Capitolo 68

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Le prime luci dell'alba mi appannano la vista.
Sono rimasto sveglio tutta la notte, vagabondando in giro per Roma senza una meta.

Avrei preso una stanza, se ci fosse stato qualche hotel aperto, ma ovviamente data l'ora erano tutti chiusi.

Quando finalmente trovo un hotel mi precipito nella Hall e affitto una stanza per una settimana.
Appena il receptionist mi da la chiave corro a fare una doccia per poi buttarmi nel letto.

Accendo il telefono, che avevo spento ieri sera, e trovo più di cinquanta chiamate perse. Dieci sono da parte di mia madre e delle mie sorelle, mentre le altre sono dei miei amici.

Con ancora il telefono in mano mi addormento beato.
"Ho cresciuto un uomo non una donna. Sei solo confuso." Mi ritrovo in ginocchio di fronte a mio padre, con le lacrime che mi rigano il viso "Piantala. Gli uomini non piangono" uno schiaffo dritto in faccia, mi fa cadere sbattendo la testa "Lele, aiutami ti prego" lo imploro vedendolo appoggiato al muro, ma lui rimane distante "Tuo padre ha ragione tancredi. Sei solo confuso" mi sferra un calcio sulla pancia ed io comincio a sputare sangue.

Il suono del mio telefono che squilla mi fa svegliare sommerso tra le lacrime ed i singhiozzi. Decido di ignorarlo, ma quando leggo il nome di Zoe sullo sfondo rispondo "Lil, santo cielo, dimmi dove sei. Clarissa mi ha chiamata ieri sera e mi ha spiegato tutto" tiro su col naso "Va tutto bene Zozzi. Sono in un hotel adesso" sento la voce di Martina "Chiedigli il nome dell'hotel" Zoe fa come dice e, visto che non ho voglia di discutere anche con loro, glielo dico senza obiettare. In fin dei conti loro sono a Milano. Il massimo che potranno fare sarà dirlo alle mie sorelle, che dubito vengano fin qui.

Con ancora le lacrime in viso decido di approfittare della jacuzzi, che ho in camera,per provare a rilassarmi.
Entro in acqua e afferro il mio telefono per poi entrare su Instagram dove il primo post che mi compare è quello di una pagina gossip: Una foto di Lele e Aurora che si baciano, postata e subito dopo cancellata da lei.
Il mio cuore si spezza in mille pezzi quando leggo i commenti in cui sono stato taggato:

"@sigh.tanc tradito"
"Rip per Tancredi"
"La definitiva fine dei Tankele"

Hanno ragione, in tutto.
Esco dalla vasca e mi avvolgo un asciugamano in vita. Andrò a fare una passeggiata, ho bisogno di staccarmi dal cellulare.

Mi vesto e mentre mi sistemo i capelli, qualcuno bussa alla mia porta.

Quando vado ad aprire resto senza parole: Cecilia, Zoe e Martina sono di fronte a me con le loro valige, in attesa che le faccia entrare.

"Uscivi?" Mi chiede poi Zoe, sedendosi sul letto "Avevo bisogno di staccare dai social" Martina annuisce "È per quella foto vero?" Mi chiede Cecilia, guadagnandosi un'occhiataccia da entrambe le ragazze "Si. Ma non importa. Sapevo che prima o poi sarebbe successo. Piuttosto: voi che ci fate qui?" Cambio totalmente argomento, loro lo sanno che mi farà stare meglio non parlarne "Io e Cecia volevamo vedere le nostre famiglie, ma non volevamo lasciare P da sola" annuisco "Puoi restare qui se vuoi. Ho prenotato la stanza per tutta la settimana, dopodiché si torna a Milano" Martina mi sorride e le ragazze fanno lo stesso "Che ne pensate di andare a fare tutti un giro insieme?" Propone poi Cecilia, e tutti accettiamo.

Uscire con loro mi fa stare bene.
So che con loro posso essere me stesso, sempre e comunque. Non che con i ragazzi non sia così, ma non so perché loro tre hanno qualcosa di speciale.

"Io ho fame" Ci dice Zoe, cominciando a camminare, ovviamente, verso il Mc.
Lei e Cecilia sono molto veloci, mentre Martina che cammina molto lentamente, rimane indietro, così mi avvicino a lei e le afferro la mano, trascinandola con me.

Appena ci sediamo ad un tavolo, gli ordini arrivano e noi iniziamo a mangiare "Io comunque devo comprare dei trucchi" ci avvisa Cecilia, facendo sorridere le altre due "Anche io" rispondono in coro Zoe e Martina.

Sarà una lunga giornata.

Dopo il pranzo quelle tre pazze cominciano a trascinarmi da un negozio all'altro, e quando finalmente trovano il rossetto che tanto cercano decidono di provarlo "C'è un problema ragazze: Siamo tutte già truccate" Dice Zoe con voce triste, e appena sollevo lo sguardo nella loro direzione le scopro tutte e tre a fissarmi "Oh no. Ve lo potete scordare" loro mi sorridono "È solo un gloss tanc, ci mettiamo due secondi a metterlo e uno a toglierlo" mi spiega Cecilia, ma io nego con la testa "Non esiste minimamente, io non sono Lele" lo ammetto, parlare di lui mi ha fatto arrivare una leggera fitta al cuore, forse più di una. Ma un ricordo in particolare mi passa per la testa:

"Ho la tinta Waterproof, non posso toglierla. Come faccio a provarmelo?" Zoe sbraita da più di mezz'ora, perché non sa come provarsi un rossetto, così Lele lascia la mia mano e si avvicina a lei "Ti cambia qualcosa se lo provo io?" Lei sorride e lo abbraccia "Io ti amo Lele" sorride anche lui e comincia a passarsi il rossetto sulle labbra. È strano devo ammetterlo, ma è davvero carino "Sei bellissimo Le" gli dico avvicinandomi a lui, che mi sorride e mentre Zoe lo abbraccia.

Sono passati solo pochi mesi da quei momenti, eppure sembrano passati anni interi.
L'unica differenza tra allora e adesso, è che allora non avevamo ancora idea di chi fosse Aurora.

"Tanche ci sei?" Le ragazze mi scuotono le mani davanti agli occhi e mi riportano alla realtà "Allora? Possiamo? È trasparente, dobbiamo solo vedere quanto luccica" tirano fuori il labbro inferiore, ed io sbuffo "Non potete provarlo sulla mano?" Loro negano con le teste "I glitter non si vedono sulla mano" sbuffo nuovamente e annuisco "È davvero imbarazzante" dico quando Martina si avvicina a me e comincia a passare il pennellino sul mio labbro inferiore "Amò sei bellissimo" mi dice Zoe, mentre Cecilia si avvicina a me con una matita nera "Vuoi mettermi anche quella roba sulle labbra?" Lei nega e scoppia a ridere "Guarda in alto" faccio come mi dice, e quando si allontana sbatto ripetutamente l'occhio "Amore sei un figo con la matita nell'occhio" dice Zoe puntandomi il telefono in faccia. Sta registrando una storia. Addio dignità.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now