Capitolo 40

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Alla fine ieri Cecia è arrivata con 40 minuti di ritardo e per disgrazia non era da sola.

C'era da aspettarselo comunque,
Si ok, ma io speravo di sbagliarmi

Ovviamente Miss pancino, non poteva perdere occasione di mostrare a tutti la sua pancia leggermente più gonfia.
Zoe ha la stessa pancia quando beve 5 Coca-Cola di fila, ma li nessuno dice nulla eh.

Ovviamente ho parlato sia con Zozzi che con Cecia.
Ho chiesto scusa ad entrambe e le ho spiegato che non ero in uno dei miei migliori momenti.
Loro ovviamente hanno capito e mi hanno abbracciato.
Mi hanno un po' fatto male alle braccia se devo essere sincero, ma non potevo mica dirglielo.

Martina mi è stata accanto tutta la serata e ha un po' discusso con Aurora, che ovviamente non poteva non evitare le sue frasette da bimba dell'asilo.

Ovviamente le donne incinte devono avere la precedenza su tutto, così quando Martina ha detto che sarebbe andata in bagno, magicamente ad Aurora è scappata.
Così, quando ha cercato di entrare prima di lei, Martina si è particolarmente incazzata "Basta con questa storia della donna incinta. Sono cazzi tuoi se non usi i preservativi, bella mia. Io adesso vado in bagno, e quando finisco entri te." La rabbia di Martina era molto evidente, così la mocciosa ha preferito non continuare con il suo spettacolino.

Lele l'ha abbracciata e le ha detto che forse stava un po' esagerando e che la reazione di Martina poteva anche starci.
Fortunatamente quella serata non è durata nemmeno troppo.
Ma la brutta notizia è che la mocciosa è rimasta a dormire qui. Con Lele.

Mentre Zoe e Cecia hanno dormito insieme a me.
Martina non ha detto nulla nemmeno a loro, e le sono molto grato di questo.
Sa bene che non mi piace stare al centro delle attenzioni, e che non mi piace essere trattato come un peluche da collezione.

A svegliarmi, questa mattina, è stato il suono del mio cellulare che ha iniziato a squillare alle 10 in punto "Vestiti e vediamoci appena sei pronto. Abbiamo delle cose da fare oggi" la voce pimpante di Martina mi rimbomba nelle orecchie, e faccio come mi ha detto.
Le ragazze si sono già svegliata, visto che non c'è ne nemmeno la loro ombra.

Appena vestito mi dirigo in cucina e trovo tutti intenti a fare colazione.
"Buongiorno Lil. Ti va qualcosa?" Saluto tutti e mi allontano "La mia pischella mi aspetta. Ci vediamo più tardi" mi dirigo alla porta, pensando intensamente all'occhiataccia che mi ha lanciato il mio caro amico Emanuele, quando ha sentito la parola Pischella.

Saluto Martina e le prendo la mano "dove andiamo?" Lei mi sorride "Intanto andiamo a fare colazione. Poi vedrai" annuisco e comincio a camminare insieme a lei.
Entriamo in un bar e cominciamo la nostra colazione "Comunque ieri sera hai spaccato bella." Lei sorride "Io non sopporto i capricci. Non me ne frega se é incita o no" Annuisco e finisco la mia colazione "Dove mi porti di bello?" Lei morde la sua brioche e poi mi guarda "Lo scoprirai presto. Fammi solo finire questo" beve il suo cappuccino, e dopo aver pagato tutto ci incamminiamo.
"Devo prendere una macchina comunque" dice poi, di punto in bianco "Cioè, mi stai portando a prendere una macchina?" Scoppia in una risata "No. È molto più importante, quello che stiamo per fare" torna seria.

Mi sta parecchio spaventando.
Che intenzioni ha?
Perché ho l'impressione che mi stia minacciando?
Vuole buttarmi in un pozzo?
Vuole darmi in pasto ai pesci?

"Tancredi, perché sei così teso? Fidati di me. Tutto quello che faccio, lo faccio per il tuo bene" annuisco e cerco di rilassarmi.

"Eccoci" ci fermiamo davanti ad un palazzo abbastanza antico, e lei mi trascina dentro.

Una donna ci fa accomodare in quella che sembra una sala d'attesa e ci lascia lì per qualche minuto "Ma che posto é questo?" Lei mi afferra una mano "In questo posto, riuscirai a smettere di fare cazzate" la guardo confuso "Mi hai portato da uno psicologo? Ma sei matta?" Lei mi accarezza la mano "Tancredi, fidati di me ogni tanto" sbuffo.
Io non volevo venirci qui.
"Prego ragazzi, entrate pure" ci mettiamo in piedi e l'infermiera ci conduce in un'altra stanza.
"Salve giovani. Come vi chiamate?" Un uomo pelato e grassoccio mi si presenta davanti "Io sono Martina e lui è Tancredi" l'uomo ci sorride "Io sono il dottor bianchi. Potete chiamarmi Fabrizio. Ma adesso ditemi: perché siete qui?" Martina gli sorride "Vede.. il mio amico ha qualche, problemino con le lamette.." abbasso la testa "Tu stai bene ragazza mia?" Lei annuisce "Bene, allora ti spiacerebbe lasciarci da soli?" Lei sorride ed esce, lasciandomi da solo con quel Fabrizio.

"Ti va di parlarmi di come stai?" Nego con la testa "Come mai?" Lo guardo "Io non ho nulla che non vada. Se vuoi sapere perché mi taglio te lo dico subito: Sto bene quando lo faccio" lui mi osserva "Qual'é il problema? Hai avuto qualche brutto trauma da piccolo? O hai avuto una brutta delusione?" Abbasso lo sguardo e gli occhi cominciano a pizzicare "Quale delle due?" Le lacrime cominciano a scendere e le parole mi muoiono in gola.
Cerco di asciugarle ma lui me lo impedisce "Non smettere. Piangere ti farà stare meglio"

Quando finalmente smetto lui si posiziona in piedi di fronte a me "Quindi?" Abbasso lo sguardo e comincio a parlare: "Da piccolo venivo preso in giro da tutti, perché sono dislessico. A nove ho tentato di suicidarmi, a scuola. Mentre a 12 sono stato pestato a sangue da almeno 7 ragazzi più grandi di me" lui mi appoggia una mano sulla spalla "Vedi ragazzo mio, la gente pensa che il diverso sia sbagliato. Ma non è così. Tu ad esempio sei diverso, perché magari non ti piace leggere e scrivere. Ma ci sarà qualcos'altro che ti piace fare no?"Annuisco "Io amo disegnare" lui mi sorride "Bene. Allora ho un'idea: Che ne pensi,se quando hai voglia di.. insomma. Hai capito. Che te ne pare se ti mettessi a fare un bel disegno?" Annuisco "Non ci avevo pensato.." lui mi sorride e si siede sulla sua sedia "Allora facciamo così: la prossima settimana vieni qui, da me, e mi mostri tutti i disegni che hai fatto durante i tuoi momenti di debolezza" annuisco e sorrido per poi uscire.
Sono le 17.
Ma quanto cazzo sono stato qui dentro?

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now