Fiori del castigo

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"Sei imperdonabile Cami!" mi stava dicendo offesa Rebecca il mattino seguente, mentre facevamo colazione al bar dell'università, prima di andare a lezione. "C'è una festa nel tuo palazzo e tu neanche mi chiami!"

"Becky" risposi, cercando di mantenere la calma "non si sono neanche presi il disturbo di chiedermi se ero d'accordo, hanno semplicemente occupato tutto il pianerottolo... e la mia porta!"

"La prossima volta mi chiamerai, qualsiasi ora sia!"

"Spero che, la prossima volta, la festa si svolga in casa loro, ora che sanno che ci abito anch'io lì!"

Becky sorrise maliziosamente: "Quindi sono davvero carini come dicevo io?"

Arrossii mio malgrado, ripensando al viso di quel ragazzo vicinissimo al mio e annuii perché era innegabile quanto fosse figo e  quanto fosse magnetico il suo sguardo.

Rebecca batté le mani emozionata, così decisi che era il momento di andarmene, prima che iniziasse ad architettare un qualche piano per conoscerlo meglio, o peggio, per farmelo conoscere meglio.

Avevo già abbastanza pensieri, e soprattutto lavori, per pensare ai ragazzi. Se dovevo averne uno, sarebbe stato solo per divertimento, e il mio vicino di casa non era un candidato ideale!

"Ora devo andare a lezione, ci sentiamo per pranzo!" schioccai un bacio sulla guancia di Becky e scappai via alla mia prima lezione di russo.


L'aula era abbastanza affollata, così presi posto in uno dei pochi rimasti liberi, vicino a un ragazzo biondo che già stava scrivendo, concentrato sul suo quaderno. Mi chiesi se il professore avesse già detto qualcosa di importante, anche se sembrava non aver ancora cominciato la lezione, perciò provai a sbirciare sul foglio, con discrezione, quello che stava scrivendo.

Non troppa discrezione, a quanto pare, perché il ragazzo senza alzare lo sguardo mi chiese, in modo decisamente poco gentile: "Ti serve qualcosa?"

Arrossii: "Ah no... scusa, credevo stessi già prendendo appunti!" Non erano appunti, era una lista della spesa, altamente alcolica, probabilmente per una festa.

Lui non rispose, ma pensai che farsi qualche amico a lezione non sarebbe stato male, così decisi di continuare: "Stai organizzando una festa?"

Il ragazzo finalmente alzò lo sguardo e mi fissò con i suoi penetranti occhi scuri, ma non era uno sguardo amichevole: "Non sei invitata." Rimasi sorpresa, che antipatico!

"Non te lo stavo chiedendo!"

"Tanto meglio"

Che stronzo! Non gli rivolsi la parola per le restanti due ore, avrei cercato un amico alla prossima lezione. Mentre uscivamo dall'aula, vidi molte ragazze osservare il mio compagno di banco e sussurrare eccitate, ora che lo guardavo bene, era un bel ragazzo! Lui non fece neanche caso alle risatine che suscitò al suo passaggio, tirò dritto, guardando davanti a sé con aria annoiata.


Passai poi tutto il pomeriggio lavorando al negozio di fiori. Era un posto carino, sempre in zona università e amavo il profumo che aleggiava nell'aria e i colori che animavano tutto l'ambiente, mettevano allegria. 

"Camilla"mi chiamò il capo nel tardo pomeriggio "fai questa consegna e poi vai direttamente a casa, per oggi hai finito!"

Uscita dal negozio controllai l'indirizzo della consegna e rimasi sorpresa leggendo quello del mio palazzo, ma non rimasi altrettanto sorpresa leggendo il nome del destinatario di quel mazzo di fiori.

Suonai al campanello fuori casa dei miei vicini e attesi, finché qualcuno non venne ad aprire alla porta: "Cosa sei, una stalker?"

"Tu! Cosa fai qui?" chiesi ritrovandomi di fronte il ragazzo biondo, antipatico, della lezione di stamattina.

"Ci vivo!" sentenziò, indicando un nome sulla targhetta, sopra al campanello. Samuele. 

Era lui Samuele?! Perfetto! 

"Come ti ho già detto" continuò, appoggiandosi allo stipite della porta "non sei invitata alla festa di stasera!"

Ma chi cazzo si credeva di essere questo belloccio?

"Se la festa sarà su tutto il pianerottolo, come la volta scorsa, sarà difficile impedirmelo" gli risposi lanciandogli uno sguardo di sfida "abito qua di fronte a te!"

Lui spalancò gli occhi sorpreso e intravidi farsi largo sulle sue labbra un sorriso divertito, che però fu bravo a mascherare subito con una smorfia.

"Fa come ti pare" e mi chiuse la porta in faccia, lasciandomi lì, in piedi come una scema, con la mia consegna ancora tra le mani. 

Sbuffai e suonai nuovamente il campanello, ma stavolta ad aprire non fu Samuele, bensì l'altro ragazzo: Tommaso... mezzo nudo! Indossava un paio di pantaloncini, aveva i capelli spettinati umidi e degli addominali che catturarono subito il mio sguardo, erano perfetti!

"Ciao vicina!" esclamò in tono allegro, per nulla a disagio a mostrarsi così ad una persona sconosciuta e aggiunse maliziosamente: "Ti mancavo?"

A lui, sicuramente, non mancava la sicurezza.  Riacquistai la mia dignità e mi sforzai di mantenere lo sguardo sul suo viso:"Ho una consegna per te."

Solo allora lui notò quello che avevo in mano e mi guardò perplesso: "Sono fiori appassiti?"

"Sì, è il nostro servizio fiori del castigo" spiegai, porgendogli il mazzo di rose afflosciate e secche.

"Credo di non capire" rispose lui, visibilmente confuso, grattandosi la testa "cosa sarebbe?"

Non riuscii a  fare a meno di pensare a quanto fosse sexy, ma non potevo  farmi irretire da quel ragazzo, sembrava davvero uno sciupafemmine e i fiori ne erano la prova.

"I fiori del castigo sono marci per persone che non si meritano la nostra freschezza, ma nemmeno di farci perdere la superiorità dell'ironia." recitai a memoria "Evidentemente hai fatto arrabbiare qualcuno!"

"Fammi capire" disse divertito Tommaso afferrando i fiori "qualcuno mi ha mandato dei fiori secchi per dirmi che sono uno stronzo?" senza aspettare una risposta aprì il bigliettino, che era allegato al mazzo di fiori, e scorse velocemente il messaggio del mittente.

"Aaahh" sospirò "Paola... dovevo immaginarlo!"

Non sembrava affatto dispiaciuto o pentito, qualsiasi cosa avesse fatto per meritare quel messaggio, sembrava che la cosa lo divertisse tantissimo.

"Non so perché" dissi, quasi sottovoce, mentre mi dirigevo verso la mia casa "ma credo che ti consegnerò molti messaggi come questo!"

"Sarà un vero piacere" rispose lui sentendomi, e quando mi voltai per guardarlo, mi fece l'occhiolino prima di sparire dietro la sua porta. 



Ciao lettori, l'idea dei fiori del castigo non è mia, ho preso ispirazione da un servizio realmente esistente, l'ho trovato così originale e divertente che ho voluto inserirlo nella storia!


Se son rose... appassiranno!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora