Capitolo 79

976 63 42
                                    

"Hey piccolo, siamo arrivati a Roma. Svegliati" mi sussurra Lele mentre mi accarezza delicatamente i capelli.
Io apro gli occhi e sbadiglio leggermente "Sei davvero bellissimo" lo guardo e arrossisco "Ti ho messo in imbarazzo?" Mi chiede mentre, mano nella mano, scendiamo dal treno "No" rispondo sorridendogli.

Il telefono mi vibra in tasca
"Io e Nico ti aspettiamo davanti al Bar"
É un messaggio di mia sorella Clarissa.
Ripongo il telefono in tasca e prendo un bel respiro.

"Vieni con me" gli dico trascinandomelo dietro.

Arriviamo di fronte a mia sorella e, appena  vede Lele al mio fianco, un enorme sorriso le ricopre l'intero volto "Lele!" Gli salta al collo e gli sussurra qualcosa all'orecchio.

"Mamma sarà felicissima di vedervi insieme" mi dice appena saliamo in macchina, mentre nel mio stomaco uno stormo di ratti cominciano a combattere tra di loro "Tanche stai bene? Sei pallido" mi chiede Lele a bassa voce, per non farsi sentire da mia sorella. Io annuisco e fingo un sorriso.

Arrivati sul vialetto di casa comincio a prendere dei grandi respiri.
Ok, tancredi. Andrà tutto bene.
Lele è un tuo amico.
Andrà tutto bene.
Una mano afferra la mia e mi trascina verso la porta.

Cerco di lasciare la mano di Lele, senza essere troppo scortese, ma prima che ci riesca la porta di casa si apre rivelando mia madre "Amore mio" mi salta al collo e mi stringe forte tra le sue braccia "Mi sei mancato così tanto" mi dice mentre mi fa entrare in casa.

Appena arriviamo in salotto mi fa sedere e abbraccia Lele "Scusami Lele, ero così presa dal mio piccolino che non ti ho nemmeno salutato" lui fa spallucce e la abbraccia.
Si sono sempre adorati.

"Mamma io vado a casa di Cristina" urla Berenice pronta per uscire "Dove credi di andare? Tuo fratello é qui, e poi non puoi andare a piedi fino a casa della tua amica"Bere corre nella mia direzione e mi abbraccia "Mi sei mancato tanto amore" mi dice senza staccarsi da me, finché non nota anche la presenza di Lele "E tu che ci fai qui? Non dirmi che... Oh mio Dio! Mamma dobbiamo festeggiare!" Le tappo la bocca "Rilassati Berenice, datti una calmata" le dico con tono serio mentre la lascio andare, e lei annuisce "Scusami. Devo... imparare a controllare l'euforia" annuisco.

"Credo sia meglio se vado da Cristina adesso" avverte mia madre che le va incontro "Non puoi andare a piedi da sola, potrebbe essere pericoloso" Lele si mette in piedi e si avvicina a lei "Posso accompagnarla io se vuoi. Sempre a piedi, ma non sarà sola" mia madre lo guarda dispiaciuta "Non ti da fastidio?" Lele scuote la testa e afferra mia sorella per mano "Ci vediamo più tardi" dice mia sorella prima di uscire di casa, mano nella mano con lui.
Me la pagherai Giaccari.

"Allora..Come va?" Mi chiede mia madre, appena ci ritroviamo da soli in salotto "Beh, è stato tutto molto difficile, ma forse c'è una speranza anche per noi" Lei mi sorride e mi accarezza una guancia "Ci spero da quando mi hai parlato della tua confusione" mi passo una mano tra i capelli e ripenso a quel giorno:

"Sei innamorato?" Faccio spallucce "Non lo so Ma. Sto cercando di capire questo" mi guarda negli occhi "Chi ti ha fatto venire questo dubbio?" Sospiro "Un mio amico" sussurro "Un ragazzo eh?" Chiede tranquillamente, ed io annuisco "È Lele?" Mi metto seduto di fronte a lei "E tu come lo sai?" Mi accarezza la guancia "Sono la tua mamma"

"Sono felice per te vita mia. Ti meriti un amore da sogno" la abbraccio e quando mi appoggio alla sua spalla chiudo gli occhi "Hai trovato una ragazza disposta ad amarti?" Sobbalzo, e mi ritrovo la figura di mio padre di fronte "No Dimitri. Nostro figlio si è innamorato di un ragazzo, che ti piaccia o no, a noi non importa" risponde mia madre con tono autoritario, mentre lui abbassa lo sguardo .

Comincio a tremare leggermente, mentre nella mia testa immagino già mio padre che mi prende a calci fino a farmi sanguinare "Non lo approvo. Ma non me ne frega nulla.
Sei convinto che ti renderà felice?Bene per te" spalanco gli occhi nella sua direzione "Come dici?" Chiedo in un sussurro "Quello che hai capito. Ma.." abbasso lo sguardo, ovviamente deve esserci un ma "Se dovesse farti soffrire, io di certo non ti consolerò, questa casa resterà chiusa per te.Sei un uomo, puoi cavartela benissimo da solo" annuisco e mi metto in piedi "Credo che la mia visita qui sia durata abbastanza. Ti voglio bene mamma" le dico prima di abbracciarla un'ultima volta.
Lei mi stringe al suo petto "Io ci sarò sempre tanc, ricordalo" mi sussurra poi all'orecchio.

Mi dirigo alla porta e, senza nemmeno salutarlo, esco di casa.

Afferro il cellulare e compongo il numero di Lele:
"Tanche va tutto bene?" "Vediamoci alla stazione. Possiamo tornare a Milano per quanto mi riguarda" lo sento sospirare "Va bene. Ma adesso sono da mia madre, che ne pensi di raggiungermi?" sbuffo. È un pessimo momento, ma non posso dire di no ad Antonella, lei mi è sempre stata accanto "Va bene. Ma facciamo velocemente, ti prego" "Te lo prometto piccolo" attacco e mi dirigo verso casa di Antonella.

Arrivato sulla soglia della porta, prendo un bel respiro, e busso "Ciao Tancredi" mi dice una vocina, appena la porta si allarga leggermente "Giorgia!" La prendo in braccio e la faccio volteggiare "Sei bellissima piccolina" le dico lasciandole un bacio sul naso.

Antonella mi fa accomodare in casa, e appena Giorgia torna nella sua cameretta, mi abbraccia "Sono estremamente contenta che tu sia qui" istintivamente sorrido. Questa donna è così buona "Anche io, sei davvero speciale" Lele ci guarda da lontano e sorride "Siete bellissimi, così, abbracciati" ci dice poi, mentre io e Antonella ci mettiamo seduti sul divano "Tanche cosa ti è successo prima?" Mi chiede tornando serio, ed io faccio spallucce "Non è nulla Le. Mio padre mi ha semplicemente detto che se dovessi soffrire, non sarò il benvenuto a casa sua. Perché gli uomini possono cavarsela da soli, e ha ragione" gli spiego con tono serio, e lo vedo abbassare lo sguardo, mentre la donna al mio fianco mi accarezza un braccio "Lele, Giorgia ti sta chiamando" lo avvisa poi.

Dopo avermi lanciato un'occhiata per vedere come sto, Lele corre dalla sua nipotina, nella stanza accanto "Tancredi ascoltami" richiama la mia attenzione con voce calma Antonella "Anche gli uomini più forti soffrono, e anche loro hanno bisogno di qualcuno che li consoli. Tuo padre ha una mente antica, ma tu no, io lo so." Annuisco "Che dovrei fare?" Le chiedo poi abbassando lo sguardo "Viviti la vita tanc. Ti meriti un po' di felicità, non credi?" La abbraccio, senza pensarci due volte "Grazie Antonella"

Restiamo per un bel po insieme alla mamma di Lele, finché lui mi mostra l'orologio "Cavolo sono le 18" impreco a bassa voce, e così, dopo aver salutato sia la donna che mi ha fatto riprendere a sorridere, sia la piccola Giorgia, ci incamminiamo mano nella mano verso la stazione.

"Piccolo mio stai bene?" Mi chiede Lele, quando siamo comodamente seduti sull'unica carrozza vuota del treno "Si Lele, va tutto bene" gli sorrido e lui si avvicina a me per baciarmi, ma io mi volto "Vai a baciare mia sorella, visto che stamattina la tenevi per mano" dico facendogli la linguaccia "Sei geloso di tua sorella?" Mi sussurra avvicinandosi alle mie labbra, ed io annuisco "Sono geloso persino dell'aria che respiri Emanuele" gli dico poi, prima di unire le nostre labbra in un bacio.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now