Capitolo 57

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Io e Lele siamo mano nella mano e stiamo camminando lungo il sentiero di un parco, finché lui non si ferma di botto e mi accarezza una guancia "Ti ho mai detto che ti amo tantissimo?" Arrossisco e lui fa unire le nostre labbra "Sei così bello. Così Mio" lo abbraccio e gli lascio un bacio sul collo "ti amo anche io Lele"

A risvegliarmi dal mio meraviglioso sogno, é il suono della pioggia che batte contro la finestra.
Sono ancora abbracciato a Lele, e quando noto che sono le 3:26 del mattino, mi alzo facendo molta attenzione, e mi dirigo alla mia scrivania, dove afferro un foglio e comincio a disegnare.

Non so bene che ora sia quando il mio lavoro é completo: Siamo io e Lele, sdraiati l'uno accanto all'altro, proprio come prima di addormentarmi. Io ho la testa sul suo petto, e lui ha il mento appoggiato sui miei capelli.

Ruoto il foglio e comincio a scrivere:
Questi saranno l'ennesima lettera che non leggerai, e l'ennesimo disegno che non vedrai mai, non so nemmeno io bene il perché.
Preferisco tenerli nascosti nella mia anima, in modo che se un giorno dovessi andare via da me, avrei sempre un piccolo pezzo di Emanuele insieme a me.
La mia vita era un disastro prima di incontrare te. Un fottuto disastro. Finché sei arrivato tu, che con le tue belle parole e i gesti di affetto hai sistemato tutto.
Ricordo bene le prime sere in questa casa:
Gian e Diego a guardare serie tv e noi due.. noi due sempre da parte, stesi sul letto a coccolarci e darci affetto.
Tu mi parlavi dei tuoi problemi di cuore, ed io ti davo consigli su come conquistare le pischelle.
E chi lo avrebbe mai detto?
Chi avrebbe mai detto che oggi la tua pischella, sono praticamente io? Nessuno. Nessuno ci avrebbe mai creduto, e invece, oggi ci siamo solo noi. Tancredi e Lele. Due disastri che però insieme formano un capolavoro, proprio come quelli di Picasso. Difficili da comprendere per molti, ma estremamente fantastici per altri.
Non avrei mai pensato in vita mia di poter amare così tanto qualcuno.
E tu sai benissimo che mi sono sempre messo al primo posto nelle mie relazioni, ma con te é tutto diverso. Con te nemmeno ci penso a me. Mi interessa la tua felicità. Solo ed esclusivamente quella.
Ti amo follemente. Non scordarlo mai, nemmeno se dovesse finire.
Sarai sempre dentro di me.

Quando finisco di scrivere, ripiego il foglio e lo infilo in un cassetto, sotto ad un quaderno.
Mi rimetto accanto a Lele e stringo la sua vita.
"Sei così bello quando dormi amore mio" gli lascio un leggero bacio a fior di labbra e mi riaddormento sul suo petto.

Mi risveglio, pronto a tirare un bel pugno a qualcuno, sentendo delle labbra appoggiate sulle mie, finché non apro gli occhi e noto che si tratta di Lele "Buongiorno piccolo mio" gli sorrido e gli accarezzo una guancia "Stavi per ricevere un bel pugno in testa" lui mi guarda confuso ed io scoppio a ridere.

Dopo circa dieci minuti di coccole mattutine, ci alziamo e ci dirigiamo in cucina, dove troviamo Gian, Diego e vale intenti a preparare i Pancakes "Ti ho detto di stare fermo! Farai cadere di nuovo tutto l'impasto a terra" dice Valerio a Diego, che in risposta solleva il dito medio, guadagnandosi uno schiaffetto da Gian "Ogni tanto potresti pure smetterla di sentirti il migliore in tutto eh" Diego abbassa la testa e va a sedersi sul divano.
Mi avvicino al frigo e mi verso un po' di latte nel bicchiere "Avreste potuto provato anche ad essè meno acidi comunque" Si voltano nella mia direzione, mentre Lele si avvicina a me e si versa del succo di frutta "Ma che stai a di? Gli abbiamo solo detto di tirarsela meno" Mi dice Valerio sbuffando, guadagnandosi un'occhiataccia da parte mia e di Lele "Sapete com'è fatto. Cercate solo di essere più gentili." Dice il mio ragazzo per poi dirigersi in salotto da Diego, mentre gli altri due continuano a sbuffare come due fottuti treni in corsa. Mi stanno dando i nervi "Cioè famme capì: Mo è colpa nostra?" Mi volto verso Gian e lo fulmino con lo sguardo "Nessuno ha detto questo. Avete ragione, ma potreste essere anche un po' più gentili" li sento sbuffare un'ennesima volta, e estremamente arrabbiato, mi dirigo in salotto anch'io.

Quando Lele e Diego mi notano, improvvisamente smettono di parlare.
Ma visto quanto sono arrabbiato non ci faccio nemmeno troppo caso "Che succede? Stai praticamente perdendo fumo dalle orecchie"Guardo Diego e sbuffo "Mi sono rotto le palle di stare qui dentro. Io esco" corro in camera mia e comincio a tirare fuori dei vestiti, finché il mio telefono comincia a squillare "Buongiorno Tanche, ti ricordi che oggi dobbiamo andare da Fabrizio no?" La voce di Martina mi fa subito rilassare "Non preoccuparti Biondina. Posso andare da solo. In più tu oggi hai uno shooting importante" la sento sbuffare "Hai ragione, me ne ero dimenticata" sorrido e continuo a scegliere i miei vestiti.
Dopo circa quindici minuti attacchiamo, ed io comincio a vestirmi.

Quando sto per infilarmi la maglietta, la porta della mia camera viene spalancata da Lele, che appena mi vede chiude subito a chiave "Perché sei così arrabbiato?" Alzo le spalle e mi passo una mano fra i capelli "Non lo sono più. Devo andare da una parte adesso" si avvicina a me e fa scontrare i nostri petti. Il suo ricoperto da una leggera canottiera larga, mentre il mio è completamente scoperto "Hai bisogno di compagnia?" Nego con la testa "Devo.. andare da solo" balbetto un po' e lui sorride "Ok, ma smettila di balbettare. Sei fottutamente perfetto quando lo fai" arrossisco, e lui unisce le nostre labbra.
Che stupido che sei.

Quando esce dalla mia camera mi riordino i capelli, che sono più scompigliati di prima, e afferro i miei nuovi disegni. Compresi quelli con le lettere dietro.

Prima di uscire di casa passo a salutare Lele e Diego e poi mi incammino verso lo studio di Fabrizio.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now