P-E-R-F-E-T-T-A

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Tommaso mi aprì la porta silenziosamente e insieme sgattaiolammo fino alla camera di Samuele. Il sole si stava alzando in cielo, ma la camera era ancora nella penombra. Lui era sdraiato sul suo letto sotto le coperte, la testa abbandonata sul cuscino, i capelli, sempre pettinati ordinatamente, si sparpagliavano sulla federa disegnando quasi un'aureola.

Dormiva ancora profondamente e mi incantai a fissare le sue perfette labbra socchiuse, ascoltando il suo respiro regolare. Ma quest'atmosfera sognante si frantumò quando Tommaso, prendendo la rincorsa, si lanciò senza troppa leggerezza sul corpo dell'amico, ignaro dell'incombente minaccia.

"Buon compleanno!" gridò Tommaso mentre atterrava su di lui, svegliandolo bruscamente.

Samuele spalancò gli occhi per la sorpresa ed emise uno strano verso prima di insultarlo. Poi si voltò e mi vide lì, in piedi sulla soglia della sua camera con un sorriso timido in faccia. I miei capelli erano un po' scompigliati e indossavo il mio pigiama con le ciambelle disegnate sopra. Si schiarì la voce imbarazzato e cercò di ricomporsi mentre io gli dicevo con un sorriso: "Tanti auguri Samu!"


Era domenica perciò non avevamo da fare nulla per tutta al giornata, così preparammo un bel pranzo tutti insieme, invitando anche Carolina (che in ogni caso si sarebbe autoinvitata) e ci sedemmo intorno al tavolo chiacchierando allegramente. Mi sentivo a casa, ed era una strana sensazione perché non mi ero mai sentita veramente a casa nemmeno nella mia, mentre in questo appartamento, che non era neanche il mio... ero felice.

Dopo aver mangiato anche la torta decisi di dare il mio regalo a Samuele. Gli porsi il grosso pacchetto che avevo nascosto in camera di Tommaso. Era una chitarra nuova, come mi aveva raccontato Samuele al nostro primo appuntamento, la sua passione. Il sorriso che gli illuminò il volto mi ripagò di tutto il duro lavoro che avevo svolto per potermela permettere.

"Cami, sono senza parole... è bellissima!" si chinò sul mio viso e mi lasciò una bacio veloce sulle labbra, prima di tornare ad ammirare il suo strumento musicale.

"Sono contenta ti sia piaciuta!"

"Tantissimo...!"

"Dovresti suonarci qualcosa!" mi azzardai a dire notando che era calato uno strano silenzio da quando Samuele aveva scartato il pacchetto. I tre ragazzi si guardarono con un'espressione scura sul volto e non dissero una parola. Ora l'atmosfera era diventata addirittura tesa... mi stavo perdendo qualcosa? 

Studiai i loro sguardi con confusione, ma non osai chiedere nulla.

"Meglio di no" concluse Samuele rivolgendomi un sorriso prima di spostare la sua attenzione su Carolina e rivolgerle una lunga occhiata intensa.

Che cazzo stava succedendo?

"Samu cosa...?" non feci in tempo a finire la frase che Tommaso si alzò e cercò di cambiare argomento esclamando: "Ragazzi, è ora di andare a fare un giro!" poi si diresse velocemente verso camera sua per preparasi. Anche Carolina si defilò dicendo di dover andare al bagno, così rimasi sola con Samuele che non aveva ancora smesso di fissarsi le mani, preoccupato.

"Samu" riprovai "va tutto bene?"

"Scusa Cami, non è colpa tua... io non riesco più a suonare da... un po'..."

"Ah" rimasi spiazzata. Credevo di conoscere Samuele, ma evidentemente c'erano ancora tante cose che non sapevo di lui... quando si sarebbe finalmente aperto con me? "Mi dispiace... "

Samuele non aggiunse altro, così lasciai perdere, sembrava davvero abbattuto. Non volevo forzarlo, anche se avrei voluto sapere.


Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now