29. Volontà

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Katsuki trattenne il fiato per brevi secondi cercando di calmare la sua ansia crescente. Il suo sguardo perso nel vuoto era specchio del suo animo combattuto, della sua mente in subbuglio preda di una confusione tale da provocargli forti capogiri. Quella sensazione di stordimento lo stava colpendo sempre più violentemente mentre le parole di Fergus venivano pronunciate, echeggiando nella sua testa ancora e ancora, sovrastando i suoi pensieri.

I suoi polsi con un movimento lento scossero le pesanti catene e il tintinnio gli parve così lontano mentre ascoltava l'uomo di fronte a sé parlare e parlare, con quel tono lento e calcolato, persuadendolo pian piano come un serpente che stritola la sua preda, attendendo con pazienza che questa si arrenda.

Le parole abbandonarono le sue labbra senza controllo, ormai sentiva di non poter più tenerle a freno, quasi non ricordasse cosa stesse nascondendo a Fergus.

«voglio solo che Eijiro sia al sicuro» soffiò, i suoi occhi stanchi fissavano ancora il vuoto
«sarà protetto e al tuo fianco... potrete avere una vita normale, non dovrete nascondervi da nessuno... il tuo drago non sarà più in pericolo se solo tu accetti ora di seguirmi nella conquista dei tre regni»

Bakugo sollevò lo sguardo, le tempie adesso dolevano a tal punto da fargli strizzare gli occhi mentre a fatica osservava la figura sfocata di Fergus. Sentì i suoi polsi improvvisamente più leggeri quando l'uomo davanti a lui, con un gesto a mezz'aria della mano, lo liberò delle pesanti catene e stordito abbassò il capo, per controllare se fosse effettivamente vero.

«questa é l'unica via» lo avvertì e le labbra di Katsuki tremarono
«l'unica via..» ripeté perso

Improvvisamente dei passi pesanti rimbombarono nella grande sala, seguiti da borbottii e imprecazioni, ultimo delle quali Bakugo riuscì a percepire un più che arrabbiato "lasciatemi".

«sire, uno straniero ha varcato le soglie del vostro regno, ha tentato di superare le porte» a parlare era stato uno dei due uomini che, tenendo per le braccia il prigioniero, avevano fatto il loro ingresso nella sala. Indossavano armature diverse, assemblate con componenti varie, un elmo in ferro della guardia reale di Leurann, gambali in bronzo che richiamavano le armature dell'esercito di Nénór e ancora la corazza di ferro che riportava al centro del busto il simbolo della famiglia reale di Aethendor. Erano pezzi vecchi, ammaccati in molteplici punti, che lasciavano ben intendere che tutte quelle componenti fossero quasi un trofeo di guerra.

Quando Katsuki si voltò, dovette richiamare tutte le sue forze per riuscire a concentrarsi sulle tre figure in piedi alle sue spalle. Delle due presunte guardie di confine non intravide il volto, coperto da quegli elmi vecchi e rovinati, ma quando i suoi occhi incontrarono quelli di Eijiro sussultò, riuscendo per brevi attimi, a ridestarsi da quella nebbia che avvolgeva la sua mente.

«Eijiro» soffiò pochi istanti prima che il rosso, tentando di divincolarsi con violenti strattoni, lo chiamasse.
«Katsuki! - tentò di spingersi in avanti per correre verso di lui, ma i suoi piedi strisciarono inutilmente per terra quando le due guardie lo strattonarono, tenendo saldamente le sue braccia - lasciatemi maledizione!» urlò spingendo a destra e a sinistra.
«e così ha tentato di raggiungerti - iniziò Fergus rivolgendosi a Bakugo - dall'ingresso di Ignira... questo é... inaspettato» ragionò e Kirishima alzò gli occhi al cielo.

Nessuno poteva negare che fosse stata una pessima idea certamente.

«cosa ne facciamo di lui, mio signore?» domandò l'altra guardia tenendolo fermo e ignorando le imprecazioni del ragazzo.
«non occorre trattenerlo in quel mondo, é nostro ospite d'altronde, proprio come lui» Fergus si voltò ancora una volta verso Katsuki, e il biondo trasse un respiro pesante sentendosi ancora una volta schiacciato da quella sensazione che gli impediva di pensare lucidamente.

The legend of dragons || KiribakuWhere stories live. Discover now