Capitolo 30

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Il ritorno a Milano oserei dire, sia stato quasi tragico.
Prima di partire infatti Aurora ha fatto una scenata patetica in stazione "Ti prego amore mio, torna presto. Abbiamo bisogno di te, sia io che il nostro piccolo. Conterò i minuti che ci separano" tutto questo detto tra le lacrime e i singhiozzi mentre quel pagliaccio la stringeva a se e le diceva di amarla.

Siamo qui da soli tre giorni eppure ho una voglia matta di scappare via da questo posto.
Mi sono rotto il cazzo di sentire la sua voce tutti i giorni mentre è in video chiamata con quell'idiota.
Mi sono reso conto che l'unico modo per scordarmi di lui è questo: Odiarlo per tutto quello che ha fatto.
Avrebbe potuto lasciarla comunque nonostante la gravidanza, io gli sarei stato accanto con tutto quello che potrebbe servire ad un bambino. Invece ha preferito questo: Distruggere tutto quello che si era creato tra noi invece, che chiudere con lei. Mi va bene tutto questo, ma non voglio più saperne nulla di Emanuele Giaccari. Lui con me ha chiuso, per sempre stavolta.

Diego e Gian in questo momento sono in salotto mentre lui non ho idea di dove sia, e nemmeno mi interessa.
Sono steso sul letto di camera mia con il telefono fra le dita mentre scrollo Instagram.
Mi sono rotto di trovarmi video tankele ogni due secondi, così ho iniziato a seguire un botto di pagine su me e Martina.
A proposito di lei: mi ha scritto mentre ero sul treno di ritorno per Milano, era letteralmente sconvolta quando le ho raccontato tutta la storia del bambino e di quella pessima sceneggiata avvenuta in stazione.
Se tutto va bene settimana prossima dovrebbe tornare a Milano, finalmente.

Il mio schermo brilla e segna una notifica su whatsapp da un numero a me sconosciuto:
"Come va la vita senza Lele?
Eri stato avvertito amico mio! E quindi eccoti adesso, solo soletto. Mentre lui è tutto mio e di nostro figlio. Quanto mi spiace per te.
Ah no scusa.Sono la persona più felice di questo mondo.
Ma questo, è solo l'inizio
-A"
Preso dall'ira inizio a scrivere un messaggio di risposta:
"Sei proprio una stupida. Avevo capito lo fossi, ma sei davvero molto più deficiente di quanto mi aspettassi."
Il messaggio viene visualizzato ma nessuna risposta mi arriva.
Così elimino la chat e la blocco.

Lele è tutto suo e di suo figlio adesso.

Mi alzo in piedi e distruggo l'ennesima sveglia, per poi afferrare un pezzo di vetro e cominciare a segnare milioni di segni su entrambe le braccia.
Quando vedo del sangue scorrere mi fermo e mi infilo una felpa nera in modo da nascondere tutto.
Non avevo mai capito perché la gente compiesse questo gesto, le ritenevo delle stronzate da psicopatici.
Eppure oggi l'ho capito: Ti trovi in un momento di disperazione in cui ti senti letteralmente inutile, o addirittura inesistente per la persona che ami, così non hai motivo di esistere ne di essere felice. Ragion per cui questa è la soluzione più semplice e veloce per toglierti dai piedi.

Mi metto davanti al ring light e registro qualche pov, per poi ristendermi a letto.
A volte vorrei non essere un influencer.
Devi sempre essere positivo e passare messaggi positivi alla gente, persino quando la tua vita sta andando a puttane devi metterti di fronte ad un cazzo dì cellulare e fare come nulla fosse. Questa situazione sta diventanto letteralmente angosciate.

Sento il sangue che continua a scorrere lungo le mie braccia, e quasi rilassato da quella sensazione mi addormento beato.

Rieccomi in quel buco che mi trascina sempre più in basso, stavolta però mi aggrappo ad un muro e guardo in alto, riesco ad intravedere due ragazzi di spalle che tengono in braccio un bambino.
Per quanto mi sia difficile vedere da qui giù riesco a riconoscere Lele. Tiene il bambino stretto tra le sue braccia, mentre Aurora si stringe al suo braccio.
Faticando a restare aggrappato urlo il suo nome "Lele. Ti prego salvami" Abbassa la sguardo nella mia direzione e dice una semplice frase "Per me non esisti più" il mio cuore si distrugge, e allora mi stacco e comincio a precipitare giù, nel buio.
Non provo nulla, sono letteralmente un vegetale.
"Tancredi afferra la mia mano" La voce di un ragazzo mi penetra le orecchie.

Mi sveglio completamente sudato e mi passo una mano sulla fronte.
Per fortuna era solo un incubo. Tiro un sospiro di sollievo.
La porta della mia stanza si apre rivelando un Lele abbastanza incazzato "Come cazzo ti viene in mente di scriverle degli insulti così dal nulla eh?" Si avvicina a me e mi sbatte due mani al petto "Non puoi dire che non è vero Tancredi. L'ho letto quel messaggio del cazzo" mi rendo conto di essere davvero un coglione e di averle retto il gioco "Non hai nulla da dire?" Scuoto la testa e, cogliendomi totalmente di sorpresa mi tira uno schiaffo sulla guancia sinistra.
"Vaffanculo Emanuele. Vai a farti fottere, davvero" inizio ad urlargli contro e mi copro la guancia indolenzita con una mano.
"Oddio, tanche ti prego scusami io.." lo spingo via "Sparisci dalla mia vista. Non voglio più sapere nulla sul tuo conto" fa come gli dico e se ne va.
Non riesco a credere che per quella mocciosa sia arrivato a tanto. Si è giusto avere una brutta reazione, vedendola dal punto di vista, ma non puó prendermi a schiaffi.
Non é mio padre, ne mio fratello maggiore ne nessuno di importante..Non più almeno.
É solo un pagliaccio e ormai di questo ne sono estremamente sicuro.
Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Lui ha chiuso con me, per sempre.

Avrei cercato di ristabilire un rapporto da amico con lui, lo avrei fatto per quel bambino che non ha colpe di nulla, ma invece non lo farò. È stata una pessima mossa la sua e non gliela perdonerò tanto facilmente.

Riafferro il pezzo di vetro che ho utilizzato prima, e traccio delle nuove linee.
Il sangue riprende a scorrere e solo allora mi fermo.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now