Hai freddo?

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"Camilla, puoi fare questa consegna?" chiese il mio capo dall'altra parte del negozio. Presi il mazzo di fiori del castigo che era già stato preparato e mi avviai verso casa, leggere il nome del destinatario non era più necessario ormai.

"Cami! Ancora con questi fiori appassiti?" chiese Samuele quando mi aprì la porta.

Sollevai le spalle non sapendo che altro dire, Tommaso era il solito Tommaso, ma per qualche motivo ripensai al suo viso triste la sera precedente e mi accigliai.

"Oh i fiori del castigo!" esclamò Tommaso affacciandosi alla porta con un sorriso "Questi sono sicuramente di Paola!"

Prese il bigliettino attaccato al mazzo di fiori e lo aprì, diventando improvvisamente confuso: "Ah no... Daniela! Daniela... Daniela..." si portò il foglio di carta davanti alla bocca pensieroso, mentre io e Samuele lo fissavamo allibiti.

"Non ti ricordi di lei?" chiesi con un certo rimprovero nella voce.

Negli occhi di Tommaso passò una scintilla di divertimento e sul suo vise si formò un sorriso furbo: "Sono da parte di Paola!" e così dicendo mi mostrò il bigliettino. Samuele ridacchiò di fronte alla mia espressione risentita. Tommaso riusciva sempre ad imbrogliarmi e non perdeva mai occasione per prendermi in giro.

"Ciao fidanzatini, vado a chiamare Daniela per ringraziarla..." si bloccò prima di sparire, si girò verso di me e riprese "... ops, Paola!" 

Lo fulminai con lo sguardo e quasi non mi accorsi che Samuele mi stava chiedendo qualcosa: "Andiamo a pattinare domani pomeriggio?"

"Come scusa?"

"C'è la nuova pista di pattinaggio che hanno allestito per natale, andiamo insieme?" il suo sorriso affettuoso mi sciolse il cuore come la neve al sole.

"Certo!" mi sollevai sulla punta dei piedi e posai le mie labbra sulle sue, chiudendo gli occhi e respirando il suo profumo che ricordava gli agrumi.


Dopo cena mi accoccolai sul divano stanca per quella giornata impegnativa, tra lezioni e lavori extra. Mancava poco al compleanno di Samuele e avevo deciso di guadagnare di più per  potergli prendere un bel regalo, perciò questa sera avevo bisogno di andare a letto presto, ma i miei buoni propositi furono bruscamente spazzati via dal suono del mio cellulare: Papà.

"Pronto?" risposi in tono brusco.

"Camilla, non ti sei più fatta sentire."

"Non chiamo certo per sentirti sbraitare."

"Modera le parole. Non ho chiamato per questo, ma non vorrei essere costretto ad arrabbiarmi, quindi fai come ti dico senza discutere."

"Sarebbe?"

"Io e tua madre ti aspettiamo a casa il giorno di natale per il pranzo in famiglia. Non importa se vuoi oppure no, ci sarai e non ammetto repliche."

Cercai di tenere a bada l'irritazione facendo dei profondi respiri e pensando alle parola giuste da pronunciare. Non volevo tornare a casa e rovinarmi il natale tra rimproveri e disapprovazioni, il mio rapporto con loro era decisamente in crisi. Tuttavia non volevo romperlo più di quanto già non fosse, perciò pensai che un solo pranzo potevo anche sopportarlo. "Va bene."

"Renditi presentabile."

Riagganciò senza neanche salutare, la cosa non mi stupiva più, ma ogni volta, restavo un po' ferita dal comportamento freddo che mostrava nei miei confronti, dall'indifferenza di mia madre che non prendeva mai le mie difese e dalla solitudine che provavo anche quando ero circondata dalla mia famiglia.


Le vie della città erano ricoperte di neve, le vetrine erano addobbate con tante ghirlande e lucine e l'atmosfera che si respira era di magia e di natale. Adoravo il natale, era la mia festa preferita!

Io e Samuele passeggiavamo mano nella mano sul marciapiedi diretti verso la piazza dove avevano allestito la pista di pattinaggio. Era tutto perfetto, sul mio viso avevo stampato un sorriso da quando eravamo usciti di casa, ma c'era una cosa che rovinava tutto... il freddo! Si congelava nonostante fosse pomeriggio. Il sorriso era ancora sul mio volto esattamente uguale perché si era congelato  (ora somigliava più ad una smorfia), forse per questo motivo a Samuele venne da chiedermi: "Hai freddo?"

"Sto bene" risposi con una vocina stridula. Accidenti! Avevo indossato dei jeans pesanti, sotto ai quali c'erano le calze di lana che mi arrivavano al ginocchio, ai piedi degli stivaletti con la suola antiscivolo. Infilata dentro i pantaloni la mia immancabile (e caldissima) canottiera intima, sopra una maglietta, sopra un maglione a collo alto, sopra il piumino e in testa un cappellino, oltre che i guanti alle mani... come potevo aver ancora freddo? Samuele girava con il cappotto che non era neanche completamente chiuso!

Infilammo i pattini a noleggio ed entrammo nella piccola pista di pattinaggio che era già solcata da alcuni ragazzi. Non ero un genio del pattinaggio sul ghiaccio, ma sapevo stare in piedi e fare un giro di pista, doveva bastarmi per non fare qualche figuraccia. Sul volto di Samuele intanto si era dipinta un'espressione preoccupata mentre osservava il ghiaccio deglutendo.

"Tutto bene?" chiesi guardandolo dolcemente.

"Sì... non ho mai pattinato in vita mia..."

"Come? Mai?!" Samuele scosse la testa sconsolato. Che tenerezza!

"Perché mi hai invitata allora?" indagai ridacchiando.

"Sembrava una cosa carina da fare insieme, ma ora credo che sarà un disastro!"

"Sicuramente sarà divertente!"

Samuele mi rivolse uno sguardo risentito e mi seguì sulla pista, tenendosi saldamente attaccato ai bordi. Io provai a fare qualche passo e notai che non avevo problemi perciò feci un giro di pista sotto lo sguardo perplesso di Samuele, ancora ancorato dove l'avevo lasciato.

"Dai Samu, provaci" gli gridai avvicinandomi a lui.

Con una certa paura negli occhi mollò la presa e si lasciò guidare verso il centro della pista. Eravamo quasi arrivati quando perse l'equilibrio e iniziò una strana danza per cercare di stare in piedi. Tentativo inutile ovviamente, ma prima di finire per terra, mi afferrò per un braccio, trascinandomi giù insieme a lui.

Atterrai sul suo petto e iniziammo a ridere come due scemi finché non sollevai lo sguardo e incontrai i suoi occhi scuri. Intensi. Si sollevò con la testa e mi baciò, ignorando il fatto che fossimo in mezzo alla gente e completamente distesi sul ghiaccio. Il freddo che fino a qualche secondo prima mi filtrava dentro le ossa sparì all'istante, uno strano calore si irradiò per tutto il mio corpo, colorandomi le guance di un rosso intenso.

"Scommetto che ora non hai più freddo!" disse lui mentre il suo respiro affannoso mi fece capire che stava provando le stesse sensazioni.

"Puoi riscaldarmi tutte le volte che vuoi!" mi sentivo davvero felice, ma nel profondo sapevo che non erano sempre queste le emozioni che provavo quando stavo con Samuele... quanto sarebbe durata questa felicità? 

Se son rose... appassiranno!Where stories live. Discover now