Capitolo 76

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Dopo l'iniziale sconvolgimento, sia Gian che Zoe si sono parecchio arrabbiati, mentre Cecia si è seduta in disparte e ha cominciato a martoriasi le mani "Non capisco cosa sbaglio con lui. Ho sempre cercato di farlo ragionare, eppure ultimamente mi sembra cambiato" la voce spezzata che usa mi fa tremare il cuore "Beh è un'idiota. Non fa altro che danni" urla Zoe, sbattendo una mano sul muro.

Martina entra in stanza e si mette accanto a me "Sentite, noi non sappiamo cosa sia successo. Quindi non ha senso incazzarvi così. Adesso io e Tancredi dobbiamo andare da un parte, voi parlategli, magari scoprirete qualcosa" dove dobbiamo andare?

Mi afferra una mano, mi aiuta a mettermi in piedi e mi trascina in camera sua "Cambiati. Fabrizio ci aspetta" annuisco, e quando esce dalla stanza mi vesto.

Dopo aver salutato le ragazze e Gian percorriamo le scale di corsa, ma per mia sfortuna incrociamo Lele proprio davanti alle cassette della posta.
Abbasso lo sguardo e cammino, ma lui mi afferra per un braccio "Non è come credi tu" lo ignoro, e dopo essermi liberato dalla sua presa esco dal palazzo.

Appena sono al cospetto di Fabrizio, comincio a sfregarmi le mani "Tancredi: Quante cose sono successe dall'ultima volta in cui ci siamo visti" abbasso lo sguardo, ripensando a tutto quello che mi è capitato "Ti va di dirmi cosa ha scaturito la tua gravissima ricaduta?" Annuisco e comincio a parlare "Ci siamo lasciati." Fabrizio spalanca gli occhi "Per quale motivo?" Mi accarezzo i capelli, e cerco di assumere un atteggiamento più menefreghista possibile "La sua ex gli ha detto che ha avuto un aborto spontaneo a causa mia. Il vero problema però sono i suoi problemi psicologi: Non è mai esistito alcun bambino, lei ha inventato tutto" il mio psicologo si abbassa gli occhiali "Lui questo lo sa? " annuisco "Gliel'hai detto tu?" Nego con la testa "I nostri amici gliel'hanno detto, e lui l'ha lasciata. Poi ha chiesto scusa a tutti" Fabrizio sorride "Anche a te?" Annuisco "Vorresti tornare con lui vero?" Annuisco ancora una volta "Cosa c'è che ti blocca tanc?" Lo guardo e mi sfrego le mani "Ho paura di soffrire, ancora. Quando sto male in un modo o nell'altro finisco sempre per distruggermi, e non voglio più farlo" Fabrizio si mette in piedi e si avvicina a me, appoggiandomi una mano sulla spalla "Figlio mio, le paure sono fatte per essere sconfitte. Hai mai avuto paura del buio?" Lo guardo confuso e annuisco "E perché avevi paura del buio?" Mi gratto la testa "Perché non sapevo chi o cosa potesse esserci nascosto" lui mi sorride "Esatto. Hai paura di scoprire le cose nuove. Ma devi farlo" Lo guardo "Non è così facile..." mi accarezza una spalla "So cosa significhi avere la tua età e se posso darti un consiglio: analizza bene quello che ti accade, e non fidarti delle apparenze" questa sua frase mi fa pensare:
E se davvero non ci fosse stato nulla tra Lele e Giulia?

Per tutto il resto della mia chiacchierata con Fabrizio non ho fatto altro che pensare a ieri sera "Cosa hai intenzione di fare?" Mi chiede Martina mentre torniamo a casa "Devo parlargli" Lei mi sorride "Sono fiera di te" ci abbracciamo, e continuiamo a camminare.

"Tanche ti devo parlare è urgente" mi dice Gian appena entro nel nostro appartamento, così dopo essermi tolto il cappotto lo seguo in camera sua.

"Che succede?" Mi fa segno di sedermi, mentre lui resta in piedi di fronte a me "Ho parlato con Lele" mi porto le mani tra i capelli mentre aspetto che continui "Lui e Giulia.. ieri sera.." sbuffo "Potresti essere più veloce? Mi stai mettendo ansia" Gian mi sorride "Te la faccio breve: Si sono ubriacati na cifra" sospiro "Quindi hanno scopato perché erano ubriachi?" Lui nega con la testa "Errato. Non hanno fatto nulla, semplicemente avevano i vestiti sporchi di vomito, dentro la lavatrice" mi metto in piedi "Tu lo sai cosa significa questo?" Gian mi guarda e annuisce "Vai tanc. Lui è di la, che aspetta solo te" gli sorrido ed esco dalla stanza.

Senza nemmeno bussare entro in camera sua.
Lo trovo appisolato sul letto, con dei fogli intorno ed uno tra le mani. Glielo sfilo leggermente e comincio a leggerlo:

Mio piccolo tancredi, saperti felice mentre stavamo insieme mi fa sentire l'uomo più fortunato del mondo, ma, sapere che sei stato in pericolo di vita per colpa mia mi fa sentire un bastardo.
Se solo sapessi che non dormo da quel maledetto giorno in cui ti ho visto li per terra immerso nel sangue, se solo sapessi che ho passato la notte insieme a te.
Non mi aspetto che mi perdoni, ti ho fatto troppo male, troppo. Solo vorrei poter tornare indietro e amarti come ti meriti.

Mi ritrovo accasciato sul suo letto, con le lacrime che mi rigano il viso.
"Tancredi" apre gli occhi sorpreso "Perché piangi?" Non dico nulla, mi fiondo solo tra le sue braccia "piccolo mio" comincio a singhiozzare e lui mi asciuga le lacrime "Va tutto bene tanc?" Annuisco "È solo che.." fa incontrare i nostri sguardi.
Le sue labbra sono a pochi centimetri di distanza dalle mie, e se sollevassi leggermente la testa, potrei riassaporarle.
"Tu mi hai visto in quelle condizioni?" Lui annuisce leggermente "Sono io che ti ho trovato, e poi ho passato la notte in ospedale con te. Ti tenevo la mano e ti ho parlato" lo guardo confuso "Cosa mi hai detto?" Mi sorride leggermente "Che ti amo e che dovevi svegliarti perché avevo bisogno di riaverti accanto a me" prende un bel respiro "Ho anche trovato le tue lettere" abbasso lo sguardo imbarazzato "Sono bellissime" lo dice in un sussurro.

L'atmosfera in questa stanza è diventata così tranquilla e rilassante che sento di stare per addormentarmi "Tanche ieri sera.." gli appoggio un dito sulle labbra "Non dire nulla. Ti prego" appoggio la testa sul suo petto, e mi godo il suono dei battiti del suo cuore.
Mi sei mancato così tanto Emanuele.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin