27. Persuasione

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Katsuki aprì gli occhi lentamente, le palpebre erano ancora pesanti e dovette batterle più e più volte prima di riuscire anche solo a socchiuderle. Un senso di intorpidimento gli attanagliava ogni muscolo accompagnato da una confusione tale da impedirgli di ricordare perché si sentisse così debole.

Si sentiva avvolto da una silenzio irreale, sentiva solo i battiti del suo cuore echeggiare nelle orecchie e il respiro lento e regolare.
Il primo dolore, che lo scosse da quella sensazione di calma sospesa, colpì le sue spalle e quasi come un flash la sensazione di quella grande energia che lo aveva travolto prima di svenire gli tornò in mente, costringendolo a spalancare gli occhi.

Battè le palpebre alla vista sfocata, una, due, tre volte e lentamente i puntini neri che aleggiavano davanti a lui si dissolsero dandogli la possibilità di vedere i contorni sfocati delle sue mani poggiate sul suo grembo e i polsi incatenati.

Quanto aveva dormito?

Il suo respiro si interruppe prima che un sospiro tremante abbandonasse le sue labbra, il suo capo era ancora chino, la schiena leggermente ricurva mentre sedeva in ginocchio su una superficie dura e fredda. Lentamente riacquistava la sensibilità, sentiva il dolore acuto lungo la spina dorsale tesa a reggere la testa piegata, il bruciore alle ginocchia che per chissà quanto tempo avevano poggiato su quel pavimento in marmo, la tensione delle gambe e i piedi insensibili.

Quando sollevò il viso dovette ignorare il dolore al collo, ma ancora la sua vista sfocata di diede la possibilità di scorgere solamente pochi dettagli confusi. Si trovava in una grande sala, o meglio, ciò che ne rimaneva, il marmo scuro rendeva l'ambiente cupo e dalle pareti crollate si scorgeva solamente l'oscurità che avvolgeva Ignira.

«quale immenso onore averti finalmente tra noi, Katsuki Bakugo»

La voce che sentì era giunta ovattata alle sue orecchie, ma questo bastò per fargli accapponare la pelle e rivoltare lo stomaco.
I battiti del suo cuore, adesso accelerati, gli rimbombavano nelle orecchie sempre più violentemente mentre i suoi occhi cercavano di mettere a fuoco l'uomo dinnanzi a sé.

Fergus sedeva poco distante, abbandonato con superbia su di un trono che, come il resto della sala, era testimone dello scorrere del tempo e dell'aspra guerra che aveva distrutto il regno di Ignira. Si trovava sulla cima di una serie di gradoni in marmo che si aprivano sull'ambiente distrutto, rialzando ed esaltando il trono, donandogli quel senso di potere e controllo che solo un sovrano possedeva.
Di riflesso Katsuki mosse le gambe per cercare di risvegliare i suoi arti, ma il movimento delle caviglie fu accompagnato dal tintinnio di catene.

«perdona i miei modi, converrai che non potevo fare altrimenti... il tuo potere si é rivelato... sorprendente» c'era una nota cupa in quel tono di voce
«cosa vuoi da me?» sputò con rabbia cercando di ignorare ogni segnale del suo corpo allarmato dalla sola presenza del suo nemico a pochi passi da lui.

Non poteva certo dire se sul volto di Fergus ci fosse un sorriso o un'espressione ostile, l'elmo della sua armatura gli impediva di scorgere ogni tratto del suo viso. Katsuki, però, non aveva potuto fare a meno di notare una cosa: la sua figura sembrava più reale, i suoi contorni non erano più evanescenti come nelle sue visioni, sembrava stavolta una persona in carne ed ossa. Inevitabilmente si chiese se fosse perché adesso, per la prima volta, era davvero in sua presenza, o perché il suo potere stesse ormai raggiungendo il suo culmine.

Un risata cupa echeggiò tra le pareti del castello in rovina. Istintivamente Bakugo cercò di muovere le sue mani ma le catene bloccavano i suoi polsi ed erano saldamente ancorate alle pareti laterali, serpeggiando lungo la sala e confondendo il loro metallo scuro con quel marmo nero.

«non vorrei... che tu combatta per gli alleati sbagliati» pesava saggiamente ogni parola, parlava lentamente valutando come formulare al meglio la sua frase
«hai minacciato di uccidere me ed Ei-.. - si interruppe mordendosi la lingua, stava davvero per rivelare il nome del suo compagno al loro nemico. Doveva mantenere il sangue freddo e valutare bene le sue parole - ...non vedo perché dovrei considerare te il giusto alleato» concluse con tono glaciale
«le circostanze.. possiamo considerarle diverse, giovane cavaliere... come ho già detto, il tuo potere si é rivelato sorprendente - allungò il braccio davanti a sé indicando con la sua mano una figura che per tutto questo tempo, in silenzio, era rimasta alle spalle del ragazzo - sei riuscito a ferire un drago»

The legend of dragons || KiribakuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora