corpo.

"La verità è una cosa meravigliosa e terribile, e per questo va tratta con grande cautela" quanto era vero pensai, sospirando e sollevando lo sguardo pensierosa. Avevo subito collegato le parole con Samuele, ero sempre più convinta che non fosse sincero con me, forse neanche con se stesso. Forse ero paranoica, o forse semplicemente gelosa, anche se non volevo ammetterlo... o forse ci stavo pensando troppo e ora avevo pure le allucinazioni! Quello che veniva verso di me sul marciapiede era davvero Samuele o me lo stavo immaginando?

Chiusi gli occhi, ma riaprendoli lo vidi ancora lì, abbastanza lontano, un po' nascosto dal viavai di persone. Era insieme a Carolina. Samuele le teneva un braccio intorno alla vita, mentre lei sorrideva felice. Non mi avevano visto, e avanzavano sicuri nella mia direzione, mentre io ero immobilizzata sul posto con questo costume idiota. Carolina, ad un tratto, si girò vero Samuele e si sporse su di lui, baciandolo sulla guancia. Lui la guardò negli occhi sorridendo e le posò una mano sulla guancia. Teneramente. Aveva lo sguardo di una persona innamorata. 

Era abbastanza.

Mi voltai e senza neanche pensarci puntai diretta all'ingresso della libreria, per non essere notata da loro, ma soprattutto per evitare di vederli ancora così... felici.

Non calcolai però la larghezza del mio costume e così andai a sbattere contro i lati della porta, ritrovandomi sbalzata indietro. Non caddi per miracolo, probabilmente per quel giorno la mi dose di sfiga era già stata raggiunta. Sentivo le lacrime che spingevano per uscire, ma non avrei mai permesso loro di cadere sulle mie guance in mezzo alla strada.

Riprovai ad entrare, questa volta girandomi di lato, e una volta dentro, chiesi il permesso di utilizzare il bagno. Avevo bisogno di stare nascosta per qualche minuto.

Con parecchie difficoltà mi chiusi la porta alle spalle e mi sedetti sul gabinetto chiuso, con le braccia ancora aperte per colpa del costume e la testa abbandonata verso il basso. Un'espressione ferita sul volto, mentre le mie lacrime atterravano direttamente sul pavimento del bagno. Attraverso la mia vista appannata vidi una scritta che si trovava esattamente in corrispondenza del mio cuore.

"Alcuni pensano che tenere duro renda forti, ma a volte lo si diventa arrendendosi."

Emisi un singhiozzo e pensai che forse, era arrivato davvero il momento di arrendersi. 

Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now