38. Onore ai guerrieri

145 22 7
                                    

I corridoi del palazzo erano silenziosi, l'ala delle riunioni di Gwa'ost appariva deserta, sorvegliata dalle guardie reali schierate e immobili lungo le mura in pietra. La sala del trono era rumorosa, un gran vociare lasciava ben intendere che una folla di persone fosse lì riunita, forse nobili, gente che godeva di una carica autorevole, nulla a cui il popolo comune di Aethendor potesse aspirare.

Nel silenzio sospeso del corridoio, Bakugo e Kirishima sembravano ascoltare in silenzio, in attesa di quel fatidico momento che da giorni, ormai, era stato loro annunciato.

Katsuki trasse un lungo respiro e maledisse quei decorosi abiti che era stato costretto ad indossare. Diede la colpa a quella scintillante armatura, a quel busto decorato con sinuose incisioni che riportavano scaglie di drago, ma sapeva che non era quello a togliergli il fiato. Sentiva le braccia e le gambe indolenzite, ma ancora una volta si rese conto che non fosse colpa dei gambali né tantomeno dei bracciali che riportavano anch'essi i motivi del torace. L'armatura era leggera e resistente, la rauta era il metallo più pregiato dei tre regni, ricavato dalle miniere di Amon'aeg e forgiato nella Città Di Inverno, il suo colore argento era così chiaro da apparire quasi bianco, rilucendo alla luce del sole come madreperla.
Sentiva il groppo in gola salirgli al sol pensiero. Un'armatura 'sì preziosa per l'ultimo cavaliere dei draghi.

Si voltò, dando le spalle all'imponente portone chiuso che aveva fissato negli ultimi minuti, il mantello rosso seguì i suoi movimenti, pendendo dallo spallaccio dorato che riportava lo stemma di Aethendor, lo scudo della famiglia reale, avvolto dalle ali del nixeris.
Le sue conoscenze su Aethendor erano sempre state limitate, la ricchezza della regione non aveva mai attirato la sua attenzione al punto tale da convincerlo a spingersi in quel clima freddo e poco accogliente. Non aveva sentito di quella creatura prima di allora, era stato Izuku a mostrargli le illustrazioni nelle biblioteche del palazzo, a raccontargli di quell'animale raro che viveva nelle vette più alte delle Montagne Ventose. Il suo corpo sembrava fragile, il collo lungo e le zampe sottili, le piume bianche dalle punte di un blu intenso e gli occhi color del ghiaccio. Quella creatura tanto esile resisteva ai climi più gelidi di quel regno e la sua tenacia non poteva che rappresentare la forza di quella terra.

Gli occhi di Bakugo si concentrarono sul drago, adesso davanti a lui. Il muso dell'animale gli sfiorò il viso e quello bastò a destarlo dal divagare del suoi pensieri.

É raro vederti così preoccupato

La voce di Eijiro echeggiò nella sua mente, un sensazione alla quale con il tempo si stava lentamente abituando. La sua mano si poggiò sul muso del drago, ma i guanti gli impedirono di saggiarne le scaglie rosse.

«tutto questo non fa per me» borbottò.

Si sentiva vulnerabile nonostante fosse avvolto dal metallo più resistente dei quattro regni, il mantello che indossava non era il suo, il quale era rimasto abbandonato con i suoi strappi e bruciature nella camera dove aveva dormito nelle ultime settimane e ciò lo faceva sentire ancora peggio.

Che tu ci creda o no, mi sento più debole in questa forma piuttosto che in quella umana

Katsuki sorrise guardando i suoi occhi di rettile, le pupille, solitamente ridotte a linee sottili, adesso erano dilatate e lo scrutavano con affetto.

«già troppe persone sanno della tua natura, non possiamo lasciare che il regno intero lo scopra... non é sicuro per te» la sua mano si mosse brevemente sul suo muso, in una carezza affettiva prima di voltarsi verso la porta.

Il vociare che proveniva dall'interno della sala si era placato e solo la voce del sovrano era ben udile fin là, nell'ampio corridoio.

Le zampe di Eijiro si mossero inquiete, gli artigli in cerca di attrito su quel pavimento in marmo che non faceva che farli scivolare.

The legend of dragons || KiribakuWhere stories live. Discover now