Il coraggio del maggiore

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La Prima Guerra Mondiale è spesso messa in ombra dalla Seconda pur essendo uno dei periodi più bui della storia.

La trincea ha cambiato il concetto di guerra: non più eroiche cavalcate, fieri duelli, tenaci cariche. C'erano solo il fango, i parassiti, il rischio di annegare nella pioggia o negli escrementi, i proiettili scagliati da nemici invisibili che potevano ucciderti da un momento all'altro. 

La guerra è ricordata come una sorta di partita tra i generali, che mandavano indiscriminatamente a morire orde di giovani.

I numeri sono terrificanti:


Secondo Internet, nel 1900 la popolazione francese ammontava a circa 42 milioni

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Secondo Internet, nel 1900 la popolazione francese ammontava a circa 42 milioni. Quasi 1/10 della popolazione deceduta, mutilata, impazzita.

Eppure, in mezzo a questi orrori esistono dei gesti di eroismo che sono entrati nella storia.

Ne voglio citare uno in particolare: un gruppo di soldati erano rimasti bloccati in un rifugio, col cecchino che continuava a ucciderli appena facevano un passo fuori. Il maggiore al comando telefonò ai superiori per far fermare l'attacco, inutilmente.

Alla fine il maggiore, non potevo sopportare di perdere inutilmente altri uomini, decise di uscire di persona. Pochi secondi dopo, cadde in mezzo alle nevi, ucciso da un proiettile.
L'operazione fu sospesa.

Gesti di tale valore insegnano che gli eventi orribili (guerre, pandemie, carestie) possono tirare fuori il peggio che è dentro di noi, ma anche il meglio. Perché vivere con la consapevolezza di aver potuto salvare delle persone e non aver agito, per alcune persone, è un peso troppo grande.

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