Capitolo 31

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Il treno di Martina sta per arrivare.

La vedo da lontano e subito mi avvicino "Ciao biondina" senza dire nulla mi salta addosso e mi avvolge le mani al collo "Mi sei mancato tantissimo.Fammi vedere come stai" Mi afferra per il mento con due dita e comincia ad ispezionare il mio viso, centimetro per centimetro.
I segni sono spariti, e persino il livido è diventato inesistente.

Quello che però Martina non sa è che le mie braccia potrebbero facilmente essere scambiate per le zampe di una zebra, visto gli innumerevoli tagli che ho inciso su di esse.
Eppure mi fanno stare bene. Quando mi taglio sento una strana sensazione di pace.
All'inizio faceva leggermente male, ma ormai mi sono abituato e non sento più nulla.
Certo l'unico problema, é doverle fasciare sempre, visto che il sangue scorre velocemente e per un bel po di tempo.

Marti mi afferra la mano e mi trascina con se in un bar "Sei dimagrito tantissimo dall'ultima che ci siamo visti" annuisco "Effettivamente non ho più molta voglia di mangiare"Alzo le spalle.
Lei ordina delle cose e ci sediamo ad un tavolo "Da quanto tempo é che non hai molta voglia di mangiare eh?" Fingo di pensarci, anche se so benissimo che è una settimana che non tocco cibo, ma decido di non dirglielo "Non lo so, da ieri sera forse" Lei annuisce "Fingerò di crederti, Tancredi" perché capisce sempre quando mento? Come diamine fa?
Il cameriere porta tutto quello che Martina ha chiesto, e appena poggia le cose sul tavolo lei mi posiziona davanti una gigantesca Brioche ripiena di cioccolato "Non hai ancora voglia di mangiare?" Nego con la testa "Va bene" Si alza in piedi e mi viene accanto. Io la guardo confuso, e lei mi spreme le guance facendomi spalancare la bocca per poi infilarci dentro un pezzo di quella Brioche, cerco di dire qualcosa ma mi zittisce in pochi secondi "Sta zitto e mangia. Sarei capace di imboccarti fino all'ultima briciola se continuassi a rifiutarti" annuisco e faccio come mi dice.

Appena finisco di mangiare la guardo e noto che sta sorridendo "Ora dimmi la verità: Da quanto non mangiavi?" Abbasso lo sguardo "Una settimana.." mi afferra una mano "Tanc, capisco che la situazione sia particolarmente brutta e difficile. Ma non puoi distruggerti. Devi essere forte, io starò qui con te e ti aiuterò. Te lo prometto" I suoi occhi si fanno lucidi e in risposta le stringo la mano "Ci proverò." Una lacrime le riga il viso "Promettimi di farcela" annuisco "Te lo prometto" si avvicina nuovamente a me e mi abbraccia.
Sembra uno di quegli abbracci che mi danno le mie sorelle quando sono giù.
Le stringo le mani intorno al collo e le lascio un bacio sulla testa.
Devo riuscire ad essere forte, non per me ma, per lei. Ci tiene tanto a me e questa é l'ennesima prova.Non posso deluderla. Non Martina.

Dopo circa mezz'ora di chiacchiere ci alziamo e, mano nella mano, ci dirigiamo a casa mia.

Appena entriamo in salotto mi sale la nausea e corro subito in bagno.
Qualcuno si mette accanto a me e mi poggia una mano sulla schiena, ma non ci faccio molto caso.
Quando finalmente finisco, una mano bagnata mi scompiglia i capelli, cosi mi giro verso Martina per dirle che va tutto bene, ma resto paralizzato quando noto che la mano che mi ha scompigliato i capelli, non é quella di Martina, ma quella di Lele.
"Come stai?" Senza dire nemmeno una parola lo supero, é passata una settimana dalla nostra ultima conversazione e adesso fa come se nulla fosse. No grazie.
Trovo Martina davanti alla porta che mi aspetta "Perché l'hai fatto entrare?" Abbassa la testa "Ho provato a fermarlo ma mi ha dato della cogliona" la rabbia comincia a salire "Ha dato della cogliona a te? Lui? Lui che crede a tutto quello che dice la sua puttana.Adesso mi sente" faccio per andare da Lele ma Martina mi afferra per un braccio "Ascoltami: Sei debole, il tuo stomaco ha rifiutato il cibo perché non mangiavi da troppo. Vuoi stare peggio di come stai?" Nego con la testa "Ma lui.." mi blocca "Niente ma Tancredi. Sappiamo com'é Lele. Non diamogli peso e occupiamoci di te." La ringrazio e la porto con me in camera mia.

Una volta dentro mi chiede come sto "Va tutto bene" annuisce "Fammi toccare il polso" mi irrigidisco. Se mi tocca il polso noterà le ferite, non posso permetterglielo "No. Non serve. Ho..fame adesso" mi guarda confusa "Forse é meglio che vada in farmacia e chieda cosa è meglio fare in questi casi. Vuoi venire con me?" Nego con la testa "Ti aspetterò qui. Tu intanto vai" sorride e se ne va.
Tiro un sospiro di sollievo. Per un pelo.
Mi stendo sul letto e ripenso a poco fa, lui mi ha accarezzato la schiena..
Ha dato della cogliona a Martina perché non voleva lasciarlo entrare. Ma perché fa tutto questo?
Non gliene importa di me, eppure continua a fingere di avere un minimo di interesse.

Più penso a questa situazione più mi convinco che per lui sono stato un semplice divertimento e nient'altro, così preso da un momento di malinconia apro il cassetto del comodino e afferro una lametta che ho nascosto qui qualche giorno fa.
Comincio a ripercorrere i tagli che si stavano cicatrizzando, e ne traccio anche di nuovi.
Il sangue comincia a scorrere, ma stavolta non mi fermo, e continuo il mio lavoro.

Sento la porta di casa sbattere e la voce di Martina che parla con qualcuno, così con molta calma mi abbasso le maniche della felpa e poso la lametta, al suo posto.

Il tempo di sedermi sul letto che lei spalanca la porta della mia camera ed entra, porgendomi due buste "Scusami se ci ho messo molto, ma sono passata a comprarti anche un panino al Mc" la ringrazio e comincio a mangiare il mio panino "Il farmacista mi ha detto che se dovessi avere di nuovo sensazione di nausea, devi prendere queste" mi passa delle gocce, ed io annuisco.
"Grazie per tutto quello che stai facendo per me Marti" lei mi abbraccia "Questo e altro per te Tanc" rimaniamo abbracciati per un po', finché non sentiamo il suono del campanello.

"Come niente fosse"/Tancredi Galli"Where stories live. Discover now