1. Fatti strani

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Nénór, regno dell'est
Anno 754

Katsuki Bakugo come sua consueta abitudine si era svegliato ancor prima che il sole sorgesse per incamminarsi lungo i sentieri di Aequor Tacitum, accompagnato dal freddo e dal buio della notte. Un pesante mantello sulle spalle lo proteggeva dall'umidità e copriva il suo torso nudo dalla brezza pungente, mentre con sguardo attento percorreva i sentieri naturali che si snodavano nella vasta radura circostante; il Fiume Maggiore distava poche ore di cammino, il ragazzo aveva trascorso la notte nei pressi dell'Aquarum Pagus, unico centro abitato della pianura silenziosa, quasi del tutto disabitato, i cui unici e pochi abitanti portavano i segni degli anni. Era ormai noto tra quelle case, non che nessuno avesse mai effettivamente parlato con lui, o avesse anche solo ricevuto una fugace occhiata da quegli occhi rubino, ma ovunque si recasse tra quelle vie silenziose era difficile non notarlo, sempre avvolto in quel mantello, cupo in viso e armato di arco e pugnale.

Arrivava la sera, quando il sole era ormai nascosto dietro i Monti di Ghiaccio, talvolta le poche vesti che indossava sporche del sangue delle prede che inseguiva di giorno per procurarsi da mangiare, e andava via con la stessa notte che lo aveva accompagnato, spostandosi nel silenzio oscuro della valle che lentamente si ridestava. Non aveva una casa, era piuttosto evidente, non ogni giorno tornava al villaggio, nella piccola taverna quasi sempre vuota che talvolta gli offriva un letto per dormire; non apparteneva ad alcuna terra e nessuno sapeva niente di lui, che fosse un assassino, che fosse un pellegrino o un viaggiatore, un esiliato, costretto o per scelta, il suo passato e il suo presente erano oscuri tanto quanto lui.

Le prime luci dell'alba si facevano timidamente spazio al di là del lago rosso, troppo distante per essere visibile a Katsuki, le ombre degli alberi e delle colline iniziavano ad allungarsi sull'erba alta della valle umida di rugiada, le stelle con cui il ragazzo dai capelli biondi si orientava erano ormai nascoste nel cielo tinto di una sfumatura rossastra, non sapeva quanto effettivamente avesse camminato, ma adesso riusciva a scorgere oltre la nebbia della mattina le sponde del Fiume Maggiore, che percorreva ormai ogni giorno in cerca di una buona preda.

I caldi raggi del sole illuminavano da ormai poche ore Valle Maggiore, una leggera brezza soffiava tra le acque dei due fiumi i cui antichi letti segnavano il confine del territorio abitato, l'erba si muoveva sotto il vento della mattina e il lieve fruscio delle foglie degli alberi veniva sovrastato dallo scrosciare delle acque gelide e impetuose.
In lontananza si potevano scorgere le mura della capitale di Nin-Ardh, celate da un sottile strato di foschia che offuscava i confini circostanti e il vicino villaggio del fiume, la pace della natura era in quel punto indisturbata lungo le sponde del Fiume Maggiore. L'acqua fresca che percorreva il letto, nasceva da una piccola sorgente dei Monti di Ghiaccio, si faceva largo lungo il regno di Nénór, segnando il confine tra l'Aequor Tacitum e la Valle Maggiore, un corso d'acqua importante, le cui due sponde si distanziavano per diversi metri, che consentiva di essere attraversato solo attraverso il ponte occidentale.

Giunto al di là delle acque che interrompevano l'Aequor Tacitum, Katsuki percorreva adesso il terreno di ciottoli e ghiaia che costeggiava il fiume, quando era arrivato al passaggio che conduceva oltre il grande corso, aveva lanciato uno sguardo al cielo, il sole tra poco tempo avrebbe segnato la metà del giorno, aveva cercato di ignorare i primi gorgoglii del suo stomaco e si era concesso poi pochi attimi per distrarsi dal territorio circostante e osservare il ponte che si estendeva dinnanzi a lui; in tempi di pace quali erano, le postazioni per le guardie che controllavano i viaggiatori diretti alla capitale di Nin-Ardh, erano vuote, i cancelli in ferro su entrambi gli ingressi del passaggio in legno, aperti e arrugginiti. Il ragazzo non poté fare a meno di chiedersi come dovevano essere stati un tempo, il metallo lucido, i battenti chiusi, le guardie armate vigili sia di giorno che di notte, pronte a sentire qualunque minaccia, qualunque grido di guerra. Katsuki aveva sentito parlare di certe leggende su una guerra che aveva scosso i tre regni, voci di alcuni abitanti, parole che aveva sentito mentre era di passaggio tra i paesi di Nénór, e in momenti come quelli la sua curiosità non poteva fare a meno di accendersi.

The legend of dragons || KiribakuМесто, где живут истории. Откройте их для себя