Capitolo 27

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Mi sveglio e gli occhi cominciano a pulsare.
Non riesco a capire dove io sia, ne cosa mi sia successo.

Perché la testa mi pulsa così forte?
Perché mi brucia il viso?
Ho il corpo estremamente dolorante, e nemmeno io so il perché.

Cerco di ricordare cosa possa essere successo e dopo qualche minuto dei ricordi sfocati mi riempiono la mente:
Io dietro la porta, Lele che lascia Aurora e lei che dice di essere incinta.

Comincia a mancarmi il respiro e milioni di lacrime cominciano a rigarmi il viso.
Ecco cos'era successo: Mi ero semplicemente reso conto di averlo perso per sempre.

La porta si apre e Zoe mi corre subito incontro "Tancredi come stai?" Non dico nulla, la abbraccio con tutta la forza che ho dentro di me e le chiedo soltanto di non fare domande.

La mia camera sembra stia per cadermi addosso.

Resto abbracciato a Zoe per almeno 20 minuti e quando si stacca, mi afferra una mano "Perché sei svenuto Tanche? Cos'è successo?" Le lacrime continuano ad insinuarsi sul mio volto, e qualche singhiozzo mi sfugge dalle labbra "Lei è incinta." Zoe mi guarda e mi stringe forte tra le sue braccia.

Lele entra in camera mia e mi corre incontro "Come stai?" Zoe si alza da accanto a me, e lo spinge con forza, facendolo sbattere contro la porta "Ma con che coraggio ti presenti qui?"lui la guarda con uno sguardo tra il confuso e lo spaventato "É colpa tua Lele. Ha sentito tutto" abbasso la testa e lui prova ad avvicinarsi "Tanche, ti prego ascoltami devo spiegarti" Zoe lo ritira nella sua direzione "Non credi di aver già fatto abbastanza Lele?Ti avevo chiesto di non farlo stare male, e invece guarda come lo hai ridotto" un singhiozzo mi sfugge dalle labbra e lui mi corre incontro, afferrandomi le mani "Ti prego, ascoltami" lo scanso "Mi avevi promesso che non mi avresti più fatto del male" l'ennesimo singhiozzo viene fuori dalle mie labbra "Invece mi hai ridotto in mille pezzi. Di nuovo" inizia a piangere anche lui "Ti prego, io non volevo" mi volto dandogli le spalle "Vattene. Non voglio vederti" nega con la testa "Ti ho detto di andartene" Si alza e si allontana da me.

Quando esce si chiude la porta alle spalle, mentre Zoe mi corre incontro e mi abbraccia.
"Scusami se l'ho tenuto lontano da te. Ma sono molto arrabbiata con lui" mi accarezza la schiena, ed io la tranquillizzo dicendole, tra un singhiozzo e l'altro, che va tutto bene infondo.

Resto abbracciato a lei per un bel po, ma quando si stacca le chiedo di andarsene e di lasciarmi da solo.
Ne ho bisogno.
Lei sembra capire la situazione e dopo qualche momento di esitazione se ne va.

Mi raggomitolo sul letto e riprendo a piangere.
Perché mi sta succedendo tutto questo?
Perché non posso essere un semplice ragazzo innamorato che si vive la sua storia?
Questo è il maledetto Karma.
Ho fatto così tante stronzate in vita mia che il karma ha deciso di compiere il suo corso adesso, nel momento migliore della mia vita.

Questa stanza inizia a farmi mancare il respiro: ormai i miei singhiozzi non fanno altro che riecheggiare tra queste quattro pareti, e i ricordi di me e lui su questo letto non smettono di affluire.

Mi alzo in piedi e mi asciugo gli occhi, per poi dirigermi in bagno.
Che fine ha fatto il Tancredi che c'era qui questa mattina?
Quello con il viso rilassato, senza nessuna occhiaia.
Adesso riesco a vedere solo una versione horror di Tancredi: Un occhio nero, dovuto sicuramente alla caduta di quando sono svenuto, i capillari scoppiati e gli occhi gonfi e arrossati.
Sono un mostro.

Mi sciacquo il viso e mi metto degli occhiali da sole in modo da riuscire a coprire tutto e dopo essermi infilato anche una felpa, afferro il mio skate e esco di casa correndo.

Magari sto per fare una cazzata, ma oggi non mi frega niente di nulla.
La mia vita sta andando a puttane, quindi come posso fare a rilassarmi un po'? Ovviamente chiamando il mio amico Luai e chiedendogli un po' di erba.

Non so quanto me ne abbia portata, ma credo sia abbastanza da potermi far scordare dei miei problemi.
Appena ho la bustina in mano corro verso casa, e dopo essere entrato nel palazzo, mi dirigo in terrazza.

Mi siedo sul bordo del cornicione e rollo la prima canna.
Me la porto alla bocca e aspiro il primo tiro.
"Sono solo un frocio. Lei aveva ragione."
Un altro tiro "Non mi amerà mai. Sono solo uno sbaglio per lui"l'ennesimo tiro seguito da l'ennesima botta di realtà "Avrà un figlio con lei, e mentre lui sarà lì, io sarò da solo, sperando che torni da me. Ma non lo farà mai"

Non so esattamente da quanto io sia quassù e non so nemmeno a quante canne io sia arrivato.
Ho perso il conto dopo la settima, o l'ottava..
Eppure adesso mi sento rilassato.
La testa è stata svuotata dai pensieri che tanto mi affliggevano.

Alla fine devo essere felice per lui, è mio amico no?
Non l'ho mai amato, la mia è stata una semplice confusione. A tutti capita di confondere l'amicizia con l'amore almeno una volta nella vita.
Ma tra me e Emanuele Giaccari non potrà mai nascere nulla di serio.
Siamo stati entrambi molto curiosi di provare una cosa nuova e quindi eccoci qui.
Ma io non credo si tratti di amore. Anzi a pensarci bene, non lo è proprio per nulla.

Il sole tramonta e quando scompare totalmente, decido di rincasare.
Quando apro la porta, la casa mi si presente letteralmente sotto sopra: Ci sono vestiti a terra e valigie a destra e sinistra.
"Finalmente sei qui." Gian mi fa cenno di seguirlo in camera ed io, con molta calma, lo seguo "Prepara le valigie. Domani mattina dobbiamo essere a Roma per le 7:00" annuisco e comincio a mettere robe a caso nella mia valigia.

Dopo circa un quarto d'ora Gian si para davanti a me, e mi afferra il viso "Hai gli occhi rossissimi. Ma che hai combinato?" Scuoto le spalle "Ho guardato degli alberi prendere fuoco e del fumo mi è entrato negli occhi" lui annuisce e si siede sul letto, continuando a sistemare la sua roba "Io capisco che tu l'abbia presa male, però non puoi.." la mia calma comincia a sparire "Io non ho preso male nulla. Io e lui siamo amici. Ci siamo solo confusi. É normale confondersi" I nervi cominciano a tornare e le lacrime minacciano di uscire fuori, ma con sospiro le ricaccio dentro.
Gian si alza nuovamente e si posiziona ancora una volta davanti a me "Mi stai dicendo che non hai mai amato Lele e che eri solo confuso?" Annuisco "Hai avuto un momento in cui pensavi ti piacesse Zoe. A me é successa la stessa cosa. Ma adesso mi sono reso conto di non provare nulla per lui" La porta di camera nostra viene chiusa bruscamente e noi ci giriamo nella sua direzione, ma con nostra grande sorpresa non c'è nessuno.
"Se non provi nulla per lui perché sei così distrutto allora?" Scuoto le spalle "Ti stai sbagliando Gian."Lui sbuffa e scuote le mani in aria"Senti Tancredi, pensa quello che vuoi, ma spararti 10 canne non ti farà di certo stare meglio. Ora con il tuo permesso, riprendo a sistemare la mia valigia" Mi da nuovamente le spalle ed io sbuffo.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now