Fuochi d'artificio

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Come mi spiegarono poi Rebecca e Tommaso, avevano girato i negozi di costumi, prendendo varianti di quelli della mia agenzia. Ma poi avevano pensato che, se volevano avere successo, dovevano fare le cose per bene. Così avevano chiesto se potevano affittare proprio quelli della mia agenzia. Ed erano anche riusciti ad ottenerli! 

Tommaso, a fine serata, mi sussurrò dolcemente all'orecchio che, le sorprese non erano finite, e che la sera successiva, mi avrebbe portato a cena fuori.


Suonò al mio campanello all'ora esatta e io mi presentai alla porta con un abbigliamento che gli fece spalancare gli occhi. Volevo essere sexy, e osservando lo sguardo di Tommaso, avevo colto nel segno. Sorrisi soddisfatta. Indossavo una gonna a vita alta nera, corta, abbinata ad una maglietta bianca, anch'essa corta, che mi lasciava un po' di pancia scoperta. Memore della nostra ultima uscita avevo deciso di indossare comunque un paio di scarpe da ginnastica bianche.

"Mi togli il fiato così!" esclamò lui, poggiando le sue mani sui miei fianchi e attirandomi a sé per baciarmi. "Sei pronta per la sorpresa? " aggiunse poi, visibilmente in trepidazione. 

Annuii contenta e lo seguii verso le scale, ma quando mi apprestai a fare il primo gradino, notai che lui si fermava davanti a casa sua, estraendo le chiavi.

"Cosa fai?" chiesi confusa, mentre lui poggiava una mano sulla maniglia della sua porta.

"Prego" rispose Tommaso, aprendola completamente e invitandomi ad entrare con un sorriso emozionato. Appena varcai la soglia, sentii un rumore sotto la mia scarpa. Avevo calpestato qualcosa! Abbassai gli occhi e notai un fiore secco che giaceva sul pavimento. Proseguendo con lo sguardo verso il salotto, mi accorsi che c'erano diversi fiori secchi per terra, in fila uno dietro l'altro, come a formare un percorso.

Guardai Tommaso, perplessa e un po' curiosa. Lui si limitò a farmi un cenno con la testa, incoraggiandomi a proseguire. Seguii la scia di fiori sul pavimento fino alla cucina, e quando vi entrai, trovai la tavola apparecchiata in modo semplice, ma elegante, con la tovaglia e i piatti bianchi, una candela al centro e un bellissimo mazzo di rose rosse.

Mi avvicinai estasiata, osservando la sua bellezza. Tommaso arrivò dietro di me e mi cinse la vita con le braccia, facendo aderire i nostri corpi. Poi mormorò al mio orecchio: "Ora, siamo entrambi rifioriti, e facciamo parte dello stesso mazzo."

Il mio cuore si riempì di commozione per quella frase. Era vero. C'era voluto del tempo, c'erano stati degli ostacoli e delle deviazioni, ma finalmente eravamo nel posto giusto al momento giusto. Insieme.

Ruotai leggermente le spalle e voltai la testa per depositargli un bacio leggero, ma appena le mie labbra toccarono le sue, sentii tante scintille esplodermi ovunque nel corpo. Mi voltai completamente, posizionandomi davanti a lui. Lo guardai negli occhi intensamente, continuando a respirare sulla sua pelle. Nelle nostre pupille dilatate, leggevo lo stesso desiderio, che si stava facendo sempre più pressante. 

Sollevai una mano e la passai delicatamente tra i suoi capelli, mantenendo fisso il contatto visivo tra noi. Notai che Tommaso era in tensione, la mascella serrata, il respiro affannoso, le spalle rigide. Stava cercando di contenersi. Istintivamente mi catturai il labbro inferiore tra i denti, e questo movimento si guadagnò l'attenzione degli occhi di Tommaso, che si spostarono sulla mia bocca. Il suo respiro aumentò. Non riuscì più a trattenersi e si fiondò sul mio viso, baciandomi con passione. 

Le sue mani iniziarono a percorrere il mio corpo, soffermandosi sui miei fianchi, per poi scendere verso i miei glutei. Senza staccare la sua bocca dalla mia, fece presa sotto le mie cosce, sollevandomi da terra. Mi agganciai con le gambe dietro la sua schiena, portando entrambe le mie mani tra i suoi capelli.

Lui si spostò senza fatica dalla cucina, fino al corridoio, fermandosi appena fuori da camera sua e facendo aderire la mia schiena al muro. Si scostò appena dal mio viso, cercando nei miei occhi una conferma. Lo volevo quanto lui. Tornai famelica sulla sua bocca, mordicchiando delicatamente il suo labbro inferiore. Era una risposta più che esplicita.

Tommaso riprese a camminare e mi portò fino al suo letto, sul quale cademmo entrambi, ridendo felici. Poi riprese a baciarmi, giocando con la mia lingua. Con le mani percorsi la linea delle sue braccia, i muscoli tesi per lo sforzo di tenersi sollevato sopra di me, le spalle larghe, gli addominali definiti. Ogni carezza mi provocava brividi di piacere, ogni bacio mi liberava la mente, ogni sospiro accendeva il cuore.

Ci ritrovammo nudi in poco tempo, i nostri corpi che aderivano l'uno all'altro, senza imbarazzo. I nostri sorrisi che sorgevano dai nostri baci. I nostri occhi che si specchiavano gli uni negli altri, trovando finalmente un riflesso sincero.

Tommaso si allontanò per aprire il cassetto del suo comodino, vicino al letto. Prese un preservativo e poi tornò su di me. Fare l'amore con lui era qualcosa di indescrivibile. Era dolce, ma selvaggio. Lento, ma intenso. Eccitante, ma vero. I nostri corpi si incastravano perfettamente, come pezzi di un puzzle, che aspettavano solo di essere combinati. Come se fossero già a conoscenza della melodia, e aspettassero solo di danzare. Come se fossero micce, che accendevano tanti fuochi d'artificio nelle nostre teste e nei nostri cuori.


Eravamo sdraiati, ancora nudi, tra le lenzuola. La mia testa appoggiata al suo petto. Il suo braccio introno al mio fianco. I nostri corpi soddisfatti. Il respiro tornato quasi regolare. Il sorriso stampato sui nostri volti. Non ero mai stata così bene come il quel momento, e la mia espressione beata ne era la conferma.

Tommaso prese a giocare con una ciocca dei miei capelli, dicendo: "Sai Cami, io ho fatto sesso un sacco di volte..." sollevai lo testa, guardandolo perplessa, ma lui non mi lasciò intervenire, perché riprese subito a dire, con un'espressione dolce sul viso ".... ma questa è la prima volta, dopo tanto tempo, che faccio l'amore."

Sentii il mio cuore travolto dalla tenerezza, provai una sensazione che forse, non avevo mai provato davvero. Forse era sempre stata li, ma attendeva che qualcuno arrivasse, per mostrasi. Qualcuno come Tommaso, perché lui era la persona che stavo aspettando, anche quando non sapevo di essere in attesa di qualcuno. Sollevai la testa, avvicinandomi alla sua e arrivai all'altezza dei suoi occhi. Lo guardai, un po' spaventata, un po' emozionata e poi in un soffio gli sussurrai: "Ti amo Tommi"

Lui sorrise dolcemente, si sporse leggermente verso di me e mi depositò un bacio casto sulle labbra. "Anch'io ti amo Cami" rispose, restando a pochi centimetri dalla mia bocca.

Forse l'amore non è sempre lineare, devia per strade secondarie o imbocca sentieri a fondo cieco. Forse perde la via o non sa che bivio scegliere. Forse arranca in salita o svolta dalla parte sbagliata. Ma, senza fermarsi mai, porta sempre a qualche destinazione, finché non trova la strada di casa.

La mia casa ora era Tommaso, e io ero la sua. 

Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now