Quasi amici

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Quella sera al bar la situazione era abbastanza movimentata, mi spostavo velocemente tra i tavoli per consegnare le consumazioni e dietro al bancone per preparare i drink quando, con la coda dell'occhio, vidi Tommaso e Samuele varcare la soglia, seguiti da un gruppetto di amici tra cui spuntava la chioma rossa di Carolina.

Accidenti! Pure qua dovevo ritrovarmeli?

Samuele guardò dalla mia parte e quando mi riconobbe, sul suo volto si disegnò un'espressione sorpresa, che presto si trasformò in qualcosa che somigliava all'entusiasmo.

Era contento di vedermi! Non potevo crederci! Al solo pensiero iniziai ad agitarmi un po'.

Si avvicinò al bancone con un sorriso stampato sulle labbra e alzò la voce per contrastare il rumore della musica che veniva sparata dalle casse ad alto volume: "Ciao Cami"

Gli sorrisi di rimando, cercando di mantenere un contegno: "Dovrei chiamarti io stalker ora!"

"Non sapevo lavorassi qui"

"Ma quanti lavori fai?" intervenne Tommaso in quel momento, appoggiandosi con le braccia al bancone e sbilanciandosi in avanti per avvicinarsi a me.

"Parecchi" risposi restando sul vago, anche se ormai mi aveva beccato in tutte le mie tenute lavorative "cosa volete bere ragazzi?"

"Cami!" esclamò Carolina raggiungendo gli amici e aggrappandosi al braccio di Samuele, il quale si spostò subito di lato lasciandole spazio, quasi fosse infastidito da quel contatto.

Ma non erano grandi amici?

"Vi conoscete?" chiese poi confuso guardando prima me e poi la rossa di fianco a lui.

"Certo" rispose lei mostrandomi un sorriso amichevole "siamo grandi amiche!"

"In un certo senso" ribattei in imbarazzo, potevamo definirci sì e no conoscenti, ma non volevo smontare l'entusiasmo di Carolina, era stata così carina con me alla festa.

Samuele e Tommaso si scambiarono uno sguardo perplesso che non riuscii a interpretare, sembrava quasi ci fosse sotto qualcosa, ma non volevo immischiarmi nelle loro faccende.

Presero tre birre che servii loro subito perché avevo altri clienti che aspettavano, perciò non dedicai più molta attenzione al terzetto che ora chiacchierava affabilmente. Presto Carolina e Tommaso tornarono al tavolo, dove una ragazza bionda, che non l'aveva perso di vista neanche un secondo, si sedette subito sopra di lui con fare molto provocatorio e la cosa non sembrò dispiacere a Tommaso.

Samuele invece rimase ancora un po' al bancone e non potevo fare a meno di notare che tra un sorso di birra e l'altro, mi lanciava dei rapidi sguardi. Mi sentivo decisamente in soggezione, tanto che rovesciai ben due drink e una coca cola. Mai stata così disastrosa.

Staccai alle due e mezza di notte, quando il locale era ormai vuoto e io ero decisamente stremata. I ragazzi erano stati gli ultimi ad andarsene e avevano fatto un gran casino tra balli e bevute. Tommaso si era limonato almeno due ragazze e aveva ballato con altre tre mentre Samuele era rimasto a parlare fittamente con Carolina. La loro intesa era innegabile.

Salutai il capo, mi cambiai la divisa e uscii ritrovandomi immersa nell'aria gelida delle notti di ottobre.

"Finalmente" mi voltai di scatto spaventata da quella voce familiare che non mi aspettavo di sentire. Samuele era li, appoggiato al muro, poco lontano dalla porta, con le mani infiliate nelle tasche dei jeans e un sorriso troppo carino stampato sul volto.

"Samu, cosa ci fai ancora qui?"

"Ti aspettavo." Il mio cuore prese a battere più velocemente "Andiamo a casa insieme, è tardi!"

Camminavamo vicini parlando del più e del meno, quando dal nulla mi sorprese nuovamente dicendo: "Dovremmo uscire a cena una sera."

"Un appuntamento?" chiesi incerta guardandolo dal basso verso l'alto.

"Sei in debito con me ricordi? Non puoi lasciarmi uscire da solo" mi sorrise, ma era un sorriso dolce, che mi fece colorare leggermente le guance.

Com'era Cami? La stupidità non ha limiti? Forse stavo iniziando a essere stupida perché stavo davvero valutando di superare il limite che giusto poche ore prima mi ero imposta. 

Gran determinazione Cami, davvero! pensai mentre rispondevo: "Magari potrei farti compagnia. Vorrei provare il nuovo ristorante dietro l'università."

"Mi farebbe piacere!"

Usciamo come amici, non c'è nulla di male, non deve per forza essere un appuntamento romantico. Ripetei questa frase mentalmente salendo le rampe di scale davanti a Samuele mentre raggiungevamo i nostri appartamenti.

"Allora..." balbettai impacciata, ferma sul pianerottolo come una principiante... di solito non sembravo così inesperta, ma davanti a questo nuovo Samuele, tutta la mia sicurezza vacillava " ...buonanotte!"

"Buonanotte... "sussurrò lui chinandosi verso il mio viso e depositatomi un leggero bacio sulla guancia per poi spostare il suo sguardo intenso sui miei occhi e concludere " ...Cami."

Era ufficiale... non saremmo mai stati solo amici!

Se son rose... appassiranno!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora