Retroscena e passato

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I retroscena di un personaggio sono la base delle sue motivazioni. Da autori siamo sempre portati a chiederci: quanto rivelare?

In primo luogo dovremmo chiederci il perché il personaggio dovrebbe parlare del suo passato, o anche solo rifletterci sopra. Un conto è qualche faccenduola, ben altro sono gli eventi che lo hanno segnato.

Un motivo può essere educativo. Il cinico veterano potrebbe voler mettere in guardia il soldato idealista. Oppure, prima di un importante evento, pensa al motivo per cui è arrivato fin lì.

Ma se stessimo parlando di un villain? Quello che vi consiglio è di non raccontare tutto subito, ma più va avanti la storia più cose dovremmo sapere su di lui, al fine di far sentire i lettori coinvolti. Possiamo partire con degli indizi: magari il villain ha deciso di scegliere una strada per non essere più vittima degli eventi, e vedendo qualcuno nella sua situazione può dispensare dei consigli o mostrare di tenere ai suoi subordinati.

Il sapere il suo passato può anche rendere più coinvolgenti i suoi momenti. Immaginiamoci che il villain abbia scelto la via del male perché le persone che gli erano care lo hanno manipolato e tradito, preferendo prendere il tesoro anziché soccorrerlo. Grazie al tesoro, questi traditori hanno fatto carriera e sono diventati eroi nazionali, lodati da tutti. Hanno pure diffuso malevoci su di lui, onde evitare che potesse rivalersi. Questo lo ha portato a rinnegare gli ideali in cui per tanto tempo aveva creduto.

In una scena si trova a dover scegliere tra il salvare il suo fidato braccio destro e rubare la preziosa gemma dell'immortalità.

Sapendo questo elemento del passato, la situazione sarà carica di tensione. Non è solo il momento in cui il villain può dimostrarsi umano, ma diverso dalle persone che ha tanto odiato e disprezzato.

Salva il braccio destro? Si dimostra umano e sentiamo ancora di più la possibilità che si redima.

Prende la gemma? La sua caduta nell'oscurità sarà sentita ancora di più. Dircelo dopo sarà interessante, ma ne risentirebbe il momento di maggior climax.

Potete anche giocarvi la carta del mistero. Immaginiamo che l'eroe dica una frase a effetto, di fronte alla quale il villain fa una smorfia di disappunto, oppure spalanca gli occhi con rabbia. Può avere vari significati: semplice disgusto? Il ricordo di un altro eroe che lo ferì in passato? Il ricordo dei tempi in cui anche lui avrebbe parlato così?

Questo però può non bastare. Si tratta solo di un piccolo indizio, e non basta certo a rendere il villain interessante. Suggerisco di usare questa strategia quando altri personaggi hanno mostrato una profonda caratterizzazione. Il lettore avrà già visto che siete bravi a delineare le sfaccettature e intuirà che c'è qualcosa sotto.

A questo punto vi linko un video.

Se siete fan di RWBY e volete un approfondimento, ecco questo video che spiega perché il background di Cinder non funziona e non aggiunge niente al personaggio.

I punti salienti sono:
- ha ucciso per la libertà, ma ora è di nuovo schiava (quindi ha poco senso)
- ci sono passaggi non chiari
- è stata vittima di abusi ma non ha mai mostrato empatia/rispetto per altre vittime.

Questo quindi spiega alcune cose, ma sono aggiunte non necessarie. Dire "era vittima di abusi" può motivare, ma non è una motivazione di cui si sentiva la mancanza. Anzi, contribuisce a renderla meno gradevole, perché ha avuto la possibilità di scegliere (parecchie volte) e ha continuato a scegliere il "male".

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