The legend of dragons || Kiribaku

8. Legame

Il buio della notte accompagnò, così come era stato deciso, i due ragazzi presso la città di Abhainn'tref, a ovest di Nénór, nell'Aequor Tacitum e nei pressi del Bosco Silente. Mentre il frinire dei grilli avvolgeva la vasta pianura in una rilassante atmosfera, i fili d'erba si illuminavano delle fioche luci variopinte delle farfalle notturne (soprannominate così dalle persone locali), le cui ali colorate riflettevano la luce della luna, creando uno spettacolo unico e visibile solo nei pressi dalla città. Abhainn'tref risplendeva nella notte con i focolari che ardevano ai margini delle vie lastricate in pietra; un tempo roccaforte della guerra dei tre regni, la città era circondata da una cinta muraria con quattro ingressi che, tuttavia, rimanevano sempre aperti. Campi coltivati si estendevano oltre le imponenti barriere, mentre all'interno del perimetro umili case riempivano lo spazio. La popolazione era fatta prevalentemente di contadini, artigiani e cacciatori, i mercanti ogni qual volta andavano e venivano e di rado nobili famiglie si fermavano presso il centro urbano. Non c'era povertà, sembrava che si fosse trovato il giusto equilibrio, quasi una visione utopica, in cui tutti erano uguali, non un privilegio, non un'ingiustizia.

Prima di addentrarsi nelle mura cittadine i due si erano concessi brevi momenti per scrutare il paesaggio illuminato in maniera così particolare. Era stato Eijiro a chiedere di fermare il cavallo e quando Katsuki si era voltato verso di lui per fulminarlo con lo sguardo aveva notato i suoi occhi affascinati e la sua espressione sbalordita, non riuscendo a negargli quello spettacolo che vedeva adesso per la prima volta.

Scesero da cavallo, concedendo all'animale del tempo per riprendersi, ma per fortuna avrebbe poi trovato altro riposo per la notte all'interno di Abhainn'tref.

Kirishima mosse pochi passi sull'erba e Bakugo non poté fare a meno di osservarlo avvolto dal buio della notte e circondato da quelle minuscole luci variopinte che riempivano la pianura

«cosa... di che si tratta?» domandò voltandosi verso di lui e il biondo non poté fare a meno di pensare che sembrasse un bambino alla scoperta del mondo
«sono le farfalle notturne, le loro ali di notte si illuminano, non so bene come, ma ciò gli consente di attirare gli insetti e mangiarli»
«non si nutrono di nettare?»
«non questa specie, sono in realtà più grandi delle farfalle normali» aggiunse non potendo fare a meno di osservare il rosso impegnato a scrutare il paesaggio
«rimaniamo solo... solo un altro momento» si affrettò a dire Eijiro e il biondo scosse il capo
«possiamo restare tutto il tempo che vuoi, ma ricorda che domani ripartiamo all'alba» spiegò, ma i suoi gesti contraddissero le sue parole che sembravano sottolineare una certa fretta, quando prese posto per terra in mezzo all'erba ad osservare insieme al rosso quei giochi di luce.

Lo aveva visto spesso, talvolta non ci aveva fatto nemmeno caso e così era stato anche quella sera, eppure, in quel momento, era come se vi stesse assistendo anche lui per la prima volta.

Più tardi, Bakugo e Kirishima, entrati nella città, trovarono alloggio presso una locanda, il proprietario, un uomo anziano e disponibile, li aveva accolti calorosamente, malgrado Katsuki si fosse mostrato piuttosto infastidito da tutte quelle persone ospiti della locanda che urlavano, cantavano e bevevano birra; aveva lasciato infatti la parola ad Eijiro che con tono riconoscente lo aveva ringraziato quando questi gli indicò le camere per la notte.

«potevi sforzarti di sorridere» borbottò il rosso e solo allora Katsuki alzò lo sguardo dalle sue pergamene guardandolo ostile

La camera che li ospitava era abbastanza spaziosa, con due letti in legno e una finestra circolare di fronte ad essi. Il biondo era seduto per terra, nello spazio tra i due giacigli e consultava le sue mappe progettando il percorso del giorno dopo, Eijiro era invece steso sul suo letto e avvolto dalle pellicce che lo ricoprivano, fissando il soffitto in legno con occhi pensierosi.